La settimana a teatro: 14-20 novembre

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Altro giro, altra corsa. A novembre si entra nel vivo dell’attività scenica “regolare”, benché manchino all’appello ancora un discreto numero di teatri. Vediamo cosa ci propongono questi giorni, con e oltre il nostro Calendazzo.

Da mercoledì (anzi no) sino a domenica − Pisa e provincia tra rinvii, mito, Fo e lirica

Le stagioni del Teatro Nazionale della Toscana non sembrano illuminate dallo “stellone”, in questo primo scorcio d’annata: dopo i cambi di programma che hanno investito la Pergola qualche settimana fa, ecco che un altro piccolo incidente costringe a rimandare la messinscena di L’uomo dal fiore in bocca, regia di Gabriele Lavia, prevista per le sere di martedì e mercoledì a Pontedera. Sfortuna nella sfortuna: lo spettacolo di mercoledì sarebbe stato anticipato dal monologo, su medesimo spunto pirandelliano, di Dario Marconcini, cui avremmo assistito più che volentieri (visto che ci siete, leggetevi le sue risposte al questionazzo arlecchino). Tutto rimandato a fine gennaio.
Nudi e crudi-monti-calabresifotodifrancescamartinoNon distante dall’Era, inteso come teatro, c’è il VerdiSanta Croce sull’Arno: nella sera di mercoledì si terrà la prima stagionale con Nudi e crudi, commedia di Alan Bennett, protagonisti Maria Amelia Monti e Paolo Calabresi (sì, lui, il Biascica della sitcom Boris), per la regia di Serena Sinigaglia. Si va sul sicuro, in ogni senso: testo divertente, regia e interpreti consolidati, ingredienti giusti per una serata carina, che difficilmente cambierà la vita degli spettatori, ma può anche andare bene così.
Giovedì sera, invece, ha inizio la piccola, gagliarda “stagioncina” pisana intitolata Il teatro e la città, presso il Cinema Teatro Nuovo, spazio sito nella piazza della stazione ferroviaria centrale. A “battezzare” l’iniziativa, un lavoro a cura delle compagnie Teatro del TèTeatro Trabagai (quest’ultima è una parola del vernacolo pisano e livornese che significa, più o meno, “casino”, “confusione”) dal titolo Ulissea. Per quanto lodevoli, certe iniziative sono un po’ avare di informazione e noi vi diciamo quel (poco) che sappiamo.
marina-de-juli-johanna-padana-sito-quaranthanaEccoci, quindi, alla fine di settimana: venerdì sera, ancora spettacolo a Corazzano, con la peculiarissima e consigliata versione muliebre di Johanna Padana a la discoverta de le Americhe, riscrittura a opera dell’attrice-autrice Marina De Juli, una presenza ricorrente dalle parti del Teatrino dei Fondi. Un monologo, dunque, ispirato a e dallo stesso Dario Fo (proprio così: fu proprio l’artista a proporre questo lavoro a De Juli) per ridere, senza dubbio, ma anche riflettere sulle contraddizioni di una discoverta importantissima per la storia occidentale e, ampliando il punto di vista, sulle possibilità di confronto tra culture diverse. Ci piacerebbe parlarvene, chissà.   
La settimana della provincia di Pisa si chiude con la “doppietta” cittadina di un peculiare assemblaggio di titoli d’opera: due terzi del Trittico pucciniano (Suor AngelicaGianni Schicchi, con l’esclusione di Il tabarro) anticipati da Sancta Susanna, atto unico che il tedesco Paul Hindemith firma nel 1921 su libretto di August Stramm. Idea e produzione sono del Teatro Verdi, motivo di più per essere incuriositi, oltre a sapere che sul podio troveremo Daniele Agiman e, nella buca, l’Orchestra Arché. La regia è di Lorenzo Maria Mucci, e il cast di cantanti, in cui non brilla il “nome famoso”, ci pare costituito da un bel gruppo di professionisti in (glielo auguriamo) ascesa. Sabato seradomenica pomeriggio al Verdi: non escludiamo di parlarvene.

