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    ARCHIVIO SPETTACOLI

    Dracula, S. Rubini (2019)

    Titolo: Dracula

    di Bram Stoker
    con Luigi Lo Cascio e Sergio Rubini
    adattamento teatrale Sergio Rubini e Carla Cavalluzzi
    scene Gregorio Botta
    progetto sonoro G.U.P. Alcaro
    regia Sergio Rubini
    produzione Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo, Fondazione Teatro della Toscana

    Sergio Rubini e Carla Cavalluzzi, forti del grande successo di Delitto/Castigo, si cimentano in una nuova riscrittura di un altro capolavoro della letteratura, l’ultimo grande romanzo gotico Dracula di Bram Stoker. Un viaggio notturno verso l’ignoto, che ci offre l’opportunità di scoperchiare il mostro che si cela in ognuno di noi, mettendoci a confronto con i nostri più profondi e ancestrali misteri.

    Dracula è prima di tutto un viaggio tra lupi che ululano, grandi banchi di foschia, e cavalli dalle narici infuocate. Ai bordi della strada numerose croci. A compiere il viaggio è il giovane procuratore londinese Jonathan Harker, incaricato di recarsi in Transilvania per curare l’acquisto di un appartamento a Londra da parte del Conte Dracula.

    Il giovane avvocato non sa la sciagura che lo attende, ma immediatamente, appena ha inizio il suo viaggio, si ritrova avvolto in un clima di mistero e di scongiuri. Quando giunge a Castel Dracula si ritrova al cospetto di un uomo vestito di nero, dagli occhi sporgenti e troppo rossi, dai denti troppo bianchi e aguzzi, dalle mani troppo grandi e le dita così affilate che sembrano artigli. Un pallore eccesivo che lo fa assomigliare più a un morto.

    È proprio in questo clima di illusione, di oscurità e paura che sarà calato colui che si accosta al cancello del suo castello, come chi sopraggiunto nell’Ade comprende a poco a poco di essere finito in una tomba. Ed è quindi questo il fulcro della rappresentazione: da una monumentale scala posta al centro della scena i personaggi scenderanno in un luogo frastagliato da ombre e disseminato di specchi che non riflettono immagini, ma solo paure.

    Una dimensione dove il buio prevarrà sulla luce, il chiarore ferirà come una lama lo sguardo, il cupo battere di una pendola segnerà il tempo del non ritorno, uno scricchiolio precederà una caduta e il silenzio l’arrivo della bestia che azzanna e uccide. Una realtà malata dove sarà impossibile spezzare la tensione e da cui sembrerà impossibile uscirne vivi. Perché di quell’oscurità ogni individuo è portatore.

    SGUARDAZZI/RECENSIONI