«E anche questo Natale…» completate voi la dotta citazione, mascherine, ché tanto lo sappiam bene, ve la tirate da intellettuali, ma, sotto sotto, (anche) da lì venite (e veniamo). Il 2018 principia in tromba, il Calendazzo è pieno come i vostri stomaci la sera di Santo Stefano e la presente puntata di consigliazzi si limiterà a segnalare non tutto quello che c’è (per quello, c’è il suddetto Calendazzo, testoni), ma quello che ci potrebbe, arbitrarissimamente, interessare.

Pisa e provincia – Lombardi a Buti, Kaemmerle a Casciana, il ’68 a Pisa, Lavia a Pontedera

Partiamo con la provincia vituperata dall’Alighieri, questa volta, ché lunedì 8, a Buti, la stagione del Francesco di Bartolo presenta La signorina Else, nella versione di Federico TiezziSandro Lombardi. Il testo è di Arthur Schniztler, e consiste in una «spietata radiografia di una società corrotta fin nel nucleo familiare che, invece di proteggere i suoi figli, li immola senza pietà: una vera e propria tragedia della coscienza moderna, sganciata dai valori della tradizione, attenta solo ai propri istinti e ai propri falsi valori, cinicamente pronta a sacrificare una giovinetta sull’altare del dio denaro». Spettacolo che ha debuttato lo scorso anno a Pistoia e che ci pare davvero meriti uno sguardo. La sera successiva, martedì 9, replica a Santa Croce sull’Arno (Teatro Verdi).

Doppio appuntamento per Teatro liquido, la stagione che vede unite Casciana TermeBientina sotto la sapiente gestione di Andrea Kaemmerle. Rispettivamente, al Teatro Verdi, il 10 gennaio, prima replica dopo il debutto assoluto per Hostaria Hrbal, interessante esperimento di cena dentro lo spettacolo, ispirato all’opera dell’autore cecoslovacco Bohumil Hrabal. Il sabato sera, invece, alle Sfide approderà Interrail, scritto e diretto da Stefano Filippi.

Dispiacerà una volta di più, a chi scrive, mancare uno spettacolo di Marco Azzurrini e, nella fattispecie, Pisa68giovedì 11 al Cinema Teatro Nuovo di Pisa. Un po’ per il tema, ossia la memoria di un’annata controversa, convulsa, difficile, eppure così segnante sia per una città sia per una parte del mondo; un po’ per la presenza, in qualità di voce cantante dell’arlecchino Alessandro Cei, che accompagnerà l’attore pisano in questa immersione tra storia, politica e narrazioni personali. Confidiamo in altre repliche e, possibilmente, in uno sguardo arlecchino che ce ne possa parlare.

Nuovo anno, nuova prima nazionale per il Teatro Era di Pontedera: a debuttare, sabato 13 gennaio, sarà Gabriele Lavia con Il padre, di August Strindberg. Il cast è bello (c’è Giusy Merli, ma pure Federica Di Martino), con il Lavione nazionale Arlecchino ha un rapporto tutto suo (provare per credere: il tag #Lavileo è dedicato esclusivamente al Nostro), e lo spettacolo si preannuncia, in ogni modo, come degno di nota. Chi scrive, passa di certo la mano, ma, anche qui, ci piacerebbe leggerne. Replica la domenica.

Lucca e provincia –  Tra Chernobyl, Sudamerica e Occidente

Densa anche nella provincia lucchese la settegiorni scenica: si parte mercoledì 10, ad Altopascio (Teatro Puccini) con un Regalo di Natale, riadattamento da Pupi Avati, che suona un filo tardivo. Ve lo diciamo per onor di firma.
Saremo presenti, invece, ai Rassicurati di Montecarlogiovedì 11, per il primo appuntamento stagionale che coincide con un debutto assoluto: Le donne di Chernobyl, interessante lavoro di rielaborazione scenica d’una memoria storica realizzato da Kety Di Basilio sulla base di testimonianze dirette. Il gruppo di attrici in scena è molto giovane, vi sarà un accompagnamento musicale per un allestimento che ci incuriosisce non poco. In qualche modo, vi sapremo dire.

Nella stessa sera, tre appuntamenti, diversi, ma comunque interessanti: a Camaiore (Teatro dell’Olivo) arriva Pueblo di e con Ascanio Celestini, che ci spiace perdere; nella vicina Pietrasanta (Teatro Comunale) ecco L’uomo dal fiore in bocca e altri casi strani, mentre, varcato il passo del Cipollaio, all’Alfieri di Castelnuovo Garfagnana, approderà Ottavia Piccolo protagonista di Occident Express, testo di Stefano Massini con accompagnamento musicale di Enrico Fink.

Nel fine settimana, venerdì seraBagni di Lucca (Teatro Accademico) Amanda Sandrelli sarà impegnata con Vivo in una giungla, dormo sulle spine, testo e regia di Laura Sicignano, mentre, sabato sera, appuntamento doppio: a Barga, l’ex-iena Marco Berry porta Mindshock – Nessuna scelta è libera, che immaginiamo possa avere un suo fascino, e al Colombo di Valdottavo spazio alla musica con Manuela Bollani e il suo show C’era una svolta. In ogni caso, divertimento assicurato. Non solo: seguiteci, ché nei prossimi giorni su quest’ultimo lavoro pubblicheremo lesti lesti uno sguardazzo.

Oltreconfine – Grandi solisti a Prato, opera a Firenze e Pisa

Tanta, troppa roba, tra PratoFirenze, come al solito. Poiché dovete sforzarvi e consultare il Calendazzo, ci limitiamo a segnalarvi il ritorno in person di Roberto Latini nella città laniera, poiché al Metastasio, da giovedì domenica, è in programma la sua abbacinante versione di I giganti della montagna. Ne abbiamo parlato, bene e meno bene (per l’esattezza qui e qui): chi non l’ha ancora visto, accorra.

Non distante dallo spazio principale, sempre a Prato, il Magnolfi ospita una felicissima idea, ossia una specie di retrospettiva dedicata a Tindaro Granata, attore-autore tra i più interessanti del nostro panorama (poiché lo stimiamo non poco, gli evitiamo l’epiteto di giovane: è bravo, punto e basta). Nel fine settimana, due spettacoli per tre giorni: rispettivamente, Geppetto e Geppetto (venerdì sabato) con la chiusura domenicale di Antropolaroid. Del primo, che è lo spettacolo più recente, abbiamo pubblicato (qui), l’altro lo vedemmo nel 2013 e ci piacque assai, ma perdemmo l’attimo per scriverne (càpita).

Terminiamo con l’opera: dopo il debutto di domenica scorsa, la Carmen di Bizet (Ryan McAdams, direttore, Leo Muscato, regista) sarà in scena al Nuovo Teatro dell’Opera per un doppio doppio appuntamentomartedì mercoledì, due giorni di pausa, poi sabatodomenica. In questi ultimi due giorni, teatro musicale anche al Verdi pisano, dove torna in scena Iris di Pietro Mascagni, sul podio Daniele Agiman, per la regia scenica di Iroki Hihara. Ve l’abbiamo detto.

Andate a teatro (in Calendazzo c’è parecchia roba che non abbiamo menzionato): è meglio.