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    ARCHIVIO SPETTACOLI

    Delicato come una farfalla e fiero come un’aquila, E. Salvatori (2015)

    Titolo: Delicato come una farfalla e fiero come un'aquila

    di Elisabetta Salvatori

    Produzione Final Crew On stage
    In colaborazione con la Consigliera di Parità

    Raccontare di Ligabue non è solo raccontare di un artista folle. È l’opportunità di toccare diversi argomenti: l’Italia degli emigranti, agli inizi del secolo scorso, la Svizzera di quel periodo, dove Antonio nacque e visse l’infanzia. Il rapporto dell’artista con le due madri: quella naturale e quella adottiva, l’arrivo in Italia, la mancanza di una patria, le due guerre, la bassa Reggiana, il Po, la solitudine, il degrado e soprattutto il talento di pittore. Mentre si affermano le avanguardie artistiche e l’astrattismo, Antonio dipinge le sue storie di tigri e pollai. Vivrà per sette anni in una baracca sul Po, mangiando gatti. Emarginato, deriso rifiutato perfino dalle donne dei bordelli, ma sempre fiero della sua arte, grazie alla quale, prima di morire, avrà riconoscimenti e soldi. Raccontare di Ligabue, è raccontare una vita così difficile, che sembra impossibile che sia stata vissuta.

    SGUARDAZZI/RECENSIONI
    • Il ruggito e il canto della solitudine nel Ligabue di Elisabetta Salvatori
      Alessandro Cei ▲
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