L’abbiamo scampata: troppo facile recitar da arlecchini al primo di aprile; meglio farlo tutto l’anno, non in una data sola. Specie se si ha a che fare con una realtà che ha i contorni di un incredibile, protratto, beffardissimo primo d’aprile.
Non ci spiegheremmo altrimenti, per fermarci all’ambito teatrale, il tonitruante lancio da parte della Biennale di Venezia (mica cotiche) di una web serie promozionale, in cui, citiamo testualmente, «un drammaturgo-detective – interpretato da Federico Bellini – si risveglia dopo una notte da incubo con un pensiero ossessivo: “Biennale Teatro… Atto terzo… Drammaturgie… Devo cercarli. Autori, drammaturghi, registi-attori, registi-drammaturghi, drammaturghi-autori… Ma quanti sono? E dove sono?”».
Avete letto bene.
Ma il meglio deve ancora arrivare: «Tra cucine di osterie, retrobotteghe di bacari, tavoli di trattorie, enoteche e vinerie, dovunque le ricette e i frammenti testuali ritrovati lo portino, il detective sottopone i suoi indizi a cuochi, chef e sommelier. E mentre va alla scoperta dei tradizionali sapori della laguna ma anche dei profumi delle spezie del mondo, ecco che la sua indagine fornisce le prime immagini, temi, racconti sugli artisti e gli spettacoli del prossimo Festival. Con una domanda: e se ci fosse un legame insospettato tra cucina e drammaturgia?».
32 puntate. A questi, LostBreaking Bad, come si suol dire, je spicciano casa

Per dare un colpo al cerchio e uno alla botte, però, aggiungiamo di apprezzare moltissimo che l’edizione 2019 della kermesse lagunare vedrà premiato con il Leone d’Argento alla carriera Jetse Batelan, regista e autore olandese, esponente di spicco di quel peculiare genere indicato come teatro ragazzi e che, da qualche anno, abbiamo iniziato a scoprire. Un buon segno.

Infine, approfondiremo più tardi, accogliamo con sorridente piacere la riproposizione, da parte di Fondazione Toscana Spettacolo, della rassegna Teatri di Confine, che, per questa primavera, ritorna a Pisa, dove nacque anni or sono. Confessiamo una certa perplessità nel veder sparire e rispuntare qua e là un’iniziativa peraltro interessante, ma che, proprio per la sua peculiare natura, a nostro avviso meriterebbe qualche certezza in più.. I titoli sono interessanti, e speriamo che il confine evocato dalla denominazione dell’iniziativa preluda al superamento delle barriere e non, invece, a confinamenti nient’affatto utili.

Fine del preambolo, andiamo a vedere quello che ci propone la settimana.

Lucca e provincia – Da De André a Calvino, passando per Elio Petri (e non solo)

Al Giglio, la stagione è finita, ma non sono concluse le occasioni di spettacolo: citiamo a questo proposito un’iniziativa su Fabrizio De André (da ascoltatori e studiosi, anche nell’etimo di amanti, del genovese confessiamo l’orticaria automatica ogniqualvolta lo sentiamo chiamare Faber, come se la gente ci avesse giocato a boccette), vale a dire La buona novella, nella sera di martedì 2, con Chiara Riondino accompagnata dal gruppo Khorakhanè. Difficilmente si illuminerà un versante inesplorato di uno dei più bei dischi della storia della nostra canzone, per uno spettacolo che, a occhio, ci pare basato sulle conferme da dare. Per chi vuole andare sul sicuro.

Si salta a venerdì 5: anche la proposta (ultima stagionale) del Teatro dell’Olivo di Camaiore sembrerebbe, a prima vista, una sorta di cover, ma non è proprio così. Roma ore 11 è sì la traslazione scenica di un libro-inchiesta firmato da Elio Petri nel 1956, ma il lavoro operato dalle artiste coinvolte (Manuela Mandracchia, Alvia RealeSandra Toffolatti Corinna Lo Castro; con Reale che sembrerebbe rilevare il posto di Mariangeles Torres) ha molto di creativo e, soprattutto, non fa certo leva su un’opera cavalcandone la celebrità. Tutt’altro.
Andando indietro con la memoria, ricordiamo d’aver visto, proprio a Lucca, l’allestimento, peraltro scrivendone in era pre-arlecchina. Il giudizio non fu univoco, e va bene così, ma si tratta senz’altro di uno spettacolo assai onesto e che, chissà, magari nel tempo (lo vedemmo 8 anni fa), potrebbe pure essere cresciuto. Lo consigliamo.
Nella stessa sera, all’Accademico di Bagni di Lucca, ecco la grande Lucia Poli con il suo Animalesse: con questa artista rischiamo di peccare in obiettività (non è vero), ma, onestamente, ci sentiamo di consigliarla sempre e comunque. Andate e ci rammenterete.

