ARCHIVIO SPETTACOLI
Non me lo spiegavo il mondo, F. Cola (2017)
Titolo: Non me lo spiegavo il mondo
Non me lo spiegavo il mondo
meditazione coreografica
ideazione e coreografia Francesca Cola
interpreti Giulia Ceolin, Francesca Cola
musiche Tomat, Huun-Huur-Tu
foto Leana Cagnotto
“Ciò che appare ingenuo e naturale ci rende coscienti delle nostre mutilazioni”
Theodor W. Adorno
“Non lo capivo, il mondo” è una performance visiva con l’innesto di danza contemporanea. I corpi di due donne dalle forme quasi identiche escono da due masse di materia verde e crepitante che lentamente perde peso svuotandosi. La parte inferiore del corpo coperta da una grande gonna verde, il torso nudo, la testa incoronata dal bianco palco di un giovane
cervo, le due creature antropomorfe creano un misterioso dialogo con il pubblico che le
osserva.
A livello concettuale il pezzo trae ispirazione da alcuni aforismi contenuti nei “Minima
Moralia” del filosofo T.W. Adorno. “NON LO CAPIVO, IL MONDO” si propone quindi come
una meditazione coreografica sul testo Adorniano e sulla sua concezione di Natura
avvertita come “ immagine di verità sotto due determinazioni: come identità o natura
arcaica (ciò che noi fummo) e come riconciliazione o natura redentrice (ciò che
torneremo ad essere). La distanza che separa l’uomo dalla felicità e dalla conciliazione
futura è la stessa che lo separa dalla su arcaica innocenza (…) All’idea della natura
arcaica ci guida l’arte e l’amore per l’ingenuità e l’infanzia. Ciò che oggi si contempla
senza paura nell’arte era un tempo potenza magica venerata con terrore (…) perdendo
la sua onnipotenza e la sua aura sacrale, l’oggetto del giudizio estetico conserva
intatto il suo incanto. Dal lato opposto, lo sguardo dello spettatore civilizzato perde
ogni soggezione feticista e si purifica nella contemplazione disinteressata. In tal
modo l’arte capovolge l’antica onnipotenza della natura nella speranza utopica della
conciliazione. Il bello, come diceva Kant, diventa simbolo del bene.”
Attraverso una grammatica di gesti speculari, richiami, metafore e simboli, “NON LO
CAPIVO, IL MONDO, lascia allo spettatore la scelta se abbandonarsi all’immediata e unica
bellezza visiva del mostrato o seguirne le tracce verso un non-detto e un non-rivelato
tanto ricco di suggestioni quanto spaesante nella sua fitta rete di rimandi simbolici.