ARCHIVIO SPETTACOLI

    Il barbiere di Siviglia, G. Rossini, Pizzech-Paszkowski (2015)

    Titolo: Il barbiere di Siviglia
    Regia: Alessio Pizzech

    Melodramma buffo in due atti
    di Gioachino Rossini
    libretto di Cesare Sterbini
    dall’omonima commedia di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais

    La scelta degli interpreti è il risultato del Progetto LTL Opera Studio 2014

    Direttore Nicola Paszkowski
    Regia Alessio Pizzech
    Scene e costumi Pier Paolo Bisleri
    Luci Valerio Alfieri

    Orchestra Giovanile Italiana
    Coro Ensemble LTL Opera Studio

    Nuovo allestimento Teatro Goldoni di Livorno
    Coproduzione Progetto LTL Opera Studio (Teatro Goldoni di Livorno, Teatro del Giglio di Lucca, Teatro Verdi di Pisa, Teatro Coccia di Novara)

    Note di regia: Abbandoneremo le solite gags da teatro musicale antico cercando invece una sincerità, un sorriso che nasca dalla meraviglia. Costruiremo uno spettacolo leggero, che faccia sognare e divertire, guidato dalla mano di Rossini che spinge sul palcoscenico le sue creature, beffando i vecchi rappresentanti della società antica ed esaltando l'energia giovanile di un mondo che stava allora nascendo intorno a lui.

    Atto I
    Il conte di Almaviva è innamorato della bella Rosina, che abita nella casa del suo anziano tutore, don Bartolo, a sua volta segretamente intenzionato a sposarla. Il conte chiede a Figaro, barbiere nonché factotum della città, di aiutarlo a conquistare il cuore della ragazza, alla quale si è presentato sotto il falso nome di Lindoro. Figaro consiglia al conte di cambiare personalità e fingersi un giovane soldato, cui Rosina si dimostra presto interessata grazie anche ad una bella serenata cantata sotto le finestre della casa del dottore; il barbiere procura inoltre a Lindoro un foglio che ne attesta la temporanea residenza in casa di don Bartolo e tenta di allacciare i rapporti con Rosina. Don Basilio, il maestro di musica della ragazza, sa della presenza del conte di Almaviva in Siviglia e suggerisce a don Bartolo di calunniarlo per sminuirne la figura, giunge in casa sorprendendo Figaro e Rosina. La ragazza aveva già scritto un biglietto per Lindoro, ma Don Bartolo si accorge che manca un foglio dal taccuino e striglia Rosina. Secondo i piani, il conte di Almaviva irrompe nella casa di Don Bartolo fingendosi un soldato ubriaco, ma crea una tale confusione che arrivano i gendarmi. Quando però il conte si fa riconoscere di nascosto dall’ufficiale, i soldati si ritirano in buon
    ordine, lasciando Don Bartolo esterrefatto.
     
    Atto II
    Bartolo comincia a sospettare riguardo alla vera identità del giovane soldato. Giunge il sedicente maestro di musica Don Alonso (in realtà sempre il conte, celato in un nuovo travestimento), che afferma di essere stato inviato da Don Basilio, rimasto a casa febbricitante, a sostituirlo nella lezione di canto per Rosina. Per guadagnare la fiducia del tutore, il finto Don Alonso gli mostra il biglietto che Rosina gli aveva mandato. Nel frattempo giunge Figaro con il compito di radere la barba al padrone di casa. Nonostante Figaro faccia il possibile per coprire la conversazione dei due giovani, Bartolo capta le loro parole e caccia tutti. Con lui resta solo Berta, la serva, a commiserare il vecchio padrone. Bartolo fa credere a Rosina, mostrandole il biglietto consegnatogli da Don Alonso, che Lindoro e Figaro si vogliano prendere gioco di lei, e quest’ultima amareggiata acconsente alle nozze con il suo tutore, che prontamente fa chiamare il notaio. In quel momento arriva anche Don Basilio, mentre con una scala Figaro e il Conte entrano in casa dalla finestra e raggiungono Rosina. Finalmente il conte rivela la propria identità, per chiarire la situazione e convincere la fanciulla della sincerità del suo amore. Bartolo ha però fatto togliere la scala e i tre complici si trovano senza via di fuga. In quel mentre sopraggiunge il notaio chiamato a stendere il contratto della nozze tra Bartolo e Rosina. Approfittando dell’assenza temporanea del tutore, il conte convince lui e Basilio (dietro congrua ricompensa) a inserire nel contratto il nome suo in luogo di quello di Bartolo. Giunto troppo tardi, a quest’ultimo resta la magra consolazione di aver risparmiato la dote per Rosina, che il conte di Almaviva rifiuta. Gli amanti coronano dunque il loro sogno.
    SGUARDAZZI/RECENSIONI