ARCHIVIO SPETTACOLI

    Eduardo per i nuovi, G. Imparato (2018)

    Titolo: Eduardo per i nuovi

    con iNuovi
    regia Gianfelice Imparato
    produzione Fondazione Teatro della Toscana, Elledieffe – La Compagnia di Teatro di Luca De Filippo
    foto Filippo Manzini
    luogo Teatro Niccolini | Via Ricasoli, 3 – Firenze

    Gianfelice Imparato dirige iNuovi, i giovani diplomati della Scuola per Attori ‘Orazio Costa’ della Fondazione Teatro della Toscana, in Eduardo per iNuovi. Il repertorio comico di De Filippo, viene messo in scena in varie versioni, anche con trasposizione del dialetto, per rendere chiaro che i meccanismi della drammaturgia comica, di cui Eduardo aveva grande conoscenza, sono universali.
    Una produzione Fondazione Teatro della Toscana.

    Felicissimo del lavoro fatto finora con i talentuosi giovani diplomati alla Scuola ‘Orazio Costa’ della Fondazione Teatro della Toscana, detti iNuovi. Impaziente di ricominciare e portare a termine il progetto della messa in scena di tre atti unici di Eduardo. Poche righe per illustrare questo lavoro che si sta facendo sulla drammaturgia comica.
    Tempo fa, osservando alcuni programmi televisivi dedicati alla comicità, consideravo che questo genere, nobilissimo nelle sue radici, si era degradato fino ad essere riconosciuto quasi esclusivamente nella declinazione che ne danno i sedicenti comici, i quali riducono il tutto a battutine e barzellette tenute insieme da un pretestuoso fil rouge. L’esecuzione di questo misero repertorio è condita da smorfie ridicole, voci assurde, costumi improbabili, urla e quant’altro serva per suscitare un immediato quanto vuoto divertimento. Anche il cinema è stato contaminato da questo sub-genere e il nome di commedia viene dato a molti film che commedie non sono.
    Consideravo, in sintesi, che la comicità derivante da una drammaturgia è sempre meno praticata e, ai più giovani, sempre più sconosciuta. Ritenevo che ci fosse bisogno di divulgare, tra i giovani che si avvicinano all’arte del Teatro, la comicità che nasce da una sapiente drammaturgia. Di far conoscere la ‘grammatica’ di questo genere, i suoi meccanismi, e, perché no, la sua poesia.
    Quando quest’idea è arrivata ‘all’orecchio’ del Teatro della Toscana e della sua Scuola, i suoi dirigenti hanno ritenuto opportuno sperimentare tale lavoro con i giovani allievi appena diplomati e mi hanno dato l’onore di curare con loro la messa in scena di tre atti unici esemplari della drammaturgia comica.
    Il mio lavoro è consistito e consisterà nel far conoscere a questi giovani quella ‘grammatica’ di cui parlavo, i tempi ‘musicali’ che la percorrono, la necessaria sobrietà che la esalta.
    La messa in scena sarà deliberatamente scarna a voler sottolineare che la buona drammaturgia, anche quella comica, non ha bisogno di molti orpelli. Voglio che lo spazio sia occupato principalmente dagli attori, dalle loro essenziali movenze. Voglio che risuoni delle sapienti battute dette da loro con la maestria che stanno, avidi e divertiti, conquistando in questo genere.
    Viva il Teatro della Toscana. Viva iNuovi.

    Gianfelice Imparato

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