Buchi

Sguardazzo/recensione di "Stasera sono in vena"

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Cosa: Stasera sono in vena
Chi: Oscar De Summa
Dove: Castiglioncello (LI), Castello Pasquini
Quando: 09/07/2016
Per quanto: 60 minuti

E finalmente, dopo averlo mancato in almeno tre occasioni, riesco a vedere a Castiglioncello Stasera sono in vena di Oscar De Summa. A dire il vero anche questa volta ho rischiato di “sbucciarlo” (siamo a Castiglioncello, appunto, un tocco di slang labronico ci può stare), per colpa di una di quelle variazioni al programma dell’ultimo minuto che rendono i festival estivi a-do-ra-bi-li (a proposito, non mi unirò al coretto melenso di chi piange le sventure di Castello Pasquini, tanto i giornaletti come il nostro ne son pieni).
Mentre io mancavo l’appuntamento con lo spettacolo, lo spettacolo accumulava premi e consensi in quantità («imperdibile», «potente», «trascinante», e via dicendo). La cosa mi indispettiva (possibile che solo io non l’abbia visto?, mi dicevo), facendomi dimenticare la prima regola del maturo frequentatore di teatri: mai ascoltare i pareri altrui. Perché i 60 minuti del monologo recitato da De Summa, seduto su una cassa che amplifica il microfono che ha davanti, mi sono sembrati davvero lunghi e indigesti.

Siamo in Puglia, metà anni Ottanta, più o meno, Salento «o quasi». Un gruppetto di giovani perdigiorno, cui si unisce la “straniera” Sandra, trascorre l’estate con l’unico impegno quotidiano di trovare di che drogarsi, hashish, hashish, eroina, eroina.
Lungo le strade assolate della regione, gli incontri con spacciatori, con altri tossici, con piccoli e grandi criminali; tutta una serie di personaggi grotteschi, le cui deformità – fisiche e mentali – possono strappare qualche risata, grazie anche all’uso parsimonioso ed efficace del dialetto (le voci si moltiplicano, interferiscono tra di loro), ma riescono nel complesso assai prevedibili (la componente autobiografica c’è e si avverte, le “licenze” narrative pure). Come prevedibili e scontati sono pure gli snodi della storia: la discesa nell’abisso della dipendenza (colpa del mal di vivere, o della Madre Solitudine, come la chiama il protagonista), la possibilità di redenzione offerta dalla donna-angelo (dove? In un paradisiaco aranceto, ovviamente. Ma l’opportunità non viene colta…), le abiezioni dovute alle crisi d’astinenza, l’irreparabile tragedia di un’overdose.

DE SUMMA stasera 3A far da colonna sonora una playlist di classiconi del rock dell’epoca (e non solo), cantati o abbozzati da De Summa: Doors, Iggy Pop, Bowie, Pink Floyd, fino alla chiusura  sulle note struggenti di Hallelujah, di Leonard Cohen (anche questa non certo sorprendente, ricordo almeno altri due spettacoli che vi si appoggiano).

Non si discutono le doti attoriali di De Summa – che ha portato al Festival Inequilibrio un trittico di suoi lavori recenti (oltre a questo, Diario di provincia e La sorella di Gesucristo, anch’essi affondati nelle piaghe esistenziali del profondo Sud) – ma di Stasera sono in vena ricorderò probabilmente solo la poesia dell’ultima luce che sfiora le pietre dell’arena nel giardino di Castello Pasquini.

VERDETTAZZO

Perché: No
Se fosse... una scimmia sarebbe... sulla schiena

Locandina dello spettacolo



Titolo: Stasera sono in vena

di e con oscar de summa
una produzione “La Corte Ospitale”
colaborazione Armunia
foto manuela giusto
progetto luci matteo gozzi

https://www.youtube.com/watch?v=5fpKXbytOuo


di e con oscar de summa una produzione "La Corte Ospitale" colaborazione Armunia foto manuela giusto progetto luci matteo gozzi C’è un certo scollamento tra la realtà che noi produciamo e la nostra percezione della stessa, la nostra comprensione di questa realtà e il comportamento che ne consegue. L’uomo ha cambiato il suo mondo ma poi non è stato in grado di seguirlo questo mondo, di dominarlo. Questo scollamento si chiama MALPASSO. Io sono qui! Sono vivo! Sfuggire al dolore, in particolare a quel dolore della nostra anima, a quello del nostro spirito che non trova collocazione nella società, a quello provocato dal sentirsi sempre “pesci fuor d’acqua” diventa il nostro obiettivo. Ed è qui che prima di tutto fa breccia l’idea di una “panacea per tutti i mali”, una medicina che ci tolga dall’imbarazzo di vivere, è qui che fa il suo ingresso trionfale ed incontrastato “la droga”. Stasera sono in vena è uno spettacolo ironico, di un’ironia amara, in cui Oscar De Summa analizza parte della sua adolescenza in un periodo, gli anni ottanta, in cui in Puglia si è venuta a formare la Sacra Corona Unita. Un’organizzazione che ha allargato i suoi settori di investimento, scoprendo che il disagio umano è tra gli articoli che rendono di più sul mercato. È il racconto di una terra che decide di cambiare direzione, di appropriarsi del proprio male, sullo sfondo di un altro cambiamento, nella direzione opposta, ovvero la caduta del muro di Berlino che tanta sensazione che le cose potessero cambiare aveva prodotto. Si sorride delle vicende del protagonista dall’inizio alla fine anche se, di tanto in tanto, ci viene ricordato che quello di cui stiamo parlando è vero, è già successo, gettando una luce sinistra su un presente dove gli introiti da droghe performative, come la cocaina, raggiungono cifre che superano il Pil di alcune nazioni come la Spagna o la stessa Italia.

Carlo Titomanlio
È una persona serissima.