Un’opera buffa in salsa gravy

Sguardazzo/recensione di "Albert Herring"

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Cosa: Albert Herring
Chi: Benjamin Britten, Jonathan Webb, Alessandro Talevi
Dove: Firenze, Teatro della Pergola
Quando: 21/05/2016
Per quanto: 160 minuti

Terzo e ultimo titolo del trittico di melodrammi incluso nel cartellone del 79° Maggio Musicale Fiorentino: un ventaglio di occasioni rare per sentire (anche per la prima volta) alcune opere poco frequentate dal repertorio. Si chiude con Benjamin Britten e il suo Albert Herring, nell’inconsueta sede del Teatro della Pergola, là dove l’opera fece il suo debutto italiano nel 1968, a 21 anni dalla prima esecuzione assoluta.

Il libretto di Eric Crozier è tratto da un racconto di Guy de Maupassant: a Loxford, immaginaria cittadina inglese, i notabili si ritrovano per assegnare il titolo di Regina di Maggio. Ogni candidatura è vana: l’apparente virtù delle ragazze proposte è scalfita dal pettegolezzo su una passeggiata nel bosco o su una caviglia troppo scoperta. Tra lo sdegno delle autorità («Le ragazze di Loxford sono tutte puttane?»), viene proposto il figlio della fruttivendola, sorta di scemo del villaggio, virtuoso perché imbelle.

In questo nuovo allestimento fiorentino le scene e i costumi di Madaleine Boyd ci portano in un mondo british fatto di caccia al cervo, carta da parati, panciotti e abiti femminili atti a coprire ogni centimetro di vergogna. I personaggi si muovono in perfetto equilibrio tra caricatura e naturalezza, figure credibili e improbabili allo stesso tempo. La regia di Alessandro Talevi si mette al servizio dell’opera ed è tanto efficace quanto trasparente nel farla rivivere nella sua schiettezza. La musica di Britten lascia molti segmenti sinfonici in cui Talevi riesce a definire meglio la sua visione inserendo, per esempio, bianche figure maschili in abiti muliebri, sorta di zombie transessuali che emergono per assediare l’ordine costituito.

Albert Herring, Firenze 2016 (ph. Simone Donati-Terraproject-Contrasto)Il testo gioca sul ribaltamento: trasferendo su un ragazzo le aspettative che si hanno, di solito, nei confronti del sesso femminile, si mostra quanto siano ridicoli certi parametri di valutazione. La drammaturgia si svolge su due livelli, rigidamente separati almeno per tutto il primo atto: i rappresentanti dell’ordine costituito (una nobile, un poliziotto, il sindaco, il parroco, la direttrice della scuola) e il popolo, persone comuni che iniziano ad avere cittadinanza nel mondo del melodramma: fruttivendoli, garzoni, macellai, commesse. I primi si ritrovano a casa di Lady Billows e discutono delle norme sociali con la stessa naturalezza con cui gli altri personaggi parlano del cibo (ed è difficile non pensare a “Sei polli: sei scellini” del Falstaff verdiano che ha anticipato, anche in questo senso, molto Novecento). Quando l’inclito collegio va a comunicare ad Albert la sua elezione a Re di Maggio, si sposta tutta la camera della lady, con il suo trono e gli animali impagliati. È evidente il distacco tra chi impone le norme sociali e chi è troppo impegnato a vivere per adeguarsi a quel metro di giudizio.

Albert Herring, Firenze 2016 (ph. Simone Donati-Terraproject-Contrasto)L’Orchestra del Maggio Musicale è in formazione ridotta per un’opera da camera con un’organico abbastanza limitato: hanno grande rilevanza le percussioni, al centro della buca, e i fiati, a scapito dei pochi archi. Le voci, spesso intrecciate in briosi concertati, sono particolarmente interessanti nei registri più gravi, che frequentano spesso (soprattutto nel caso delle voci femminili). Interviene anche il pianoforte a commentare momenti di particolare pathos, suonato dallo stesso Jonathan Webb, bacchetta vivace e precisa in mano a un direttore sempre più votato al repertorio novecentesco, e a Britten in particolare. Il cast, quasi tutto forestiero, è impeccabile sia nel canto che nella vivace interpretazione, dai cantanti più in vista ai tre alunni della scuola. Le performance più esilaranti sono quelle di Orla Boylan (la dispotica Lady Billows) e Gabriella Sborgi (esilarante cameriera bacchettona), ma nel complesso di un allestimento vivace e ai limiti della perfezione.

Pubblico poco numeroso per la prima, ma disposto a scroscianti applausi alla fine di ogni atto.

Albert Herring, Firenze 2016 (ph. Simone Donati-Terraproject-Contrasto)

VERDETTAZZO

Perché:
Se fosse... una serie tv sarebbe... Downton Abbey

Locandina dello spettacolo



Titolo: Albert Herring

opera da camera in tre atti
musica Benjamin Britten
libretto Eric Crozier
tratto da Le Rosier de Madame Husson
di Guy de Maupassant

regia Alessandro Talevi
scene e costumi Madeleine Boyd
luci Matthew Haskins
 
direttore Jonathan Webb
Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
 
Albert Herring Sam Furness
Lady Billows Orla Boylan
Nancy Rachel Kelly
Sid Philip Smith
Florence Pike Gabriella Sborgi
Miss Wordsworth Anna Gillingham
Mr. Upfold Christopher Lemmings
Mr. Gedge Zachary Altman
Superintendant Budd Karl Huml
Mrs. Herring Manuela Custer
Cis Bonnie Callaghan
Emmie Sophie Gallagher
Harry Nicholas Challier

Andrea Balestri
Non è il Pinocchio di Comencini. Apparentemente giovane, studia teatro (non solo) musicale tra Pisa e Roma. Serie tv, pulizie e viaggi in treno occupano il resto della sua vita. Archivia i ricordi in congelatore e si lava i capelli tutti i giorni.