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    ARCHIVIO SPETTACOLI

    Henry, memorie teatrali d’oltretomba, Down (2018)

    Titolo: Henry, memorie teatrali d’oltretomba

    di e con Mark Down
    da un’idea originale di Mark Down e Nick Barnes
    puppet design Mark Down e Nick Barnes
    assistente alla regia Fiona Clift
    scene Michael Vale
    collaborazione drammaturgica Tom Espiner, Michael Vale, Hattie Naylor, Giulia Innocenti
    e con l’aiuto di Carolyn Choa, Philip Haas, Ed Docx
    produzione Blind Summit Theatre
    con il sostegno di il Funaro | Pistoia

    Sulla scena, in questo caso ci sarà Henry, un brutto pupazzo, accanito fumatore, voce roca e parole taglienti, padre del suo “animatore”, Mark Down, seduto accanto a lui, nei panni di Luke Chesse, “il più grande marionettista del mondo”. E’ Luke a riportare in vita, per una sola notte in forma di pupazzo, suo padre e lo fa per raccontare la storia della sua gloriosa carriera e il loro tragico allontanamento. Una notte per fare i conti e per fare ammenda. Ma chi sta realmente dicendo la verità? Chi mente? Chi manipola e chi è manipolato? Intelligente, divertente e profondamente inquietante, questo singolare dialogo esplora i confini della verità e il legame tra padre e figlio. Un caso spettrale di marionetta posseduta. Henry, memorie teatrali d’oltretomba, come The Table sfida le definizioni. Dice Mark Down dello spettacolo: “Henry ha avuto un lungo periodo di gestazione. E’ stato originariamente creato di Nick Barnes, 25 anni fa, quando studiava alla Slade School of Art. Lo scorso anno siamo stati invitati in residenza al Funaro e ho pensato che sarebbe stato interessante vedere come poteva evolvere il personaggio. Il nostro processo creativo “segue il pupazzo” ed è tavolta simile alla sensazione di spingere un carrello della spesa con una ruota rotta:  non sai esattamente dove ti porterà. E’ eccitante, spaventoso e sempre una grande occasione di apprendimento. I pupazzi possono essere estremamente difficili dal punto di vista tecnico ma ti ricompensano generosamente. Quello che cerchiamo di fare è trovare una sintesi efficace tra l’animazione e la narrazione. Nei nostri spettacoli usiamo gli strumenti del teatro di figura per donare una luce speciale al soggetto che abbiamo scelto, alla storia”.

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