MDLSX, un’autobiografia a metà tra fiction e realtà

Sguardazzo/recensione di "MDLSX"

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Cosa: MDLSX
Chi: Silvia Calderoni
Dove: Pontedera (PI), Teatro Era
Quando: 05/03/2016
Per quanto: minuti

MDLSX nasce dalla collaborazione decennale tra la compagnia Motus e Silvia Calderoni. Lo spettacolo affronta il tema del conflitto nella dimensione dell’identità di genere, attraversando eventi autobiografici della stessa Silvia, raccontati insieme a testi narrativi e politici, che costituiscono una linea di finzione parallela a quella autobiografica. Tra i riferimenti testuali presenti nello spettacolo, troviamo i manifesti di Paul B. Preciado, Donna Haraway, riferimenti a Judith Butler (tra cui parte di un’intervista, che noi sentiamo dalla registrazione originale, un breve intervallo nella colonna sonora, tra una traccia musicale e l’altra) e il romanzo Middlesex di Jeffrey Eugenides.

Silvia diverrà Calliope, protagonista del romanzo premio Pulitzer; una bambina che crescendo sentirà sempre di più il conflitto della sua identità di genere, sentendosi ospite in un corpo che non le appartiene, tanto che il nome stampato nella sua patente sarà Cal.

MDLSX_ Motus- Photo by Theo CoteLo spettacolo, definito dalla compagnia un ordigno sonoro, si struttura attraverso l’alternarsi di più di venticinque tracce musicali (Rem, Smashing Pumpkins, Talking Heads, Air, The Dresden Dolls, Stromae) direttamente gestite da Silvia Calderoni attraverso un impianto audio, mixer e PC, posto in scena su un tavolo che attraversa orizzontalmente lo spazio scenico. Il fondale è costituito da una parete che fa da schermo, su cui sono proiettate sia le parole pronunciate da Silvia, sia le tracce musicali che lei mixa insieme alla sua voce sempre filtrata attraverso l’utilizzo di un microfono.

Sola in scena, per circa un’ora e venti, la Calderoni trasforma il proprio aspetto, dimostrando un’espressività corporea che produce un impatto emotivo fortissimo sul pubblico.

Una parziale autobiografia della Calderoni è raccontata attraverso l’utilizzo di riprese video. Silvia si relaziona con se stessa attraverso l’utilizzo di una videocamera, che in scena funge da specchio, trasferendo l’immagine ripresa in diretta, sul fondale. Alle immagini riprese in diretta si alternano vecchi filmini di famiglia che la ritraggono prima bambina, poi adolescente. Viene costruito così un racconto che associa la Silvia del passato e la Silvia del presente, che si racconta enunciando frasi tratte dai testi che ho ricordato, ma soprattutto attraverso alcuni brani di Middlesex.

(di Yuri Costantino)

VERDETTAZZO

Perché:
Se fosse... un quadro sarebbe... "Vesuvius" di Andy Warhol

Locandina dello spettacolo



Titolo: MDLSX

regia Enrico Casagrande & Daniela Nicolò
drammaturgia Daniela Nicolò & Silvia Calderoni
con Silvia Calderoni
suoni Enrico Casagrande
in collaborazione con Paolo Baldini e Damiano Bagli
luci e video Alessio Spirli


MDLSX è un piccolo ordigno sonoro, inno lisergico e solitario alla libertà di divenire, al gender b(l)ending, all’essere altro dai confini del corpo, dal colore della pelle, dalla nazionalità imposta, dalla territorialità forzata, dall’appartenenza a una Patria. Di “appartenenza aperta alle Molteplicità” scriveva Rosi Braidotti in On Becoming Europeans, avanzando la proposta di una identità post-nazionalista… Ed è verso la fuoriuscita dalle categorie – tutte, anche artistiche – che MDLSX tende. È uno “scandaloso” coming-out teatrale di Silvia Calderoni che – dopo 10 anni con Motus – si avventura in questo esperimento dall’apparente formato del D-jay/ Vj Set, per dare inizio a una esplorazione sui confini che si catalizzerà, nel 2016, in Black Drama. Chi era Pilade? In MDLSX collidono brandelli autobiografici ed evocazioni letterarie: Cal è il diminutivo del cognome di Silvia, e di Calliope, protagonista ermafrodita del romanzo di Jeffrey Eugenides - e sulla confusione tra fiction e realtà MDLSX oscilla - da Gender Trouble a Undoing Gender. Citiamo Judith Butler che, con A Cyborg Manifesto di Donna Haraway, il Manifesto Contra-sexual di Paul B. Preciado e altri cut-up dal caleidoscopico universo dei Manifesti Queer, tesse il background di questa Performance-Mostro. «Il cambiamento necessario è talmente profondo che si dice sia impossibile, talmente profondo che si dice sia inimmaginabile. Ma l’impossibile arriverà e l’inimmaginabile è inevitabile» (Manifesto Animalista, Paul B. Preciado)