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    ARCHIVIO SPETTACOLI

    Chiedetemi, la colpa è femmina, F. Baldi (2016)

    Titolo: Chiedetemi, la colpa è femmina

    testi Francesco Baldi 
    regia Francesco Baldi 
    aiuto regia Elena Franconi, Carlo Laudicina
    montaggio video Presavisione
    con Maria TriggianoIda CervelliFabio FisoniGianni FerdaniSilvana GrassiElena FranconiFrancesco Baldi
    produzione ViviTeatro

    È l’urlo di una donna in scena. Un urlo lanciato da un palcoscenico sul quale una compagnia di attori si incontra per creare uno spettacolo a tema: ilfemminicidio. Dinamiche, relazioni e drammi trovano voce, parole e corpi per rivendicare l’urgenza di una domanda troppo spesso taciuta. Nel ritmo silenzioso e dolente della violenza cadono in molte. Una donna non si rialza. Una donna alla quale nessuno potrà chiedere più niente. Nessuno potrà più capire. Perchè per capire bisogna chiedere. Per chiedere bisogna avere coraggio.

    Un’attrice sta provando, da sola sul palco, un monologo breve e intenso. L’ennesima violenza, portata davanti a un medico che non indaga nessuna ragione. L’ennesima violenza subita e nascosta dalla vergogna nella frase “sono caduta di nuovo dalle scale, mi dispiace”. Che a voler guardare un po’ più a fondo, nessuno ci crederebbe alla storia delle scale. Ma spesso va bene, prendiamola per buona. Poi, alla spicciolata, arrivano gli altri attori della compagnia, pronti a una prova dalla quale dovrà uscire la traccia di uno spettacolo che tratti il tema del femminicidio. Una di loro, l’ultima, ha portato per tutti le copie di un rapporto regionale sulla violenza alle donne. Spiega al gruppo di che si tratta. I dati, le statistiche oscene, gli studi, dovranno servire per questo spettacolo. Le immagini, la cronaca, le parole chiave. Da qui, si alternano sul palcoscenico la finzione della compagnia in prova e quella, in realtà tristemente vera, dell’abuso, della violenza, del rifiuto, della colpa. La donna contro l’uomo. La donna contro chi non chiede e non vuole sapere, fino a non voler sapere, a non voler vedere, nemmeno lei. La musica chiude il cerchio, amplifica il dolore e la salvezza, l’aiuto e la morte. Perché a volte, troppe volte, c’è anche quella. Intorno alla quale ci si riunisce per dire “ora basta, davvero basta”. E dirlo in faccia al mondo, che finalmente è costretto a guardare.

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