ARCHIVIO SPETTACOLI
Arlecchin dell’onda, E. Bonavera – Compagnia càjka/Teatridimare (2020)
Titolo: Arlecchin dell'onda
di Enrico Bonavera
con Enrico Bonavera e Barbara Usai
Maschere di Sarah Sartori
La maschera del galeotto è di Cesare Guidotti
Collaborazione alla regia di Christian Zecca
Allestimento di Luciana Sgravatti
Direzione artistica di Francesco Origo
Produzione Compagnia càjka – Teatridimare
Tra racconti veri, veritieri o immaginari, canzoni tradizionali e lazzi delle maschere, “ARLECCHIN DELL’ONDA” si propone come uno spettacolo comico e al tempo stesso commovente, una divertita e amara riflessione sulle radici della nostra cultura mediterranea.
La Tradizione della Commedia dell’Arte vede le Maschere partecipare a molte e diverse storie ed avventure, in tanti diversi Canovacci.
La molteplicità di situazioni ha ispirato, alla fine del XVIII secolo, un grande autore veneziano, Carlo Gozzi, per la creazione delle sue Fiabe Teatrali, in cui i vari Pantalone, Arlecchino, Brighella e compagnia, venivano trasportati, dal natio suolo italico, nei territori di Oriente ed Africa, in un contesto onirico e favolistico. È da questa libertà di reinvenzione e di ricollocazione delle maschere che Nasce l’idea di portare quei personaggi in nuove vicende e creare per loro nuovi lazzi e monologhi, più vicini al nostro mondo contemporaneo. In particolare, una strada aperta al contatto tra diverse popolazioni è proprio il Mar Mediterraneo, culla perenne di civiltà diverse che nel tempo si sono incontrate, scontrate, contaminate e trasformate. Ecco allora che in “Arlecchin dell’onda” troviamo un Pantalone mercante di nuovi schiavi, profittatore dei flussi migratori, un Capitan Matamoros che abbandonato il suo cavallo si è imbarcato, credendosi novello pirata, su un peschereccio, o un Arlecchino che, spinto dalla fame a cercare fortuna a Venezia, trova invece una tragica fine in un naufragio fluviale… e altri ancora. Tra racconti veri, veritieri o immaginari, canzoni tradizionali e lazzi delle maschere, “Arlecchin dell’onda” si propone come uno spettacolo comico e al tempo stesso commovente, una divertita e amara riflessione sulle radici contraddittorie e le storie della nostra cultura mediterranea.