La settimana a teatro: 13-19 giugno

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Il Calendazzo langue ancora, Arlecchino, invece, no. Ecco quel che possiamo segnalarvi in questi giorni.

Firenze e provincia − Ancora Lear; fine dell’umanità e raggi di sole per Fabbrica Europa; Lavia e Amleto

Silvia-Pasello-Maria-Bacci-Pasello-Lear-foto-di-Roberto-Palermo-2Ultime due repliche per il Lear di Roberto BacciStefano Geraci (entrambi adattatori drammaturgici, il primo anche regista), le sere di martedìmercoledì alla Pergola. Ottima occasione per assistere a uno spettacolo sulla cui circolazione non abbiamo notizie certe, ma che, a regola di FUS se non abbiamo inteso male, dovrebbe ancora raggiungere il numero minimo di repliche. Elzeviri da legulei, comunque determinanti in tempi di spettacolazione (!!!). Non ci resta che invitarvi ad andare, segnalando la recensione scritta da dall’arlecchina Gemma Salvadori e pubblicata tempo addietro.
fe16 - Atto-dueViene evocato Kraus, ma non solo, alla Limonaia di Sesto Fiorentino: da martedìgiovedì, in scena Il teatro della tragicomica fine dell’umanità, testo di Silvano Panichi (che viene assistito in regia da Andrés Morte e Ilaria Cristini) per un letterario collage di primo Novecento, ripescando, oltre a quelli del grande autore viennese, scritti di Robert Musil e del “nostro” Filippo Tommaso Marinetti. L’allestimento prodotto da Atto Due/Laboratorio Nove e ospitato da Fabbrica Europa si cala in quella Mitteleuropa che è stata sia la culla della cultura a cavallo tra XIX e XX secolo sia l’alveo da cui è sorta la I Guerra Mondiale. Scrive Panichi: “Sono i proprietari delle macchine, delle armi, delle parole che guidano le masse, che torturano con la bellezza del sangue; sono quelli che abitano nei Castelli senza porte d’uscita, quelli che decidono chi deve stare in trincea, quelli che hanno il fischietto attaccato al collo“.
Ancora provincia per Fabbrica Europa che, venerdì sabato, arriva sino a Certaldo, presso gli ex Macelli, con Multilove/Sunshine, progetto di Lorenzo Cianchi e Tiziano Massaroni: si tratta di un lavoro corale (dodici i performer in azione) basato su una serie di micro atti all’interno di spazi non specifici a innescare un meccanismo di “adattamento tra luogo, movimento e spettatore”.
fe16 - Multilove-Sunshine-_-Primavera-Contu_-©Simona-FossiCitiamo ancora la peculiare presentazione: “Il progetto ha anche una profonda natura di talent scouting, che nasce dall’esigenza di registrare azioni che ancora non sono diventate qualcosa di concreto. Per questo il progetto è anticipato da un workshop in cui i performer si relazioneranno tra loro come esperienza di condivisione dei vari linguaggi dell’arte performativa“.
1 LOW Gabriele Lavia _ ph. Filippo MilaniDulcis in fundo, torniamo all’amata-odiata Fiorenza, per segnalare il ritorno di Gabriele Lavia: il teatro estivo proposto all’interno del Museo del Bargello (presto scriveremo qualcosa al riguardo) ospita Amleto, narrato, chiosato, commentato dal grande attore lombardo. Abbiamo memoria di una simile iniziativa al Verdi di Pisa (marzo 2008, citiamo a memoria) e non ci siamo ancora ripresi: sei ore, e no, non scherziamo.

Metà settimana e sabato − Roberto Castello, tra economia e afflati biblici

ALDES-Trattato-di-economia-di-e-con-Roberto-Castello-e-Andrea-Cosentino-ph.-Ilaria-Scarpa-6Per il secondo anno consecutivo, la versione pistoiese di Teatri di confine ospita un lavoro di Roberto Castello: e se lo scorso anno ad andare in scena era In girum imus nocte (et consumimur igni), visto a più riprese e qui recensito, questa volta sarà il bel Trattato di economia, realizzato dal coreografo con il bravo Andrea Cosentino, ad abitare lo spazio scenico offerto dal Centro Culturale Il Funaro, nella serata di mercoledì 15. A proposito di questo lavoro, ci siamo espressi abbondantemente: su altra testata in prima persona, su queste colonne grazie a Maria Feliciano in occasione d’una replica a Buti, ma pure con Sara Casini e Andrea Balestri i quali, congiuntamente all’autrice della recensione arlecchina, hanno inserito il titolo tra i migliori spettacoli visti nel 2015. Cosa dire di più? Andate a vederlo, a meno che non vogliate vedere Francia-Albania all’Europeo di calcio.
Sabato 18, invece, Castello sarà di scena a Pescia, presso la Fabbrica dell’Ossi, con una performance intitolata Genesi di cui sappiamo poco o niente, se non che vi sarebbero coinvolti i bravi Mariano Nieddu, Giselda Ranieri e Stefano Questorio. Da estimatori sia degli artisti sia della Fabbrica, volentieri sosteniamo l’iniziativa.

Fine settimana − Performance, tra Scompiglio e Teatro Rossi Aperto 

CC_primoStudioHa un titolo assai bizzarro, ossia CC – Claude Cahun Contre Culture. Tertium non datur?, il lavoro di Salvatore Insana ed Elisa Turco Liveri che dà seguito alla rassegna Assemblaggi provvisori promossa dalla Tenuta dello Scompiglio, a Vorno. Nelle sere di sabato domenica, infatti, si darà doppia replica alla performance, realizzata con la collaborazione di Silvia Albanese, Lucia Biolchini e Silvia Mazzucchelli, che ha lo scopo d’indagare sulle molteplici stratificazioni identitarie della scrittrice francese Claude Cahun, perseguitata e perché ebrea e perché omosessuale, concentrandosi sulla mobilissima vocazione espressiva dell’artista, che, “passando dalla letteratura al collage, dalla fotografia al teatro“, si faceva “anticipatrice di un atteggiamento inafferrabile verso la creazione, all’insegna della traslazione delle forme e dei concetti nello spazio e nel tempo, nella stratificazione del lavoro su più linguaggi e più piani“. Arlecchino non esclude sguard(azz)i, benché non possa neppure garantirli.
Chiudiamo, infine, con la segnalazione della proposta di domenica sera al Teatro Rossi Aperto di Pisa: il titolo è SOTTERRANEO – parte I: il trionfo della morte, performance ideata da Maria Teresa Soldani (chitarre, synth, drones, loops), la cui prima parte (Il trionfo della morte, appunto) è stata composta assieme a Fausto Caricato (pianoforte, synth, drones, loops). L’iniziativa, che coinvolge il progetto multiespressivo AMERICAN SPLENDOR e la disegnatrice pisana Silvia Rocchi, è ispirata a al romanzo Underworld dello scrittore statunitense Don De Lillo e unisce musica a illustrazioni realizzate dal vivo, per una composizione “aperta a momenti d’improvvisazione sia musicale, sia pittorica“.

Anche questa è fatta. Buone visioni.

Igor Vazzaz
Toscofriulano, rockstar egonauta e maestro di vita, si occupa di teatro, sport, musica, enogastronomia. Scrive, suona, insegna, disimpara e, talvolta, pubblica libri o dischi. Il suo cane è pazzo.

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