Welcome to Sansepolcro!

Sguardazzo/recensione di "Piero della Francesca. Il punto e la luce"

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Cosa: Piero della Francesca. Il punto e la luce
Chi: Lucia Franchi, Luca Ricci, Barbara Petti, Gregorio De Paola
Dove: Pisa, Teatro Sant’Andrea
Quando: 24/11/2015
Per quanto: 60 minuti

Piero della Francesca. Il punto e la luce di CapoTrave, compagnia guidata da Lucia Franchi e Luca Ricci, ha chiuso la rassegna di Teatri di Confine al Teatro Sant’Andrea di Pisa. Lo spettacolo presenta già nel titolo un tono didattico da manuale di storia dell’arte, eppure, sorprendentemente, si avvicina di più a un messaggio promozionale diffuso dal Ministero dei Beni Culturali (che, infatti, supporta il progetto) per incentivare il turismo locale.
Siamo d’accordo con la commistione dei linguaggi, ma il plurilinguismo di questa messinscena è male assortito. Videoproiezioni, animazioni digitali, spettacolo dal vivo, sperimentazioni sonore: di tutto un po’, insomma, ma la qualità dei singoli elementi, e la loro fusione, non convince e non costituisce novità alcuna.

Lo spazio scenico del Sant’Andrea, ritagliato attraverso tele oscuranti, è significativamente ridotto e uno schermo che si impossessa del campo visivo dello spettatore. Le luci di Gianni Straropoli giocano con l’opacità e la trasparenza del display che, neutro, ingloba i due attori in una sorta di spazio rialzato tanto simile alla scatola di un vecchio televisore.
Piero della Francesca - 01Barbara Petti (Giovanna-cognata del pittore) e Gregorio di Paola (Paolo-allievo di Piero), sono i protagonisti, e unici personaggi, della drammaturgia di Franchi e Ricci. Si tratta di «una favola storica, dove nulla è vero ma tutto è verosimile» – affermano gli ideatori – nella quale la vicenda di Piero della Francesca, alle prese con le prime sperimentazioni geometriche e luminose, emerge in filigrana dal racconto di questa coppia “familiare”.
Anche su questo fronte nulla di particolarmente originale, tuttavia la fabula sarebbe godibile se non fosse per la recitazione dei due attori. Il loro registro stilistico si assesta, infatti, su un piatto naturalismo “televisivo”. I costumi vagamente d’epoca e l’assetto scenografico hanno ricordato all’Arlecchino che scrive una soap opera spagnola tanto in voga in questo periodo: colloquialismo, sarcasmo esasperato e uso abbondante di toni ironici ne sono prova inconfutabile (“qualcuno”, nel secolo scorso, ha parlato di «recitazione pensosa e disinvolta»).

Discorso a parte va fatto per le elaborazioni video di Andrea Giansanti, il quale con abilità decompone le tele dell’artista, animando punti e linee di luce, in questo caso più eloquenti delle parole del racconto, con le quali, tuttavia, tenta il dialogo. In alcuni momenti, infatti, la proiezione ha il compito di ingrandire e digitalizzare una micro-azione dell’attore: mescolare la colla, ricamare. Ma se l’animazione e l’amplificazione video delle azioni possono risultare operazioni originali, gli spezzoni che ripropongono gli antichi mestieri del borgo trascinano anche il côté visivo nella direzione promozionale più che nella ricerca artistica, al grido di “Welcome to Sansepolcro!”.

Piero della Francesca - il-punto-e-la-luce

VERDETTAZZO

Perché: No
Se fosse... un tonalità di azzurro sarebbe... azzurro Tiffany

Locandina dello spettacolo



Titolo: Piero della Francesca. Il punto e la luce

ideazione e drammaturgia Lucia Franchi, Luca Ricci
regia Luca Ricci
con Arianna Di Stefano, Gabriele Falsetta
musiche originali Giovanni Di Giandomenico


Piero della Francesca: caposaldo della pittura rinascimentale, uno sperimentatore, un innovatore che ha rotto con le convenzioni del proprio tempo segnando un’epoca. Questo spettacolo indaga un preciso momento della sua vita: il momento in cui il suo linguaggio innovativo si è quasi del tutto formato, ma intorno a lui si addensano dubbi, perplessità, riconoscimenti incompleti o comunque già tardivi. Il suo percorso artistico, le sue scelte di vita, le sue relazioni, sono raccontate dal giovane aiutante, Paolo, e da Giovanna la moglie di suo fratello. Paolo racconta da dentro la ricerca artistica di Piero, ne conosce gli effetti e cerca di rintracciarne il senso mentre dialoga con Giovanna, che invece porta sulla scena il mondo borghese dei loro concittadini, quelli che un po’ ammirano e un po’ criticano, un po’ intuiscono e un po’ ironizzano sulle novità che questa pittura rappresenta. Attraverso un ricco apparato di video ed elaborazioni grafiche si cerca di entrare dentro la mente di Piero per esplorare un processo creativo, spiegare come funzioni l’immaginazione e domandarsi come nasca la creatività, di cosa si nutra, attraverso quali sentieri proceda e come avvenga il rapporto dell’autore con la propria opera.

Chiara Schepis
(non) qualificata fotografa di "scene" con la penna rossa.