Si passa a sabato, in quel di Vorno, per il progetto/bando Della morte e del morire lanciato lo scorso anno dalla Tenuta dello Scompiglio, con due performance/azioni, a partire dalle 17, negli spazi sia interni sia esterni del bellissimo centro culturale: da un lato, The action of committing suicide, di e con Irene Cantero, spagnola, affiancata in scena da Sandra Ayelo, Mar Rodríguez e Navidad Santiago, lavoro in cui ci si concentra sull’esposizione del corpo «di una persona che ha deciso di togliersi la vita nel momento dell’inizio del processo»; dall’altro, Finita, «performance per dieci donne dell’artista visiva di origini brasiliane Mariana Rocha, in cui si propone una raffigurazione del corpo femminile in un contesto di morte e vulnerabilità». Interessanti.

Infine, domenica pomeriggio (ore 16.30), allo Jenco di Viareggio, un lavoro che cattura, a partire dal titolo, la nostra attenzione: Il barone rampante è, infatti, uno dei più celebri romanzi di Italo Calvino, secondo episodio della trilogia I nostri antenati. La traduzione scenica, nella fattispecie, è curata da Andrea Bruno Savelli, protagonista del lavoro assieme a Chiara Francini, Amerigo Fontani, Manola Nifosì e Nav Gothra. Non abbiamo ulteriori informazioni su questa operazione, le scelte compiute dal regista e, dunque, non possiamo che riprometterci di vedere il lavoro, prima o poi.

Pisa e provincia – Teatri di confine e non solo

Settimana molto interessante in zona pisana, soprattutto perché entriamo nel vivo della giò menzionata rassegna Teatri di confine: tra mercoledì 3 e domenica 7 ben cinque spettacoli a Pisa. Andiamo con ordine.

Il primo appuntamento è l’unico a svolgersi al Teatro Sant’Andrea: l’ormai tradizionale Serata Explo, dedicata alla danza contemporanea. Sulla scena si susseguiranno ben tre performance, tutte ad opera di coreografi giovanissimi che hanno partecipato alla Vetrina “Giovane Danza d’Autore”. Le tre coreografie in questione sono P!nk elephant di Siro Guglielmi, Chenapan di Francesco Colaleo e Maxime Freixas, e Monarch Antigone di Mattia de Virgiliis, tutte produzioni nuovissime di cui non sappiamo ancora niente, siamo curiosi di scoprire qualcosa.

Niente per giovedì, ma ben due appuntamenti venerdì, tutto sul palco del Teatro Verdi.
Venerdì mattina Home alone, spettacolo di danza per il giovane pubblico con interazioni video, è una produzione del Balletto di Roma ideata da Alessandro Sciarroni. «Il lavoro intende porre i ragazzi di fronte alla possibilità di osservare i mezzi tecnologici come veicolo di creatività e non di mera alienazione». Argomento interessante, di cui dovremo parlare sempre di più, mentre assistiamo alla nascita di generazioni che con sempre maggior abilità fanno uso delle innovazioni tecnologiche. Portateci i vostri fratelli, figli e nipoti, e fateci sapere come va.

La sera, invece, va in scena la Butterfly di Kinkaleri. Anche questo è un lavoro per l’infanzia, nato però dallo studio dell’opera lirica (la Madama Butterfly di Puccini). La compagnia pratese ci sta particolarmente a cuore, tanto che le abbiamo estorto un’intervista: qui il questionazzo, godetevelo tutto. «In un continuo ribaltamento di figure e sagome, la scena si sviluppa in un gioco tra bidimensionalità e tridimensionalità, provocando nel pubblico un costante cambio di percezione in cui il performer agilmente interpreta i diversi personaggi della storia, mentre il canto appare nelle vesti dell’incantevole Butterfly che ripropone dal vivo le arie più celebri dell’opera».

Sabato è la volta di R.osa, spettacolo di teatro-danza di Silvia Gribaudi con la danzatrice Claudia Marsicano. «Una performance che si inserisce nel filone poetico di Silvia Gribaudi, coreografa che con ironia dissacrante porta in scena l’espressione del corpo, della donna e del ruolo sociale che esso occupa con un linguaggio “informale” nella relazionale con il pubblico. R. OSA si ispira alle immagini di Botero , al mondo anni 80 di Jane Fonda, al concetto di successo e prestazione. R.OSA è uno spettacolo in cui la performer è una “one woman show” che sposta lo sguardo dello spettatore all’interno di una drammaturgia composta di 10 esercizi di virtuosismo».

