ARCHIVIO SPETTACOLI

    Atlante linguistico della Pangea, D.Villa/Sotterraneo (2021)

    Titolo: Atlante linguistico della Pangea

    concept e regia Sotterraneo
    in scena Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Lorenza Guerrini, Daniele Pennati, Giulio Santolini
    scrittura Daniele Villa

    luci Marco Santambrogio
    costumi
    Eleonora Terzi, Laura Dondoli
    sound design
    Mattia Tuliozi
    elementi scenici a cura del
    Laboratorio di Emilia Romagna Teatro Fondazione
    macchinista costruttore
    Sergio Puzzo
    grafica
    Lorenzo Guagni, Jacopo Jenna
    responsabile produzione Eleonora Cavallo

    produzione Sotterraneo
    con il contributo di 
    ERT – Emilia Romagna Teatro, Fondazione CR Firenze
    sostegno Regione Toscana, Mibac

    residenze artistiche Centrale Fies_art work space, La Corte Ospitale, Elsinor/Teatro Cantiere Florida, Laboratorio Nove, Associazione Teatrale Pistoiese

    Nel mondo esistono “parole intraducibili”, concetti complessi raccolti in vocaboli unici che non esistono in altri idiomi: in lingua inuktitut, la parola iktsuarpok significa “il senso di aspettativa che ti spinge ad affacciarti ripetutamente alla porta per vedere se qualcuno sta arrivando”; in giapponese tsundoku significa “impilare un libro appena comprato insieme agli altri libri che prima o poi leggerai”; in bantu la parola ubuntu significa “posso essere una persona solo attraverso gli altri e con gli altri”.
    Sotterraneo ha selezionato decine di questi vocaboli – universali e culturospecifici al tempo stesso – e ha dialogato online con altrettanti parlanti madrelingua sul significato e l’uso di queste parole nella cultura di provenienza. Queste brevi “lezioni di intraducibilità” sono divenute la traccia per uno spettacolo che mette in scena le parole stesse, trasformando un piccolo dizionario in una sorta di drammaturgia atipica.
    L’intero spettacolo inoltre è attraversato dall’impossibilità di dar corpo ad alcuni concetti a causa delle limitazioni Covid, che da pure restrizioni si trasformano in una risorsa scenica in grado di mettere in campo un pensiero sulle relazioni umane e l’incomunicabilità, ora che la nostra specie è posta di fronte alla necessità di cooperare davvero su scala globale.

    SGUARDAZZI/RECENSIONI