ARCHIVIO SPETTACOLI

    Dalla parte di Orfeo, Tema Cultura (2019)

    Titolo: Dalla parte di Orfeo

    testi e regia Giovanna Cordova
    coreografie e movimenti scenici Silvia Bennett
    training attoriale Giovanna Cordova, Caterina Simonelli 
    con i giovani attori di Tema Cultura Academy
    ossia Linda Atzori, Caterina Baccittetto, Martina Baraldo, Federico Barbisan, Anastasia Breedveld Bortolozzo, Maria Vittoria Botter, Matilde Bellotto, Ilaria Benvenuti, Mattia Cervellin, Leo Coppetta, Federico Delia, Jacopo Favero, Marta Ferrarini, Cecilia Ferracini, Anna Gallinaro, Alvise Gioli, Edoardo Granati, Alessandro Gabriel, Filippo Locatelli, Sebastiano Maselli, Gio Moretti, Marianna Monastero, Giulia Oro, Tania Pndelea, Veronica Prosdocimi, Matteo Rossetto, Carlo Tamai, Vittorio Tommasi, Andrea Tonon, Filippo Valese, Tommaso Zavan, Paola Zuliani
    produzione Tema Cultura

    Terzo episodio della trilogia La tragedia innocente, dopo Apologia di Socrate: la verità è come l’acqua ed Ecuba. Ares: il dio della carneficina

    Sinossi
    Orfeo ed Euridice: uno dei miti che dall’ antichità ai giorni nostri ha affascinato poeti, scrittori, musicisti, da Gluck a Monteverdi, da Ovidio a Seneca ed ancora Pavese, Rilke, Buzzati, sino al contemporaneo Claudio Magris. Ma chi era veramente Orfeo? E quali differenze vi sono nell’elaborazione di quel mito? Quanti sono i possibili Orfeo?
    L’azione si svolge in un ipotetico aldilà scevro da qualsiasi forma di misticismo, una sorta di casa di riposo gestita da un dandy, (segretario di un fantomatico presidente), vagamente
    snob, annoiato, sarcastico, arrogante che gode nel provocare i morti per i quali non dimostra alcun coinvolgimento affettivo. A lui è assegnato il compito di controllare i defunti e curare tutta la gestione della casa dove incontriamo Orfeo. Nello spettacolo La rielaborazione del mito, parte fondamentalmente dal tentativo di rispondere ad una domanda: perché Orfeo si è girato? È stata una sua decisione egoistica? È stato per troppo amore? È stato perché così ha voluto Euridice? Accanto a Orfeo si muove il Coro delle anime che, riprendendo i canoni classici, si fa “mediatore” del racconto con il pubblico.

    Note di regia
    Orfeo è lo stereotipo dell’eroe, di colui che sfida la morte per amore di Euridice, non è questo il personaggio, protagonista dello spettacolo. In vita, Orfeo, era certo un eroe, figlio della musa Calliope e del dio Apollo, con la potenza incantatrice del suo canto placava le bestie feroci, animava le rocce e gli elementi della natura. Volendo volgere queste caratteristiche nel presente, Orfeo diventerebbe lo stereotipo dell’artista, di colui che segue le vie romantiche della “demoniaca bellezza”, ma una volta passato nell’aldilà si presenta come un uomo qualsiasi anzi come “un piccolo uomo” perché nell’aldilà non ci sono eroi e si manifesta tutto ciò che in vita rimane chiuso nell’inconscio e non si ha in coraggio di esibire: passioni, rimpianti, paure. Quest’ultimo è l’Orfeo che si racconta in questo spettacolo, considerato nel momento in cui, in uno spazio temporale non più umano è nelle condizioni di svelarsi per quello che è realmente. L’aldilà a cui si fa riferimento, nulla ha a che vedere con l’oltre-vita fideistico che un po’ tutte le religioni raccontano, ma è una sorta di casa di riposo, non per anziani, ma per tutti coloro che sono entrati in un’altra dimensione, nello stesso modo vecchi e bambini, un oltre-vita esattamente speculare alla realtà. Non vi è redenzione, ne punizione divina, non ci si trova in presenza di alcuna entità soprannaturale. Unico gestore della casa un dandy snob ed annoiato che gode nel provocare le anime. Solo in apparenza questo potrebbe apparire un testo “da adulti” ma così non è anzi, perché il nascondimento di se è tipico degli adolescenti e della loro insicurezza a mostrarsi per paura del giudizio degli altri. Anche per loro, come per Orfeo, la casa sarà la condizione che permetterà di svelarsi senza finzioni e fraintendimenti. Gli adolescenti del 2000 non sono più quelli delle favole, sono figli dei selfie, dello sballo e della balena Blu. Tutti perduti? No, anzi, ma comunque tutti faticosamente alla ricerca di se stessi in un mondo sempre più complicato e difficile dove il politicamente corretto, e il perbenismo fanno da padrone. Basta però, farli transitare in un’altra dimensione (la loro vera e autentica) perché senza paura del giudizio degli altri possano con semplicità raccontarsi ed interrogarsi anche sull’idea di un mito, quello di Orfeo ed Euridice, che non è e non piò più essere quello raccontato da Ovidio.

     

    SGUARDAZZI/RECENSIONI