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    ARCHIVIO SPETTACOLI

    Il nullafacente, Santeramo-Bacci (2017)

    Titolo: Il nullafacente
    Regia: Roberto Bacci

    di Michele Santeramo
    regia, spazio scenico Roberto Bacci
    con Michele Cipriani, Silvia Pasello, Francesco Puleo, Michele Santeramo, Tazio Torrini
    musiche Ares Tavolazzi
    luci Valeria Foti
    assistente alla regia Silvia Tufano
    allestimento Sergio Zagaglia, Stefano Franzoni
    assistente ai costumi Benedetta Orsoli
    immagine Cristina Gardumi
    produzione Fondazione Teatro della Toscana

     
    Il Nullafacente ha una Moglie malata, per fortuna di un male incurabile. Per fortuna, già, perché essendo incurabile, non bisogna nemmeno far nulla per provare a guarirlo. Sarebbero felici, nonostante tutto, se solo li lasciassero in pace. Ma purtroppo, intorno a loro due, c’è il mondo che si muove, con la sua morale, la sua etica, le sue regole. Intorno a loro il Fratello, il Medico, il Proprietario, sono a diverso titolo rappresentanti di quel mondo dal quale il Nullafacente vorrebbe star fuori, dal quale in realtà sta fuori. E piano, lentamente, con i mezzi di cui dispongono, poveri, i tre riescono a far cambiare le cose. In meglio o in peggio non si sa: questo dipende da come si guarda il mondo. C’è una sola partita che val la pena giocare: quella con la morte. Ineluttabile, certo, inguaribile, per carità, ma il Nullafacente ha capito che disporre del proprio tempo è l’unica maniera per provare a giocare quella partita: disporre di ogni minuto, ogni secondo, senza che nulla inquini lo scorrere, sempre più lento, del tempo, il godere, sempre più profondo, dei momenti. Questa è la partita da giocare. L’unica, per il Nullafacente. La sua teoria è diventata pratica, e se solo non fosse una persona, questo Nullafacente, e se solo sua Moglie non fosse una persona, con tutte le loro debolezze umane, le loro tenerezze, i loro desideri, magari riuscirebbero nel compito estremo di essere felici. Questo testo è il tentativo di mettere in scena un pezzo della vita di questi personaggi, ciascuno con la sua ossessione, il suo punto di vista, il suo comportamento. Scriverlo è stato ed è ancora, per me, il continuo e quotidiano riflettere su cosa sia giusto fare per stare bene. Ma il Nullafacente, un giorno, ha voluto correggermi e mi ha detto: caro mio – siamo ormai in confidenza –, tu sbagli domanda; quella giusta sarebbe: cosa, ogni giorno, NON devo fare, per stare bene? 
    Michele Santeramo
    SGUARDAZZI/RECENSIONI