ARCHIVIO SPETTACOLI

    Ti regalo la mia morte, Veronika; Bellini – Latella

    Titolo: Ti regalo la mia morte, Veronika

    liberamente ispirato alla poetica del cinema fassbinderiano
    di Federico Bellini e Antonio Latella
    regia Antonio Latella
    con Monica Piseddu
    e con Valentina Acca,Massimo Arbarello, Fabio Bellitti, Caterina Carpio, Sebastiano Di Bella, Nicole Kehrberger, Candida Nieri, Fabio Pasquini, Annibale Pavone, Maurizio Rippa
    scene Giuseppe Stellato
    costumi Graziella Pepe
    suono Franco Visioli
    luci Simone de Angelis
    ombre Altretracce
    assistente alla regia Brunella Giolivo

    liberamente ispirato alla poetica del cinema fassbinderiano
    di Federico Bellini e Antonio Latella
    regia Antonio Latella
    con Monica Piseddu
    e con Valentina Acca,Massimo Arbarello, Fabio Bellitti, Caterina Carpio, Sebastiano Di Bella, Nicole Kehrberger, Candida Nieri, Fabio Pasquini, Annibale Pavone, Maurizio Rippa
    scene Giuseppe Stellato
    costumi Graziella Pepe
    suono Franco Visioli
    luci Simone de Angelis
    ombre Altretracce
    assistente alla regia Brunella Giolivo

    Con Ti regalo la mia morte, Veronika, Antonio Latella incontra per la seconda volta la poetica di Rainer Werner Fassbinder, dopo la messa in scena de Le lacrime amare di Petra von Kant nel 2006. La base di questo nuovo lavoro non è però un testo teatrale dell’autore bavarese, ma parte dell’opera cinematografica che Fassbinder ha dedicato alla rappresentazione e all’analisi della donna. Partendo dalla rievocazione della vicenda di Veronika Voss, ultima tra le protagoniste del suo cinema, lo spettacolo incontra alcune tra le figure femminili grazie alle quali il regista ha consegnato forse una grande, unica opera in cui sguardo cinematografico e biografia personale tendono inevitabilmente a coincidere. Una corsa folle, senza protezioni, una prolungata allucinazione dove realtà e finzione diventano quasi indistinguibili. Entriamo così nella mente di Veronika, diva sul viale del tramonto e vittima della morfina somministrata da medici senza scrupoli, dove i ricordi e i personaggi rievocati diventano apparizioni in bianco e nero, il nero come forma perfetta che fagocita gli altri colori e il bianco della purezza ma anche del lutto. E, inevitabilmente, il bianco della morfina che trasforma le memorie in gratificazioni, deforma ogni percezione fino a rendere accettabile la morte come possibilità o liberazione. Un viaggio in cui Veronika e le altre eroine del cinema fassbinderiano regalano il proprio sacrificio al loro ideatore, il regista, il medico ma anche il carnefice Fassbinder, a sua volta, probabilmente, personaggio del suo stesso dramma.

    SGUARDAZZI/RECENSIONI