Le cose che si possono fare in 4h20′

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Quattro ore e venti minuti (intervallo incluso e ritardo escluso): tanto dura Vita di Galileo, lo spettacolone di Gabriele Lavia che ha da poco debuttato a Torino, per poi sostare a Firenze (ne parliamo qui). Non ci spaventa certo la durata di uno spettacolo, anche se la scopriamo quando ci sediamo, digiuni, nella comoda platea del Teatro della Pergola di Firenze. Vorremmo però che Lavia (ma non personalizziamo: chiunque faccia uno spettacolo così lungo) avesse idea di quanto durino  quattro ore e venti minuti e di quante cose potremmo fare in quel lasso di tempo in cui chiede la nostra attenzione (nonché i nostri soldi). Arriveremmo addirittura a una giornata lavorativa, se contassimo le altre tre ore e mezzo che servono per arrivare da fuori Firenze (e ritorno), trovare parcheggio, salutare persone, aspettare lo stesso Lavia all’uscita e pestarlo. Siamo buoni, e queste altre 3 ore e mezzo non le fatturiamo.

Le cose che si possono fare in 4 ore e 20 minuti (260 minuti):

  • Correre la maratona (42km) all’imbarazzante ritmo di 6:09 min/km;
  • Assistere a due Traviate senza interruzioni;
  • Vedere C’era una volta in America con due pause per il bagno;
  • Farsi 35 docce;
  • Soddisfare più della metà del fabbisogno giornaliero di sonno;
  • Percorrere in macchina il tratto da Pisa a Cannes (compresa la fila al casello);
  • Rifare il letto 86 volte;
  • Cuocere a fuoco lento il baccalà alla vicentina, o la trippa di vitello;
  • Concludere decine di mani di Texas Hold’em;
  • Deglutire dalle 250 alle 300 volte;
  • Sbattere le palpebre circa 1200 volte;
  • Sfogliare tutto l’elenco telefonico, leccandosi accuratamente l’indice;
  • Vestire una Barbie con un centinaio di outfit differenti;
  • Caricare due lavatrici, aspettare che finisca il ciclo lento con centrifuga e risciacquo, e stendere il bucato;
  • Volare dall’aeroporto di Pisa a Dublino e ritorno;
  • Ingravidare dalle 4 alle 10 donne (dipende dai tempi di ripresa: se sei Umberto Orsini anche 16);
  • Morire asfissiato in uno stanzino di piccole dimensioni;
  • Montare svariate librerie Billy dell’Ikea;
  • Digerire un abbondante fritto misto di totani e paranza;
  • Vedere 6 puntate e mezzo di Breaking bad o 13 dei Simpson;
  • Aspettare che la batteria del pc si scarichi rimanendo ipnotizzati davanti allo screen saver;
  • Riaversi da una sbronza di Cynar;
  • Giocare due partite di pallone (e una delle due può finire ai rigori, dopo i supplementari);
  • Vedere metà del documentario Shoah di Claude Lanzmann;
  • Leggere Vita di Galileo almeno una volta;
  • Sentire Gabriele Lavia che legge il presente elenco.
Andrea Balestri
Non è il Pinocchio di Comencini. Apparentemente giovane, studia teatro (non solo) musicale tra Pisa e Roma. Serie tv, pulizie e viaggi in treno occupano il resto della sua vita. Archivia i ricordi in congelatore e si lava i capelli tutti i giorni.

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