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    ARCHIVIO SPETTACOLI

    I bei giorni di Aranjuez, Handke – Marconcini (2017)

    Titolo: I bei giorni di Aranjuez

    di Peter Handke
    con Dario Marconcini e Giovanna Daddi

    Un uomo e una donna siedono a un tavolo da giardino,
    all’aperto, in un bel giorno d’estate, e parlano dell’amore.
    Tra loro vi è intimità, confidenza, una franchezza spietata,
    una sincerità disarmata, e lealtà nel rispettare il gioco delle
    parti in uno scambio governato da regole precise,. Ma la
    scena che stanno recitando non è quella di un corteggiamento.
    Nulla lascia intendere che siano, o siano stati, amanti.
    Nel “dialogo estivo” che si svolge tra loro – nè “dramma” nè
    “tragedia”, ma un genere del tutto singolare: divertimento
    serio, gioco estremo, rito solenne e pervaso di erotismo- si
    raccontano l’un l’altra le proprie esperienze amorose.
    “La tua prima volta con un uomo, come è stato?”, chiede lui.
    E lei, incalzata dalle sue domande, lascia affiorare ricordi.
    Densa di allusioni, di evocazioni sorretta da un sottotesto
    di segreti rimandi letterari, illuminata da sconcertanti rivelazioni,
    la conversazione tra i due – personaggi senza nome
    fino alle ultime battute, emblemi dei due sessi, archetipi
    dell’uomo e della donna-procede come una danza, scabrosa
    e pudica, enigmatica e sensualissima.
    Ambientato in un luogo fuori dallo spazio e dal tempo – del
    giardino in cui la scena si svolge gli alberi non si vedono
    nemmeno, si odono appena – , I bei giorni di Aranjuez è una
    sfida a qualsiasi possibilità di rappresentazione: perfino la
    città nominata nel titolo compare come un ricordo nei racconti
    dell’uomo e come la citazione di un verso di Schiller.

    Dalle note di copertina del libro
    a cura di Alessandra Iadicicco

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