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    Eichmann. Dove inizia la notte, S.Massini (2022)

    Titolo: Eichmann. Dove inizia la notte

    di Stefano Massini
    con Ottavia Piccolo e Paolo Pierobon
    regia Mauro Avogadro
    musiche Gioacchino Balistreri
    scene Marco Rossi
    costumi Giovanna Buzzi
    luci Michelangelo Vitullo

    produzione Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile del Veneto

    Già richiesto nei teatri di tutto il mondo, il testo è un atto unico di squassante semplicità, un’intervista della filosofa, scrittrice e politologa Hannah Arendt a colui che più di tutti incarna la traduzione della violenza in calcolo, in disegno, in schema effettivo. Nel 1960 viene arrestato in Argentina Adolf Eichmann, il gerarca nazista responsabile di aver pianificato, strutturato e dunque
    reso possibile lo sterminio di milioni di ebrei. Dai verbali degli interrogatori a Gerusalemme, dagli atti del processo, dalla storiografia tedesca ed ebraica oltre che dai saggi di Arendt, Stefano Massini trae questo dialogo teatrale di feroce, inaudita potenza. Alla loro prima collaborazione, Ottavia Piccolo e Paolo Pierobon sono gli straordinari interpreti che danno anima e corpo a questo dialogo di agghiacciante intensità diretto da Mauro Avogadro. Eichmann ricostruisce tutti i passaggi della sua carriera travolgente con Hitler e Himmler raccontati come mai prima. Da una promozione all’altra, in un crescendo di prestigio e stipendio, si compone lentamente il quadro della Soluzione Finale, qui descritta nel suo aspetto più elementare di immane macchina organizzativa: come si sperimentò il gas?

    Quando fu deciso l’inizio dello sterminio? Come si gestiva in concreto l’orrore di Auschwitz? Ed ecco prendere forma, passo dopo passo, una prospettiva spiazzante: Eichmann non è affatto un mostro, bensì un uomo spaventosamente normale, capace di stupire più per la bassezza che per il genio. Incalzato dalle domande della filosofa tedesca, egli si rivela il ritratto squallidissimo dell’arrivismo, della finzione, del più bieco interesse personale, ma niente di più. Uno qualunque, altro che monumento criminale. È mai possibile che l’uomo più temuto da milioni di deportati, fosse un essere così vicino all’uomo medio?
    Ma è proprio qui, in fondo, che prende forma il male: nella più comune e insospettabile piccolezza umana.

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