La settimana a teatro: 11-17 maggio

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Cccp-epica-etica-etnica-pathos-front1«Tedio domenicale / quanta droga consuma / tedio domenicale / quanti amori frantuma», consacriamo così, a una particolare declinazione del sentimento cardine dell’acedia monacale (anticamera per il vizio capitale dell’accidia, che traduttori grossolani stornano in banalissima pigrizia), l’incipit per il consueto appuntamento coi consigli teatrali: sia perché stiamo scrivendo di domenica, appunto, sia perché il periodo scenico è, già da qualche tempo, non troppo ricco quantitativamente e sia, infine, per ricordare i CCCP che Fabbrica Europa celebrerà domenica prossima con un concerto che, ligi alla forma, non inseriamo nel nostro Calendazzo, benché ammettiamo come certi eventi possano mettere in crisi categorie e tassonomie convenzionali.
Ma procediamo con ordine per questa settimana in cui la fa da padrone l’area gigliata.

Da martedì 12 a domenica 17
Fumo-blu_Silvia Frasson-Daniele Bonaiuti2
Sbuffi di maestrale spandono, sui tetti pratesi, ampie volute di Fumo blu: dopo il debutto di venerdì scorso, prosegue al Magnolfi il rodaggio scenico per l’esordio drammaturgico di Gherardo Vitali Rosati (peraltro, collega in critica e studi) in vista del prossimo Festival dei Due Mondi di Spoleto. Come promesso, andremo senz’altro a vedere e ne scriveremo, facendone pure due parole con l’autore: l’idea di compiere il salto “dall’altra parte” è interessante, per quanto la drammaturgia sia pur sempre una forma di scrittura in qualche modo esterna al lato performativo (il salto completo sarebbe un’escursione vera e propria in palcoscenico, a vedere l’effetto che fa, per dirla con Jannacci). Storia di contemporanea precarietà, Fumo blu vede coinvolti Daniele BonaiutiSilvia Frasson, nonché Andrea Paciotti alla regia, con l’impiego di scenografie, musica e immagini di tipo evocativo, a trasportare «i personaggi e il pubblico attraverso i tempi e i luoghi dello spettacolo».

Mercoledì 13
Teatro del Sale, Firenze, 3
C’è, a Firenze, dirimpetto al noto ristorante Cibreo (quartiere Sant’Agostino, due passi da piazza de’ Ciompi) uno spazio peculiare che da anni abbina buon cibo a una programmazione culturale di tutto rispetto. Ê il Teatro del Sale, regno di Fabio Picchi, carontesco chef col piglio d’affabulatore, e Maria Cassi, attrice fiesolana di lunga militanza sia scenica sia organizzativa: il loro Circo-lo sfama in ogni senso gli avventori muniti d’obbligatoria tessera annuale e, (vogliamo rovinarci: facciamo pubblicità agli altri; si sa, siam gente generosa…), pubblica pure una rivista d’ambito scenico dal titolo L’Ambasciata Teatrale. Ogni serata è consacrata al mangiar bene e a un evento teatrale, musicale o genericamente culturale.
09 Andrea Gambuzza, Riccardo alla Terza (ph Chiara Nicolosi)Mercoledì, i disinteressati alle sorti juventine in Champions League potranno recarsi alla corte di Picchi per vedere uno spettacolo che consigliamo assolutamente: Riccardo alla terza. Disappunti di un dittatore, riscrittura scespiriana operata dal livornese Andrea Gambuzza del gruppo Orto degli ananassi. Si tratta di una ricognizione grottesca attorno al celebre antieroe deforme, un’autentica parodia polifonica grazie alla sapiente gestione performativa e drammaturgica. Conoscendo bene sia lo spazio sia Gambuzza, consigliamo vivamente a tutti di accorrere, e un plotone arlecchino già sta marciando alla volta di Fiorenza.  

