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    ARCHIVIO SPETTACOLI

    Creazione 2019 – Morganti (2019)

    Titolo: Creazione 2019

    regia e coreografia Cristiana Morganti
    interpreti Maria Giovanna delle Donne, Anna Fingerhuth, Justine Lebas, Antonio Montanile, Damiaan Veens
    collaborazione artistica Kenji Takagi

    produzione il Funaro | Pistoia, in coproduzione con Fondazione Campania dei Festival, TPE – Teatro Piemonte Europa, Teatro Metastasio di Prato,Associazione Teatrale Pistoiese, Teatro Stabile del Veneto Carlo Goldoni e Ma Scène Nationale – Pays De Montbeliard

    L’idea del cerchio e della circolarità mi affascina. La perfezione e la sensazione di infinito legate a questa forma mi attraggono e allo stesso tempo mi spaventano. Come mai mi ritrovo sempre nelle stesse situazioni? E perché continuo a ripetere gli stessi errori? È possibile uscire da questo circolo vizioso? O forse muovermi in cerchio, ripercorrere le stesse strade, mi dà sicurezza?

    (Cristiana Morganti)

    Tra i temi di partenza di questa nuova creazione di Cristiana Morganti c’è la circolarità intesa come circolo vizioso, l’Ouroboros, l’antico simbolo del serpente che si mangia la coda. Situazioni che si ripetono, in cui si è intrappolati e dalle quali si tenta di fuggire. Ma anche il cerchio come struttura chiusa, un luogo a cui si appartiene o da cui si viene esclusi. Rituali, terapie di gruppo, nuove danze di folklore, scontri, discussioni e confessioni, in un gioco dove la realtà e la finzione, il dentro e il fuori della situazione teatrale si confondono, in maniera a volte ironica e a volte poetica.

    Il pubblico all’inizio è fuori dal cerchio, dal club molto esclusivo formato dai danzatori. Poi viene coinvolto, viene chiamato addirittura a partecipare, ad assistere a qualcosa che normalmente gli è negato.

    Dice Cristiana Morganti: “In questa nuova creazione lavorerò con cinque interpreti di nazionalità diverse, provenienti da esperienze professionali eterogenee. Danzatori complici e disponibili ad interrogarsi e ad avventurarsi con me in zone sconosciute. Non parto da elementi pre-esistenti, come testo o musiche, ma da idee, proposte, ricordi, suggestioni, immagini, e soprattutto dal nostro vissuto, nel tentativo di tradurre dei momenti di verità in una danza piena di energia e in una teatralità ricca di poesia e umorismo.”

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