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    ARCHIVIO SPETTACOLI

    I duellanti, A. Boni (2015)

    Titolo: I duellanti

    di Joseph Conrad
    traduzione e adattamento Francesco Niccolini
    regia Alessio Boni, Roberto Aldorasi
    drammaturgia Alessio Boni, Roberto Aldorasi, Marcello Prayer, Francesco Niccolini
    con Alessio Boni, Marcello Prayer e con Francesco Meoni
    violoncello Federica Vecchio
    maestro d’armi Renzo Musumeci Greco
    musiche Luca D’Alberto
    scene Massimo Troncanetti
    costumi Francesco Esposito
    luci Giuseppe Filipponio
    produzione Goldenart

    di Joseph Conrad
    traduzione e adattamento Francesco Niccolini
    regia Alessio Boni, Roberto Aldorasi
    drammaturgia Alessio Boni, Roberto Aldorasi, Marcello Prayer, Francesco Niccolini
    con Alessio Boni, Marcello Prayer e con Francesco Meoni
    violoncello Federica Vecchio
    maestro d’armi Renzo Musumeci Greco
    musiche Luca D’Alberto
    scene Massimo Troncanetti
    costumi Francesco Esposito
    luci Giuseppe Filipponio
    produzione Goldenart
    Un romanzo esemplare, scritto da uno dei più grandi autori europei di primo Novecento: Józef Teodor Konrad Korzeniowski, meglio noto come Joseph Conrad, un polacco che, in inglese, racconta una sorprendente storia francese. Di più: napoleonica. L’affresco di un mondo, quello della cavalleria e degli eserciti ottocenteschi, che da lì a breve sarebbe stato spazzato via dalle nuovi armi e dalle nuove logiche militari del Novecento: l’introduzione di armi da fuoco a ripetizione e il super potere degli industriali nella gestione dei profitti di guerra avrebbero buttato all’aria antiche regole, l’etica militare e reso smisurati gli eccidi sui campi di battaglia.
    L’idea geniale su cui Conrad costruisce The Duel è che i due avversari non si fronteggiano sugli opposti versanti del campo di battaglia: sono ufficiali dello stesso esercito, la Grande Armée di Napoleone Bonaparte. Ussari, per l’esattezza.
    Per motivi a tutti ignoti – e in realtà banalissimi, al punto da rasentare il ridicolo – inanellano sfide a duello che li accompagnano lungo le rispettive carriere, senza che nessuno sappia il perché di questo odio così profondo. E, proprio per il mistero che riescono a conservare, i due diventano famosissimi in tutto l’esercito napoleonico: non tanto e non solo per i meriti sui campi di battaglia di tutta Europa, quanto per la loro eroica fedeltà alla loro sfida reciproca, che li accompagnerà per vent’anni, fino al duello decisivo.
    Un’opera su di un mondo in rapida estinzione, e al tempo stesso un capolavoro dell’assurdo, su come i fili della vita e del destino sfuggano di mano e sopravanzino ogni buon senso e prevedibilità.
    Gabriel Florian Feraud, guascone iroso e scontento, e Armand D’Hubert, posato e affascinante uomo del nord, non sono semplicemente due giovani promettenti, e sconcertanti ufficiali del più grande esercito dell’Ottocento, ma a modo loro incarnano incubi e ossessioni che – da Melville a Faulkner, da Kafka fino ad Albert Camus – accompagnano la cultura occidentale fino allo sfacelo della seconda guerra mondiale.
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