Mercoledì 13
Ryoji Ikeda, 'Supercodex'
Ancora Firenze, ma nell’istituzionalissima cornice della Pergola, per una serata particolare: in scena non il consueto Lavia (tornerà, non temete), bensì un compositore (e artista tout court) giapponese, Ryoji Ikeda, a pieno titolo considerato uno dei maggiori esponenti della computer music contemporanea. Supercode (live set) è la trasposizione multimediale del suo ultimo lavoro, a completare una trilogia (con DataplexTest Pattern) inaugurata nel 2005. Ikeda si cimenta con una ricerca volta alla matematica del suono, nella trasformazione del calcolo algoritmico in onda sonora che possa approdare pure a una dimensione visiva: è, quindi, nell’esibizione dal vivo, con l’impiego di schermi ad altissima definizione, che la sua concezione di arte totale si esprime al meglio. Difficilmente potremo darne conto, ma non senza qualche rimpianto. 

Sabato 16 e domenica 17
In quel di Crespina, profonda provincia pisana, all’interno del bel Parco di Villa Montelisi, appuntamento particolare, in doppio orario (16.30 e 18.45). Si tratta di Sentieri #3, itinerante percorso teatrale site-specific (ossia costruito appositamente su uno spazio assegnato e, quindi, irripetibile altrove) ideato da Serena GattiRaffaele Natale: all’opera un folto gruppo di attori, musicisti, performer, in un luogo che sarà non semplice scena, bensì fonte d’ispirazione in chiave sia creativa sia ricettiva, grazie alle installazioni (una realizzata anche del nostro e vostro Giacomo Verde) che vi si trovano e alla co-azione tra artisti e pubblico.

Da martedì 12 a sabato 16
Varia e articolata l’offerta di Fabbrica Europa, vera e propria ancora di salvezza per i teatrofili toscani orfani di stagioni regolari.
Pupilla-1-2Si parte martedì 12, ore 19, nella nuova cornice del Teatro Cantiere Florida, con Pupilla (1983-2014), all’interno del progetto RIC.CI (Reconstruction Italian Contemporary Coreography, ignoriamo il motivo che spinge alla coazione anglofona la danza contemporanea italiana, ma tant’è), 
interessante parallelo tra la performance realizzata da Valeria Magli nel 1983 e la rivisitazione contemporanea (esecuzione affidata a tre ballerine della DanceHaus Company), sempre incentrata su una ricerca intorno alla figura della bambola, tra erotismo e infanzia: «La bambola è apparsa come punto di incontro fra l’antico mito della statua che diventa viva e la nuova mitologia della morta vita meccanica».  Stessa sera, alle 21, prima nazionale di Ater Ballettoe-ink | Upper-East-Side | Tempesta/The spirits, ulteriore capitolo di RIC.CI, con una summa di lavori firmati e da Michele Di Stefano e da Cristina Rizzo, un’ottima occasione per confrontarsi con la storia della danza contemporanea italiana.
Bolero effect - Cristina-RizzoMercoledì 13, ancora Fabbrica Europa: nella sede istituzionale della Leopolda, spazio a Bolero Effect (ore 21), concept e coreografia di Cristina Rizzo, per un tracciato costruito intorno a una delle partiture (il Bolero di Maurice Ravel, appunto) più celebri e riconoscibili al mondo nel tentativo di «attivare un luogo di co-abitazione, un luogo utopico della scena dove figura e sfondo perdono i propri limiti». A seguire, ore 22, Daniele Albanese presenta un’azione il cui titolo parrebbe rimandare a reminiscenze pascoliane (Digitale Purpurea I) nella ricerca di «una danza continua tra movimento, luci e suono, costante mutazione di dinamica e presenza».
Omkretz
Una prima nazionale attende il pubblico fiorentino, giovedì 14 alle 19, con Omkretz, di Cristina Caprioli: si tratta di un «progetto creato nello spirito di un minimalismo riproposto sotto forma di entropia di iperboli» (qualsiasi cosa sottenda un’espressione del genere), ed è il frutto del lavoro che, da anni, l’artista italiana svolge in terra svedese. Si replica sabato 16.
Glen Çaçi, KK - I'm a Komunist Kid (ph A. Cecchi)Venerdì 15, infine, altri due interessantissimi debutti, sempre alla Leopolda: alle 19, Glen Çaçi, danzatore che abbiamo apprezzato in Nella tempesta dei Motus, propone un lavoro autobiografico intitolato KK//I’m a kommunist kid, che coinvolgerà anche suo fratello, Olger. Entrambi emigrati “in Europa” (così recitano le note di regia), attraverso questo lavoro si pongono il problema della definizione identitaria in senso culturale, nel mondo contemporaneo.
Ballet-Preljocaj, 'Empty Moves' (ph J.C. Carbonne)
Alle 21, invece, ulteriore viaggio all’interno della storia della coreografia contemporanea, poiché sarà possibile assistere alle tre parti che compongono Empty Moves, elaborazione scenica di Angelin Preljocaj costruita sulla scorta della registrazione di un “mitico” concerto-performance (Empty Words) dato da John Cage sulle tavole del Teatro Lirico di Milano, nel dicembre 1977. In quell’occasione, la provocatoria trasformazione, da parte del geniale musicista, di un testo “di impegno civile” risalente al primo Ottocento (autore lo statunitense Henry David Thoreau) in una serie di fonemi quasi incomprensibili, fece andare su tutte le furie il pubblico in sala: escalation immortalata nella registrazione che Preljocaj sfrutta come piano sonoro per un’azione scenica che non mancherà di colpire gli spettatori. Entrambi gli allestimenti, assieme al già citato Omkretz, saranno replicati sabato.

