ARCHIVIO SPETTACOLI

    Half A House, vari artisti per Fabbrica Europa (2017)

    Titolo: Half A House

    Ideazione e realizzazione Sonia Gómez (ES), Leonardo Delogu (IT), Brogan Davison(UK), Gosie Vervloessem (BE) e Pétur Ármannsson (IS)

    Progetto europeo N.O.W New Open Working process for the performing arts.

    CALENDARIO 
    Mer 10 maggio
    DAY ONE_HOSPITALITY
    sull’idea del limite, sull’accoglienza, sui confini interiori ed esteriori
    17:00 – Vernissage e aperitivo
    18:00 – Collective walking to Stazione Leopolda 

    Gio 11 maggio
    DAY TWO_FRAGILITY
    sulle forze invisibili, le contaminazioni e i movimenti collettivi che condizionano il nostro agire, la fragilità di noi stessi e l’illusione del controllo 
    16:00 – Open House: giochi, esplorazioni, esperienze
    Come si può separare uno spazio senza dividerlo?
    17:30 – Knocking at the door_incontro con Renaud Loda, artista e geobiologo
    18:30 – Aperitivo
    19:00 – Presentazione_Sonia Gomez, Bailarina

    Ven 12 maggio
    DAY THREE_PERMEABILITY
    sugli spazi domestici e sull’idea di casa connessa alla concezione della domus e alla sensazione di sicurezza: sull’intimità nel suo senso più ampio, dalla prossimità fisica a quella emotiva, dal nomadismo all’insediamento
    16:00 – Open House: giochi, esplorazioni, esperienze
    Come possiamo rendere la nostra casa permeabile alle forze del paesaggio circostante?
    17:30 – Knocking at the door_incontro con Matteo Meschiari, antropologo
    18:30 – Aperitivo
    19:00 – Presentazione_Leonardo Delogu, Anatomia del camminare

    Sab 13 maggio
    DAY FOUR_AGENCY
    sull’addentrarsi nel microcosmo di forze negate, su batteri, piante e organismi dai quali imparare le diverse interconnessioni, i diversi modelli di relazione che vanno oltre le gerarchie 
    16:00 – Open House: visita e attività per bambini
    Come si può essere allo stesso tempo tempo produttivi e fragili?
    17:30 – Knocking at the door_incontro con Richard Ingersoll, storico dell’architettura
    18:30 – Aperitivo
    19:00 – Presentazione_Gosie Vervloessem, Recipes for disaster

    Dom 14 maggio
    DAY FIVE_INTIMACY
    sulla vulnerabilità, dalle membrane del corpo all’esposizione emotiva, sulla fragilità del confine tra pubblico e privato ai giorni nostri 
    16:00 – Open House: giochi, esplorazioni, esperienze
    Può l’apertura diventare una forza per continuare a navigare in un momento di cambiamenti drastici? 
    17:30 – Knocking at the door_incontro con Andrea Staid, antropologo
    18:30 – Aperitivo
    19:00 – Presentazione_ Brogan Davison & Pétur Ármannsson, The Brogan Davison Show

    Half a House è un progetto di 5 giorni ideato dagli artisti Sonia Gómez (ES), Leonardo Delogu (IT), Brogan Davison(UK), Gosie Vervloessem (BE) e Pétur Ármannsson (IS) che si svolge nell’ambito del Festival Fabbrica Europa 2017, dal 10 al 14 maggio alla Palazzina Ex Fabbri a Firenze, come parte del progetto europeo N.O.W New Open Working process for the performing arts.

    Si tratta un’investigazione artistica realizzata collettivamente attraverso un format di coabitazione, basato sulla fusione tra attività quotidiane, momenti di riflessione, workshop, esperienze, performance. Half a House intende riproporre un modello domestico di adattamento per riflettere ed esplorare nuove vie di funzionamento delle pratiche artistiche. I partecipanti (curatori, artisti, teorici, operatori) condividono esperienze, idee, spazio lavorativo e quotidianità, attraverso l’apertura a incontri accidentali, dando vita a una casa effimera e dinamica.

    Half a House si ispira al lavoro dell’architetto cileno Alejandro Aravena che, dopo il terremoto e lo tsunami del 2010 in Cile, ha progettato delle case a metà che potessero essere terminate dagli stessi abitanti a seconda dei loro bisogni e del loro gusto. Half a House esplora la nozione di co-creazione dello spazio, non completamente modellato e chiuso, e intende sovvertire il valore negativo spesso associato alla nozione di non finito nel paradigma e nella visione neo-liberista. Così come i disastri in Cile hanno condotto a un nuovo modello domestico di adattamento, Half a House è una reazione alle transizioni che stanno avvenendo oggi nel settore artistico, e intende sostituire le gerarchie esistenti con uno spazio sperimentale che crei condizioni alternative per relazioni significative.

    Half a House è un invito a investigare a cosa somiglierebbe la pratica artistica se, in tempi di pressione, non indirizzassimo tutta la nostra energia nel costruire muri: cosa accade se lasciamo la casa a metà e ci prendiamo del tempo per riflettere e ristrutturare, esplorare nuove vie di funzionamento, permettendo alle correnti e al vento di passare attraverso le finestre?
    Piuttosto che ricostruire pareti, Half a House propone un rinnovamento attraverso la condivisione delle pratiche e delle idee, dello spazio lavorativo e della vita quotidiana tra diversi attori all’interno e all’esterno del settore artistico (curatori, programmatori, artisti, teorici, scienziati, attivisti, lavoratori sociali) e attraverso una serie di interrogativi: Come si può essere produttivi e fragili allo stesso tempo? Può l’apertura essere una forza e una possibilità per navigare in momenti di cambiamenti drastici? Possono la collaborazione, la co-creazione e la condivisione essere un modello per la nostra relazione di lavoro?

    La coabitazione tra diversi protagonisti del processo artistico permetterà di esplorare la condivisione come condizione e pratica per mantenere il lavoro in una condizione non finita, permettendo al vento di passare attraverso le finestre.
    I partecipanti coabiteranno con gli artisti e i partner del progetto N.O.W. e anche la fisicità dello spazio sarà un processo di condivisione. Sonia Gómez, Leonardo Delogu, Brogan Davison, Gosie Vervloessem e Pétur Ármannsson, i partner della rete N.O.W. e dieci artisti selezionati attraverso un bando (Fabio Ciararvella, Claudio Beorchia, Margherita Isola, Greta Francolini, Anna Marocco, Justin Randolph Thompson, Laura Perrone, Giulla Dellavalle, Elisa Decet, Chiara Orefice) utilizzeranno e organizzeranno dei moduli di lavoro mobili e flessibili che serviranno ad affrontare le attività e a rispondere alle domande che emergeranno dal processo. Questo creerà una casa effimera e dinamica in grado di cambiare e reagire a diversi bisogni e funzioni.
    Lavorando in una struttura orizzontale e giocando con il concetto di gerarchia, il progetto intende creare una comunità che supporti la condivisione della conoscenza, la pratica interdisciplinare, l’apertura e il rischio.

    SGUARDAZZI/RECENSIONI