Fine settimana  Gli spettacoli in provinca di Lucca, tra Viareggio, Porcari, Camaiore e Vorno

Valentina_Bischi_3_ag_FedericoViareggio, non si va in scena da un po’, se escludiamo la canzonetta durante il carnevale (prima o poi ve ne parleremo), questo al di là dei trionfalismi strombazzati qua e là circa la salute degli spazi toscani e del teatro in generale. Dove non arrivano i luoghi scenici deputati (il Politeama è sempre più soltanto cinema, lo Jenco in quasi disarmo), giungono situazioni “non convenzionali” cui va, sia chiaro, tutto il nostro supporto: pensiamo all’Officina Dada Boom, ma anche alla Libreria 22, in via Mazzini, che, martedì sera ospiterà il ritorno “in scena” di Valentina Bischi e il suo La Panne, testo di Friedrich Dürrenmatt, allestito e adattato sempre agli spazi che lo ospitano, in grado di unire azione e narrazione. Ce ne ha parlato, tempo fa, l’arlecchina Anna Solinas, con un certo entusiasmo. Andateci, quanto a noi, faremo il possibile.
Prosegue la piccola rassegna presso l’Auditorium alla-moda-del-varietaVincenzo da Massa Carrara (chi ha intitolato lo spazio a tale personaggio senza dubbio meritevole, doveva senz’altro odiare chi fa informazione) a Porcari: venerdì sera, arriva Alla moda del varietà, scritto e interpretato da Antonella Carone, Loris Leoci e Tony Marzolla, con la supervisione artistica di Marinella Anaclerio. Affettuoso tributo al mondo del varietà, al grido di “Lei è un cretino, s’informi!”, tra reminiscenze petroliniane e gag di Totò. L’Italia, per vari motivi, non ha avuto il cabaret (quello storico, nato a Le Chat Noir di Parigi): il varietà ha rappresentato, in qualche modo, la “risposta” tricolore a quel genere de-genere destinato a un successo continentale. Potremmo andare a vedere.
secondo-rosso-veio-torcigliani-locandinaLa stessa sera, al Teatro dell’Olivo di Camaiore, un’iniziativa glocal che ci pare degna di nota: Veio Torcigliani, basso lirico di vaglia nonché artista scenico di vocazione eclettica, dirige un’azione drammatica in frammenti scenici ispirata all’opera di Pier Maria Rosso di San Secondo, dall’evocativo titolo Secondo rosso. In scena, una compagnia di artisti che, alla lettura dei nomi, diremmo indigeni, quali Barbara Masi, Filippo Angeli, Fabio Barsella, Iacopo Crudeli, Mario Ghilardi e Roberto Panichi. Non ve l’assicuriamo, ma vorremmo vedere.
Waiting Room, Uccelli (2016)Sabato sera, invece, ecco che ritorna il progetto Assemblaggi provvisori alla Tenuta dello Scompiglio di Vorno: sarà la volta di Waiting Room, progetto e ideazione di Barbara Uccelli, presente in chiave performativa assieme a Cecilia Bertoni, su “musica, suoni e rumori” a cura di Carl G. Beukman. Si tratta di “un dialogo muto in una sala d’aspetto.
Due donne condividono uno stesso spazio e inconsapevolmente sono sotto esame. Come cavie in un laboratorio, le loro azioni saranno giudicate e porteranno a una scelta finale, dove solo una di loro sarà considerata idonea e l’altra respinta“. Potremmo andare a vedere.

Oltre confine/1 − Prato e Pistoia, tra drag, danza e Omini

dragpennyoperaQuattro giorni (da giovedìdomenica) dedicati a una disincantata e spiazzante riflessione sui temi della diversità, del genere e del rapporto tra i sessi: questo, e molto di più, ci par essere Dragpennyopera, opera buffa e seria al contempo, ispirata a The Beggar’s Opera di John Gay. Cinque performer in scena, una locandina articolatissima, la regia di Sax Nicosia per animare il Metastasio, e davvero ci piacerebbe che un qualche arlecchino andasse a sbirciare. Non siamo ubiqui, ma ci proveremo.
cantico-dei-cantici_01Prosegue, invece, a Pistoia, la serie di performance della compagnia di Virgilio Sieni: nella serata di giovedì, infatti, al Manzoni approderà il Cantico dei cantici già andato in scena a Firenze: il contrabbasso di Daniele Roccato accompagnerà le evoluzioni fisiche di Claudia Caldarano, Luna Cenere, Riccardo De Simone, Maurizio Giunti, Giulia Mureddu e Davide Valrosso, per una coreografia ispirata ai temi di uno dei capolavori compresi dalla Bibbia che partecipa d’una lunga indagine dell’artista a proposito della grande letteratura antica.
IE16 OMINI - PIU CARATIConsigliatissima prima nazionale, inoltre, al Bolognini, per le serate di venerdì sabato: debutta il nuovo lavoro del gruppo Gli Omini, dal curioso titolo Più carati, ispirato a una non troppo chiara “crisi generazionale” che è anche crisi dei rapporti, crollo delle certezze dinanzi a un imprevisto dubbio esistenziale. È “la storia vera e semplice di tre amici che lavorano insieme e insieme tirano a campare. Tre amici che un giorno come tanti, alla soglia dei quarant’anni, trovano un mucchio di soldi per terra. Questi soldi, guadagnati per caso e arrivati tra le mani del gruppo, scatenano un’ora di sogni, fantasie sopite, dubbi, deliri, paranoie, entusiasmi, rabbie“. Siamo ufficialmente incuriositi e, se possibile, ci andremo.

