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Due vite per un’emozione

Sguardazzo/recensione di "Ok Robot"

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Cosa: Ok Robot
Chi: Simone Evangelisti, Agnese Scotti
Dove: Porcari (LU), Auditorium Vincenzo da Massa Carrara
Quando: 25/02/2018
Per quanto: 60 minuti

La compagnia Teatro delle Briciole presenta uno spettacolo incentrato sulle
conseguenze del progresso nel campo della robotica. La recitazione dei
due attori, unici protagonisti umani, Agnese Scotti ​e Simone
Evangelisti
 riesce a trasportare lo spettatore nell’universo futuristico dei due esemplari di Ok Robot (che è anche il titolo della rappresentazione), automi costruiti dall’uomo che ormai fanno parte della vita di tutti i giorni; questi, per motivi ignoti, vengono allontanati dalla civiltà e si ritrovano in un luogo indefinito.

Uno sfondo neutro lascia molto all’immaginazione dello spazio in cui si trovano i due. I costumi lattei fai-da-te, le voci modificate e rese meccaniche unitamente alle musiche metalliche contribuiscono efficacemente a rendere l’esibizione chiara e realistica.
L’allestimento è presentato come spettacolo per bambini, ma a mio parere, la visione può estendersi, senza problemi, anche per un pubblico adulto, perché le tematiche affrontate e gli aspetti che messi in luce sono assai profondi, benché parametrati alla comprensione di spettatori “piccoli”. Con l’aiuto di scene tanto chiare quanto divertenti, lo spettatore riesce a rimanere concentrato e a non perdersi nessuna battuta. Sono presenti, inoltre, delle scene di danza “robotica” in cui i due automi svolgono le proprie mansioni giornaliere a ritmo di musica.

Per tutta la durata dell’allestimento, i due protagonisti cercheranno un modo per trascorrere il tempo, anche perché essendo macchine “perfette”, non hanno la possibilità di spegnersi, cioè di perdere definitivamente la propria energia.
I due scopriranno così la magia del sogno, unico luogo in cui non riescono a
controllare sé stessi e provano sensazioni inaspettate e nuove. Questa voglia di
sperimentare emozioni forti li porterà a “vivere” l’esperienza più tenebrosa e atteso:
la morte.

La rappresentazione mette in evidenza come la società sia sempre alla ricerca della perfezione e come ogni aspetto differente sia demonizzato, considerato “sbagliato”. Ci troviamo, così, davanti a uno scenario in cui i due automi cercano un modo per provare emozioni, per trovare una propria identità anche se, alla fine, tutto quello che è nella loro memoria “è preso da altri”.
Riflettendoci, anche per la civiltà odierna è così: noi spesso facciamo uso di frasi e parole che non sono di nostra creazione, ma citazioni di film, libri o persone per cui proviamo stima, e la stessa cosa accade con i pensieri. Eppure, noi “umani” abbiamo la fortuna di poter pensare con la nostra testa e crearci una nostra propria personalità. Alla fine, per quanto una macchina possa essere “perfetta”, non credo che sarà mai possibile sostituirla a una persona, un corpo dotato di fantasia ed emotività.

Rita Vezzoni

VERDETTAZZO

Perché:
Se fosse... un albero sarebbe... un ciliegio

Locandina dello spettacolo



Titolo: Ok Robot

secondo capitolo della trilogia disumana: il presente

di Beatrice Baruffini 
con Simone Evangelisti, Agnese Scotti
regia Beatrice Baruffini 
assistente alla regia Yele Canali 
ideazione luci Emiliano Curà 
musiche originali Dario Andreoli  
produzione Teatro delle Briciole


Il presente era delle macchine. Erano dappertutto. Aiutavano gli esseri umani a ottenere risultati superiori a quelli che l’uomo avrebbe mai raggiunto da solo. Lo aiutavano ad essere più veloce, più forte, più preciso. E così, l’uomo era più felice. Tra le macchine una più di ogni altra incarnava la perfezione: Ok Robot. Dall’aspetto umano, dotato di un cervello positronico di ultima generazione, Ok Robot era il più evoluto della sua categoria. Il mondo si stava lentamente riempiendo di Ok Robot. Tutto si muoveva perfettamente e quando non era così, le macchine difettose venivano fatte allontanare immediatamente. Esisteva un posto dove le cose che non funzionavano più venivano buttate. Un limbo, un purgatorio, un non luogo dei difettosi. Ed è proprio lì che due Ok Robot si incontrano, dopo essere stati allontanati, senza sapere perché, dal mondo perfetto che altrove continuava ad andare avanti. Ok Robot è reale e poetico. È scienza e fantascienza. È quello che siamo o che diventeremo. È ciò che non riusciremo mai a essere. È meraviglioso. È meraviglioso, se visto con i nostri occhi.