Teatri di confine termina domenica con un appuntamento imperdibile: Saremo bellissimi e giovanissimi sempre di e con Marco Chenevier. «L’interprete, ingabbiato nel compito di dover realizzare uno spettacolo su Meister Eckhart, il mistico domenicano del XI secolo, si rende conto della difficoltà dell’operazione quando oramai è stato accettato l’incarico». Chenevier è un performer interessantissimo, che abbiamo avuto il piacere di intervistare (qui) e di recensire (qui e qui). Ci saremo sicuramente, vi consigliamo di fare lo stesso.

Oltre a Teatri di confine, però, c’è anche altro, e ora ve ne parliamo.
Venerdì 5 al Teatro comunale di Lari c’è Perfetto imperfetto, con Eros Carpita e Roberto “Kirtan” Romagnoli. Il regista Loris Seghizzi riflette sul concetto di perfezione applicato al corpo umano, intrinsecamente “imperfetto”, ma forse (miracoli della scienza?) perfezionabile. Molti di noi hanno letto il capolavoro che è il Frankenstein di Mary Shelley: la scienza può dar vita a mostri? E se mostro (da monstrum, vox media, non a caso) fosse un termine come un altro per definire un possibile prodigio?

Sabato 6 arriva un inedito Shakespeare al Teatro delle Sfide di Bientina. Adam Long, Daniel Singer e Jesse Winfield anni fa si lanciarono in una sfida (quasi) impossibile: condensare tutto Shakespeare in soli 90 minuti. «Dopo aver debuttato nel 1987 al Fringe Festival di Edimburgo, questa originalissima commedia è stata replicata per ben nove anni con crescente successo al CriterionTheatre di Londra, fino a diventare uno degli spettacoli più conosciuti al mondo. Parodia di tutte le opere del Bardo – eseguita in forma comicamente abbreviata da tre attori che usano le più svariate tecniche interpretative – fare tutto Shakespeare in 90 minuti produce uno spettacolo veloce, spiritoso, fisico, pieno di risate per gli amanti e, soprattutto, per gli odiatori di Shakespeare; è una sfida teatrale, un’immersione leggera e stravagante nel mondo shakespeariano, un omaggio divertito e divertente al grande drammaturgo». Oggi, Fabrizio Checcacci, Roberto Andrioli e Lorenzo Degl’innocenti ritentano l’impresa, dando vita a Le opere complete di William Shakespeare (in versione ridotta), si prospetta una serata divertente e piena d’interesse, consigliamo.

Oltreconfine & lirica – Natale fuori stagione e lettere dall’Islam

Sul fronte lirico si segnala solo una recita secca della sempreverde Traviata di Verdi, in scena al Persio Flacco di Volterra (PI) la sera di sabato 6. Ancora una volta rinnoviamo la nostra soddisfazione per gli allestimenti lirici nei teatri di provincia, di cui però sappiamo poco o nulla. Vi diciamo solo che il podio sarà occupato dal Maestro Simone Valeri, mentre Antoniu Zamfir cura la parte scenica. Protagonisti Renata Vari (Violetta) e David Banos (Alfredo). Andate, ché un po’ di Verdi non fa mai male.

Mentre la lirica si accinge a un mese di letargo, anche le altre proposte oltreconfine iniziano a scemare. Possiamo sempre fare affidamento, però, sulla lunga tenitura della Pergola a Firenze. Questa settimana, da martedì a domenica, sarà in scena Regalo di Natale, l’adattamento teatrale del film di Pupi Avati, curato da Sergio Pierattini e con la regia di Marcello Cotugno. Protagonisti Gigio Alberti, Filippo Dini, Giovanni Esposito, Valerio Santoro e Gennaro Di Biase, per uno spettacolo che immaginiamo ben fatto e piacevole: registriamo un altro caso di quello strano fenomeno per cui il teatro cerca titoli, attori e popolarità nella settima arte, ricordando i bei tempi andati quando erano il cinema e la televisione a modellarsi sull’arte scenica.

Anche Prato non delude e continua la sua lunga e intensa programmazione. Questa settimana al Fabbricone arrivano Franco Branciaroli e Marina Occhionero, protagonisti di Lettere a Nour di Richard Benzine, «islamologo e filosofo francese di origine marocchina, eesponente di quella nuova generazione di intellettuali dediti allo studio del Corano in un’ottica di dialogo con le altre culture e religioni occidentali». Si promette uno sguardo non banale sul rapporto tra cultura islamica e cultura occidentale, e ci sembra che il teatro possa costituire uno spazio-tempo ideale per offrire una visione diversa e più approfondita su un tema affrontato sempre buttandola in caciara. La regia è di Giorgio Sangati e in scena sarà presente il trio Mothra, con un organico molto interessante. Da giovedì a domenica (e, come al solito, occhio agli orari).

Continuate pure a seguirci, ma magari ricambiate il favore: conoscete mica un idraulico affidabile?