Sabato 16, infine, la proposta musical-spettacolare di Fabbrica Europa merita un discorso a parte: a 25 anni dalla pubblicazione, senza mai essere stato eseguito dal vivo a causa del sopraggiunto scioglimento dei CCCP – Fedeli alla linea, verrà eseguito dal vivo l’album Etica Epica Etnica Pathos. Una storia complicata, quella: un disco bellissimo, articolato, difficile eppure fruibile, pulsante, che rappresenta il canto del cigno per la formazione del punk filosovietico italiano e una prefigurazione di ciò che saranno i CSI, con gli innesti di nuovi musicisti, spesso legati alla scena fiorentina dell’epoca. Sul palco, per questa peculiare occasione, oltre a quattro componenti storici di quei gruppi (Gianni MaroccoloMassimo ZamboniFrancesco MagnelliGiorgio Canali, le voci di Ginevra Di MarcoAngela Baraldi, più alcuni esponenti delle successive generazioni di cantautorato indipendente italiano, tra cui Lo Stato Sociale, Appino degli Zen Circus, Brunori Sas, Max Collini, Francesco Di Bella). Di tutto, di più, benché nessun comunicato accenni al convitato di pietra della situazione. Lo facciamo noi, citando Giovanni Lindo Ferretti che, no, non ci sarà. Senza occuparci di dinamiche a noi estranee, vogliamo però ricordare che un pezzo di quella storia appartiene anche a lui, figura controversa, dalle scelte sicuramente eccepibili, ma che continuiamo di gran lunga a preferire ostinatamente ai cori unanimistici degli ex fans che gli rinfaccerebbero tradimenti e delusioni. L’errore sta nell’appaltare ad altri idee e speranze, pensando che tutto questo abbia uno straccio di senso. Un tale diceva: «Beato il popolo che non ha bisogno di eroi». Non ci si muove da lì.

Giovanni Lindo Ferretti (ph Alex Majoli)

Igor Vazzaz
Toscofriulano, rockstar egonauta e maestro di vita, si occupa di teatro, sport, musica, enogastronomia. Scrive, suona, insegna, disimpara e, talvolta, pubblica libri o dischi. Il suo cane è pazzo.

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