ARCHIVIO SPETTACOLI

    Belve, A. Pirozzi-M. Civica (2018)

    Titolo: Belve

    di Armando Pirozzi
    uno spettacolo di Massimiliano Civica
    costumi di Daniela Salernitano
    cast in via di definizione

    produzione Teatro Metastasio di Prato con il sostegno di Armunia Centro di Residenze Artistiche Castiglioncello

    Una vongola avvelenata; la battaglia delle Termopoli; un rapper che ha venduto 30 dischi, di cui 29 ai suoi genitori; un uomo deceduto che non è morto ma non è uno zombi; le astuzie e i sotterfugi per impossessarsi della direzione della filiale di piazza Montefeltro; il milionesimo figlio del Bramhino e un vecchio che quando libera l’intestino emette un gradevole odore di mandorle tostate; la voglia di fuggire in Brasile o, in seconda battuta, almeno in Argentina; due poliziotti in incognito, un killer prezzolato e un chierichetto; segue la risoluzione di tutti i misteri con l’immancabile agnizione finale con accluso happy end di rito: ecco alcuni elementi e personaggi di Belve. 

    La nostra scommessa è quella di mettere in scena una farsa che faccia ridere il pubblico non a denti stretti ma a bocca aperta.
    Massimiliano Civica

    Belve racconta l’evolversi al limite del delirio di una cena tra due coppie diverse tra loro ma intimamente legate. In un clima di crescente tensione e violenza, tra frutti di mare, strane macchinazioni e improbabili convitati, la storia ribalta di continuo il folle gioco del dominio e del potere che ogni personaggio cerca di stabilire sull’altro, ma in realtà, alla resa dei conti, tende sempre a rivelarsi molto diversa da ciò che ci si aspetta. La farsa è, credo, l’unico vero genere teatrale, quello che rifiuta, più di tutti gli altri, ogni possibilità di trasformazione o ibridazione. Ha delle regole di ferro, che in pratica non sono mai cambiate, da Plauto a Billy Wilder. Il suo tema nascosto è sempre il denaro e il potere che ne deriva. Ed è forse proprio per questo che la farsa è sempre prossima all’incubo, alla follia e al thriller, anche se allegramente trasformati in un gioco paradossale, decisamente fuori di testa e più divertente possibile.
    Armando Pirozzi

    SGUARDAZZI/RECENSIONI