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Frollo di Marco Baliani: un cavalleresco bambino di panpepato

Sguardazzo/recensione di "Frollo"

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Cosa: Frollo
Chi: Marco Baliani, Mario Bianchi
Dove: San Miniato (PI), Teatrino dei Fondi – Quaranthana
Quando: 24/01/2020
Per quanto: 120 minuti

Quando Marco Baliani scrisse insieme a Mario Bianchi la fiaba di Frollo, in una notte di allegro sbevazzamento, lo circondavano sensazioni negative, come scrive anche lo stesso autore nelle note di regia Appunti di percorso. Scrittura e creazione nascono qui come lotta contro forze che cercano di imprigionare la personalità umana per assoggettarla all’imposizione di nuovi valori in nome del consumo. Sono passati quasi vent’anni dalla trasmissione in diretta su Rai Radio 3 Suite di questo spettacolo e oggi ritorna più che mai attuale.

La trasfigurazione di questi concetti moderni all’interno del patrimonio fiabesco conduce l’opera al di fuori del teatro, facendosi sin da subito portavoce universale di un’arte -quella del narrare- capace di affascinare eternamente l’uomo da sempre raccontatore, favolista, cantore, cantastorie ma anche assiduo ascoltatore.
La narrazione si fa teatro e la fantasia si traduce in realtà. In scena le parole prendono corpo diventando verità. Le corde sensoriali della vista, dell’udito e del tatto toccate da Baliani obbligano spettatori e spettatrici a immaginare, palpare la morbida e setosa frolla, percepire la fame, la disperazione, e ricordano, attraverso l’emozione viva di un bambino di panpepato, la bellezza stupefacente del “dono” dell’esistenza.
E così, seguendo il flusso della parole che s’incontrano con la creatività del corpo, l’avventura di Frollo inizia in una notte di tempesta, in una periferia all’estremo delle periferie, dalle mani lavoratrici di Agata e Augusto. Quando nel paese arriva Girmi, il figlio del Re, avido e ingordo, divoratore incontrollato di qualsiasi cosa vivente e non, la sfida sarà quella di cercare il magico Verduzzio in potere di sconfiggere questo male e riportare i genitori del nostro protagonista alla libertà.

Il viaggio educativo di Frollo, che ricorda quello di Pinocchio com’anche la storia dell’Ometto di Panpepato, attraversa delle tappe caratterizzate da numerosi incontri. Queste non sono altro che prove: il piccolo protagonista ha il cuore dolce e buono, pronto a sacrificarsi per il bene degli altri, e forse è nato proprio per questo, in lui non c’è cattiveria e nemmeno quella furbizia egoistica che lo metterebbe nei guai. Frollo è quasi cavalleresco e come il fantomatico guerriero saraceno Ruggero è spesso succube degli eventi, trascinato al suo destino. La storia di Frollo corre al passo dell’antropofagia e infatti ogni personaggio, o per pena o per costrizione, data la sua bontà, se ne prende un “pezzo”. Legato alla tematica mangereccia è l’episodio fortemente ironico del piccolo di aquila che in assenza della madre, preso dalla fame, chiede la carità a Frollo che con pietà concede le sue braccia.

Alla fine di questa storia avventurosa e coraggiosa i valori di una comunità si mascherano nell’agire del singolo e tutto si esaurisce nel Tempo, un tempo presente, custode di queste storie, passate e presenti, facendo riaffiorare in noi, uomini dormienti e sopiti, l’impulso ad adoperarsi. Questo è il punto di vista dominante per tutta l’opera. Così Baliani, in scena, seduto sulla sua sedia “parlante”, segno rivelatore di un teatro che attinge dell’esperienza quotidiana, portavoce di una narrazione familiare, interpreta e caratterizza ogni singolarità, ironizza, alza e abbassa di valore con un ritmo implacabile e impeccabile. L’opera fiabesca mista al lavoro attoriale di Baliani incuriosisce ed emoziona creando soprattutto nei piccoli spettatori in prima fila la voglia di inserirsi e immergersi, e nei grandi, una potente riflessione sul presente mista a tanta nostalgia per un passato spensierato e avventuroso.

VERDETTAZZO

Perché:
Se fosse... un dolce sarebbe... un biscotto

Locandina dello spettacolo



Titolo: Frollo

con Marco Baliani
di Marco Baliani e Mario Bianchi
produzione Trickster Teatro Bricconidivini


Frollo è il nome del protagonista della storia: un bambino impastato di pan pepato che un giorno si trova a percorrere un’avventura più grande di lui. Il terribile vorace figlio del Re sta mangiando a pezzetti tutto il paese. Lo si potrà fermare solo andando alla ricerca di una sostanza magica che può placare la sua fame. Frollo parte e le avventure cominciano. La storia, oltre che attraversare i luoghi mitici della antropofagia fiabesca, quelle esperienze che hanno a che fare col cibo, col magiare ed essere mangiati, con la fame e con l’insaziabilità, è anche una metafora della nostra società dei consumi pronta a divorare ogni cosa. Naturalmente c’è anche un po’ di Pinocchio in questo Frollo che alla fine si sbriciola per rinascere bambino, e c’è anche un po’ di tutti noi nel bambino che si incammina per la sua strada, andando dritto, girando a destra, girando a sinistra, rivolgendosi chissà dove…