Mum & Gipsy: dolori di crescenza

Sguardazzo/recensione di "Il mio tempo - Different shape"

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Cosa: Il mio tempo - Different shape
Chi: Takahiro Fujita
Dove: Pontedera (PI), Teatro Era
Quando: 25/09/2015
Per quanto: 60 minuti

Cliché dei cliché: tutto il mondo è paese.
Nota a margine: il modo di dire è nato assai prima della cosiddetta globalizzazione, la quale in fondo non è che l’estroversione economica e sociale di una sostanziale somiglianza di istinti.

Succede così che una compagnia giapponese di recente formazione – i Mum & Gipsy, fondata dal giovane autore e regista Takajiro Fujita [nella foto in basso]– presenti al pubblico italiano uno spettacolo che è poco più di una prova aperta. Un po’ come un costruttore che venda un villino senza avervi prima sistemato porte e infissi. Chi frequenta il cosiddetto teatro di ricerca è più che avvezzo a questa prassi (o vizio?). Del resto, trarre indicazioni conclusive o assennate da una performance senza costumi di scena, senza finale e con pochi giorni di lavoro alle spalle, è altamente rischioso, oltre che ingiusto. Dirò allora che anche questa recensione è tutta da costruire, e attende una successiva visione per tagliare il nastro.

fujita_portraitLa scrittura, ci viene spiegato prima di entrare in sala, è il frutto, cioè la sintesi creativa, delle conversazioni tra il regista e i suoi attori, in parte italiani, scelti al termine di un workshop (per chi, come il sottoscritto, non ha fiducia nell’opera collettiva, negli sprechi metabolici del processo e nell’oscillazione stocastica, è un pessimo inizio).
Scena aperta, toni del legno, attori schierati sui lati: l’ambiente che riunisce e filtra i testi così elaborati è un albergo, in cui si trovano a convivere persone diverse, tra impiegati e pensionanti di lungo corso. I temi del viaggio, dello spostarsi e del rimanere isolati, della difficoltà di orientarsi nell’età matura, che la drammaturgia sembra avviare inizialmente, si frammentano subito in sketch scardinati da una narrazione principale: innamoramenti e attriti giovanili, dolorose memorie personali, fantasie, preparazioni culinarie.

il mio tempo 2Non c’è un attimo di pausa, né un attimo di silenzio. Ritmo, ripetizioni, refrain, ruvide transizioni, lessico colloquiale, musica ad alto volume: gli attori parlano velocemente e altrettanto velocemente si muovono, saltellano, corrono sul posto, mimano gesti, spostano i pochi arredi come fossero su un campo da gioco. Una playlist eterogenea (elettronica, industriale, jazz, drum&bass, ecc.) segue costantemente l’azione, stordente a tratti, sovrapponendosi alle parole, oppure armonizzandosi. Su un ledwall passano immagini e brevi clip legate, per associazione più o meno diretta, agli spezzoni drammaturgici. Un altro schermo serve alla proiezione dei sottotitoli, necessari a comprendere le battute pronunciate in giapponese.

Non è chiaro se il registro debba virare verso il comico (certi passaggi lasciano pensare così), o tenersi a una cifra surreale.

Altro non mi sembra di poter dire.
il mio tempo
Il cast dello spettacolo, foto di Yuki Ichihashi

VERDETTAZZO

Perché: Sì, oppure no
Se fosse... una pietanza sarebbe... un maki da avvolgere nel nori

Locandina dello spettacolo



Titolo: Il mio tempo - Different shape

regia Takahiro Fujita
testo Takahiro Fujita
con Aya Ogiwara, Ayumi Narita, Satoshi Hasatani, Yuriko Kawasaki, Andrea Falcone, Giacomo Bogani, Sara Fallani, Camilla Bonacchi
organizzazione Kana Hayashi, Luisa Zuffo
tour manager Miwa Monden
allestimento Jitsuko Mesuda
in collaborazione con Mum&Gypsy
con in supporto di Japan Foundation e Arts Council Tokyo
progetto in collaborazione con Fabbrica Europa
produzione Fondazione Teatro della Toscana
Dopo il successo di Dots Lines and the Cube la compagnia giapponese Mum&Gypsy torna in Italia con una prima assoluta che analizza le diversità culturali dei due paesi. “Per Takahiro Fujita fare teatro è un modo per conoscere il mondo” scrive Tomofumi Hashimoto, il giornalista che ha seguito la compagnia nel suo primo tour italiano. Con questa nuova produzione, il regista sceglie di confrontarsi con la cultura del nostro paese, prendendo un punto di vista particolare: il cibo. Quattro ragazzi italiani e quattro giapponesi si confrontano tra le lame e i fuochi di una cucina. Il meccanismo drammaturgico, sviluppato da Fujita coi suoi spettacoli, permette di prendere un fatto di cronaca o una situazione quotidiana e ricrearla sul palco, sezionandola per parti e punti di vista. Il risultato è un vibrante ritratto umano, capace di mettere a nudo una generazione, le sue speranze e le sue paure. Suggestioni letterarie, interviste agli attori, ispirazioni cinematografiche si fondono negli spettacoli di Mum&Gipsy per dar vita a un linguaggio originale e particolarissimo. In questa nuova produzione, Fujita unisce quattro membri del cast più consolidato delle sue produzioni precedenti a quattro attori italiani, selezionati durante le esperienze formative realizzate nel corso del tour internazionale organizzato nel 2014 da insieme a partner nazionali e internazionali. Takahiro Fujita (classe 1985), uno dei più giovani registi e drammaturghi della “zero generation” giapponese, si mette in gioco per la prima volta in una produzione internazionale, per continuare la sua ricerca e dare vita a un linguaggio innovativo, capace di fondere i differenti modi di pensare, i diversi modi di recitare, le diverse culture.

Carlo Titomanlio
È una persona serissima.