Oltre confine/2 − A Firenze, pure troppo, purtroppo

ubu_roi_una_foto_dello_spettacoloCorre l’obbligo riassumere e comprimere, ché le proposte fiorentine iniziano a essere davvero troppe e meritevoli di una trattazione a sé stante che non possiamo permetterci. E, comunque, per chi ama il teatro vero, non c’è storia: a Rifredi, da martedìsabato sera, torna in scena l’Ubu Roi nella versione di Roberto Latini; vedemmo lo spettacolo al debutto (febbraio 2012, sotto la neve che bloccava la Toscana), per poi tornarlo a vedere quasi due anni dopo; ne abbiamo scritto e letto, anche qui (ecco il pezzo di Carlo Titomanlio). Al di là del nostro, personalissimo, amare (in modo laico, e ne daremo prova) Latini, sottolineiamo la qualità di un lavoro davvero composito e ben amalgamato (uno scandalo, e non scherziamo, che all’irresistibile mère Ubu di Ciro Masella non siano stati assegnati premi, foss’anche alla miglior interpretazione femminile): insomma, chi può, corra a vedere. Noi ve l’abbiam detto.
Intanto, prosegue la stagione della Pergola, con la prima nazionale (da venerdì sino a domenica) di L’anatra all’arancia, nella rilettura di Luca Barbareschi: ve la segnaliamo, ma non ci incuriosisce. Come non ci incuriosisce affatto, se non per un malinteso gusto perverso, il mega show che vede in cartellone Leonardo PieraccioniGiorgio PanarielloCarlo Conti, di scena al Mandela Forum nelle date di stasera (lunedì 14) per poi continuare a replicare a fine mese e a gennaio: da amanti e, diciamocelo, un po’ esperti di robe toscane, il fatto che l’allestimento neppure abbia un titolo (sotto i nomi compare solo l’espressione Il tour) ci pare molto, ma molto indicativo. Per la perversione di cui sopra, in futuro ne parleremo: garantito.
la-sfocatura-dei-corpiChi ama la scena contemporanea e la performance, può anche rivolgere l’attenzione al bel Teatro Cantiere Florida, dove, mercoledì sera, arriva un lavoro di Roberto Zappalà su musiche di John Cage, Sergej Prokof’ev e Pink Floyd, dedicato a un classico del teatro scespiriano. Titolo particolare, Romeo e Giulietta1.1 La sfocatura dei corpi, così come le premesse registiche: “Cosa ci fa sentire sfocati, quando ci sentiamo sfocati?Tecnicamente, (in ottica, fotografia, cinema), la sfocatura è una questione di distanza. La distanza tra il centro focale dell’obiettivo e “l’oggetto” inquadrato; se questa distanza è inferiore o superiore ad una certa misura l’oggetto risulta, appunto, sfocato. Riportando tutto ai due amanti di Verona ci sentiamo sfocati quando “percepiamo” che la distanza tra noi e il mondo, tra noi e l’amato non è quella giusta; quando la distanza che ci separa dall’essere amato è condizionata dal proprio essere nel mondo; quando siamo, ci sentiamo, crediamo di essere, troppo vicini, o troppo lontani. Siamo tutti Romeo e Giulietta”.
Infine, da ultimo e a titolo informativo, citiamo le proposte gigliate per gli amanti del melodramma: giovedìsabatodomenica, al Nuovo Teatro dell’Opera, ecco La bohème, per la direzione “alternata” tra Daniel OrenIvan Ciampa (regia di Lorenzo Mariani) e produzione del Teatro di Bologna. Venerdì sabato al Goldoni, inoltre, Vento della sera, o L’orribile banchetto, di Jacques Offenbach, per una doppia direzione al femminile: sul podio Silvia Spinnato, mentre la direzione scenica è di Silvia Paoli, per un’occasione che ci pare meritevole di uno sguardazzo, non fosse che la settimana è davvero molto, molto ricca di proposte. Noi, però, ve l’abbiamo detto.

Vogliateci bene, e andate a teatro.

Igor Vazzaz
Toscofriulano, rockstar egonauta e maestro di vita, si occupa di teatro, sport, musica, enogastronomia. Scrive, suona, insegna, disimpara e, talvolta, pubblica libri o dischi. Il suo cane è pazzo.

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