Cavalleria pucciniana: c’è del marcio a Torre del Lago? – Atto I

-

E sono anni che le nostre feste
si riducono a gioie come queste:
tre battute di gong,
tre indovinelli,
e giù teste!
(Turandot, Atto secondo)

Quali colpi di gong? Quali indovinelli? In riva al lago di Massaciuccoli non sta andando in scena la pucciniana Turandot, ma il nuovo corso del Maestro Alberto Veronesi, neo presidente della Fondazione Festival Pucciniano. Il primo segnale del cambio di passo è proprio una testa che cade, quella di Vivien Hewitt [foto in basso]: impegnata a Torre del Lago da quasi trent’anni, la regista e musicologa inglese si occupava di formazione e di iniziative sul territorio. Dopo i molti successi riscossi negli anni, quest’anno sarebbe stata la sua Tosca a inaugurare la 61° edizione del Festival.

Vivien HewittLa lama del boia è calata d’improvviso martedì 7 luglio, sotto forma di una lettera di protesta, a firma dello stesso Veronesi. La motivazione? «Mancanza di attrattiva registica». A sostituirla è arrivato Giorgio Ferrara: direttore del Festival dei Due Mondi di Spoleto e nell’orbita del compianto Luca Ronconi. Evidentemente già allertato: se la lettera a Hewitt è arrivata all’ora di pranzo, Ferrara aveva già convocato il cast per le 15. Arlecchino non è bravo in geografia, ma Google Maps dice che da Spoleto a Torre del Lago ci vogliono 3 ore e 17 minuti.

Facendo un passo indietro, a seguito dell’insediamento del neo sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro, tutta la dirigenza guidata da Adalgisa Mazza è stata sospesa: dopo qualche giorno di stallo, a inizio luglio è arrivata l’investitura per Veronesi, già candidato insieme a Del Ghingaro. Sono seguite polemiche, da parte di chi sosteneva l’esistenza di un conflitto di interessi, per le questioni legali ancora in sospeso con la Fondazione risalenti al suo allontanamento.

Alberto VeronesiPuò essere chiaro, ma va ribadito: Arlecchino se ne sbatte il manganello della gestione della cosa pubblica. In riva al lago, però, c’è un clima da lotta tra opposte fazioni degno delle peggiori (o migliori?) stagioni di Game of Thrones. Un occhio un po’ malevolo potrebbe notare che la nuova gestione di Alberto Veronesi [nella foto accanto, spettinato al punto giusto] sta colpendo le persone più vicine alla ex presidente Mazza: in primis Vivien Hewitt. Non dorme sonni tranquilli nemmeno il direttore artistico Daniele De Plano: di fatto detronizzato dalla lettera di allontanamento della regista firmata da Veronesi, sembra nel mirino del presidente che punta ad assumere, secondo voci molto accreditate, l’interim della direzione artistica.

Oltre alla resa dei conti, l’altro punto programmatico della nuova era Veronesi è un’istantanea spending review. Da una parte, si sfrondano le iniziative: per le recite di Turandot era prevista l’esecuzione di quattro edizioni del finale, ma si è deciso di eseguire solo la classica versione conclusa da Franco Alfano. Sempre sui finali dell’ultima opera pucciniana, si sarebbe dovuto svolgere un convegno, al momento annullato. Infine, Il Trittico in programma per il 20 agosto si svolgerà in forma di concerto, riducendo l’impegno per gli allievi dell’Accademia del Festival Puccini.

Daniela Dessì e Fabio ArmiliatoDall’altra parte, ed è l’aspetto mediaticamente più in vista, si chiede agli artisti di autoridursi il cachet, fino al 50%, sventolando, come il moncherino di Gianni Schicchi, la minaccia più o meno velata di un ritardo nei pagamenti (laddove in molti casi non sono state pagate le spettanze dello scorso anno) o addirittura della sostituzione a pochi giorni dai debutti. Gli artisti si sono uniti – fatto già di per sé incredibile nel mondo dell’opera lirica – per scrivere una lettera indirizzata alle istituzioni che finanziano il festival. Tra i coinvolti in questa edizione svettano nomi di grande rilievo, primi tra i quali Fabio Armiliato, Daniela Dessì [insieme a destra] e Giovanna Casolla: viste le difficile condizioni economiche, molti cantanti accettano compensi già inferiori alla media nazionale e nemmeno paragonabili agli standard internazionali. Veronesi non si accorge (o forse sì) che sta danneggiando quei rapporti di amicizia e affetto per cui molti cantanti vengono a Torre del Lago anche a fronte di cachet più bassi di quelli cui sono abituati.

Questi spietati tagli di spesa, quantomeno ineleganti nei modi e nei tempi, sono giustificati da un mancato contributo di 200mila euro da parte del Comune di Viareggio. Mentre si tagliano i costi così drasticamente, però, si sperpera laddove si potrebbe risparmiare. Per il ruolo di Tosca, già coperto da quattro cantanti, è stata chiamata anche Francesca Rinaldi, protetta di Veronesi. Altro caso ancor più eclatante è quello di Madama Butterfly: venuta meno la Cio Cio San del primo cast, si è preferito chiamare Donata D’Annunzio Lombardi, ignorando la disponibilità a coprire le recite manifestata da Silvana Froli e il parere favorevole di regista e direttore d’orchestra. Pur accreditatissima per il ruolo, D’Annunzio Lombardi arriverà a prove praticamente concluse e, neanche a dirlo, con un cachet paragonabile a quelli che agli altri artisti si sta chiedendo di dimezzare  (e lo stesso vale, si badi bene, per Giorgio Ferrara).

Il clima a pochi giorni dal debutto è teso: si parla di azioni legali e, seppure non sembri uno scenario plausibile, fioccano le minacce di far saltare gli spettacoli. Se, inizialmente, Veronesi ribadiva la necessità dei tagli, adesso è più conciliante e ha scritto una lettera agli artisti in cui manifesta comprensione e apprezzamento.

Intanto, il sindaco Del Ghingaro (ormai sindaco di mestiere, dato che ha retto per dieci anni il comune di Capannori; è, peraltro, un dissidente PD poco “apprezzato” dalla direzione regionale del suo partito) ha manifestato al presidente il proprio appoggio in questa azione di «profondo rinnovamento e cambiamento, sia sul fronte della prassi gravata da molte vetuste e dispendiose abitudini mentali e organizzative, sia sul fronte artistico e dello spettacolo». Secondo fonti attendibili, però, il sentimento del neo sindaco per l’azione di Veronesi [foto in basso, a dentri stretti] sarebbe di segno opposto.

Arlecchino spera, in vista di un II atto del presente reportage, di poter sentire il parere, sicuramente interessante, del neo presidente.

Il M° Alberto Veronesi (a sinistra) con il neo sindaco di Viareggio Giorgio del Ghingaro

l'Arlecchino
È un semplicione balordo, un servitore furfante, sempre allegro. Ma guarda che cosa si nasconde dietro la maschera! Un mago potente, un incantatore, uno stregone. Di più: egli è il rappresentante delle forze infernali.

Ultimi sguardazzi

- Réclame -spot_imgspot_img

Ultime cose