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    ARCHIVIO SPETTACOLI

    La fiaba della principessa Turandot, Boldrini-Proietti (2016)

    Titolo: La fiaba della principessa Turandot

    con Carlo Salvador e Tommaso Taddei
    progetto drammaturgico e regia Renzo Boldrini
    drammaturgia musicale Claudio Proietti
    musica dal vivo Claudio Proietti (pianoforte)
    scenografia, immagini e oggetti Lucio Diana
    elaborazione musicale elettroacustica Giovanna Bartolomei

    produzione Giallo Mare Minimal Teatro
    in collaborazione con Centro Studi Musicali Ferruccio Busoni 

    Traendo ispirazione dalle molteplici versioni del personaggio Turandot e dalla sua vicenda in perenne viaggio e trasformazione, abbiamo liberamente creato una nuova storia che vuole evidenziare l’aspetto fiabesco della vicenda. Questa operazione si concretizza innanzitutto trasformando il personaggio di Adelma, che nel testo di Busoni è un ex principessa divenuta ancella di Turandot, e facendola diventare la nuova sposa del Re di Pechino e quindi matrigna di Turandot.
    Come nella fiaba di Biancaneve, Adelma è in realtà una strega che però non gareggia con la sua figliastra per la bellezza, ma la utilizza come esca irresistibile per Re e Principi, per eliminarli e allargare trionfalmente il suo regno, l’impero del Drago di Pechino.
    Turandot viene così trasfigurata in una versione orientale della Bella Addormentata in perenne attesa di un principe nobile e coraggioso che la svegli dall’incantesimo del quale è vittima sciogliendo il suo cuore trasformato dalla magia in ghiaccio. L’amore quindi come potente arma che ridà vera vita a Turandot e al suo regno, Pechino, perché torni a essere una città accogliente, un incrocio di persone, colori, storie e musiche. Missione di liberazione che trova il suo eroe in Calaf, un re spodestato e cacciato dal suo regno, costretto a viaggiare per le strade del mondo dove fortifica le sue virtù. Proprio grazie alla sua generosità, straniera in una Pechino ostile e cupa, Calaf riesce a risolvere i fatali enigmi e a risvegliare dal funesto incantesimo Turandot, destinata a diventare sua sposa. Calaf nel suo peregrinare incontra e familiarizza con un formidabile fratello di viaggio, un personaggio in maschera, Arlecino, di madre toscana e padre di Pechino. Una maschera meticcia che da quella originale, Arlecchino, eredita la furbizia acuminata che gli permetterà di sconfiggere Adelma, la Regina-Strega di Pechino. La fratellanza fra un re ormai esule e Arlecino, un vero e proprio cittadino del mondo, serve in questa nuova edizione della storia a rafforzare maggiormente uno dei temi centrali che emerge in tutte le versioni storiche di Turandot: l’incontro/scontro fra generi, identità, punti di vista, lingue e culture, fra quotidiano ed esotico, consueto e straniero. Tema antico ma quanto mai attuale anche fra i ragazzi che vivono un momento storico segnato da un mondo sempre più globalizzato e caratterizzato da una sempre più profonda trasformazione interculturale.

    SGUARDAZZI/RECENSIONI