ARCHIVIO SPETTACOLI

    Intrigo e amore, M. Sciaccaluga (2016)

    Titolo: Intrigo e amore

    di Friedrich Schiller
    versione italiana Danilo Macrì
    con Roberto Alinghieri, Alice Arcuri, Enrico Campanati, Andrea Nicolini, Orietta Notari, Tommaso Ragno, Simone Toni, Mariangeles Torres, Marco Avogadro, Daniela Duchi, Nicolò Giacalone
    scena e costumi Catherine Rankl
    musiche Andrea Nicolini
    luci Marco D’Andrea
    regia Marco Sciaccaluga
    produzione Teatro Stabile di Genova

    La modernità del dramma scritto a soli 24 anni da Friedrich Schiller (1759-1805) sta innanzitutto nella polemica contro l’assolutismo del potere, nella difesa della libertà d’amare, nella giovanile volontà di ribellione, nella rabbiosa denuncia dei privilegi di casta.
    Raccontando il contrastato amore tra il nobile Ferdinand e la borghese Luise, l’autore tedesco prende di petto i problemi sociali della sua età e li mette a confronto con la spontanea purezza del sentimento amoroso nel quale, pochi anni prima della Rivoluzione Francese, si possono già intravvedere i segni d’inizio del mondo moderno.
    In pieno “Sturm und Drang”, il giovane Schiller chiama in causa passioni smisurate, spettacolarmente colorate di forti toni teatrali melodrammatici, che non a caso nel secolo seguente offrirono materia per un’opera lirica firmata da Giuseppe Verdi (Luisa Miller), facendo di Intrigo e amore un classico che, riproposto ora in una nuova traduzione, punta con decisione, per dirla con Ladislao Mittner, a “fondere compiutamente la tragedia politica e quella amorosa, perché erompono da un solo, indivisibile e disperato anelito giovanile di libertà e d’amore”.
    Il nobile Ferdinand, figlio del potente ministro Von Walter, s’innamora ricambiato della borghese Luise Millerin, figlia di un umile violoncellista. Il padre del giovane cerca in ogni modo di ostacolare l’unione e di convincere Ferdinand a sposare la favorita del principe, anche per ottenere una promozione. Il sentimento sincero e profondo del figlio però, non lo fa desistere dal desiderio di sposare Luise. ll ministro dunque, escogita un bieco intrigo, messo in atto con la complicità del suo segretario Wurm (in italiano significa “verme”) che condurrà la vicenda verso un epilogo drammatico. Una miscela gotica per cui il comico si alterna al tragico, il capriccio all’orrore. E, malgrado gli sviluppi procedano abbastanza tragicamente, ci sono personaggi e situazioni esilaranti che spezzettano lo svolgimento dell’azione.

    “Qualche anno fa visitai la casa di Schiller a Weimar. Nella camera da letto dei suoi figli, vidi incorniciati dei disegni infantili. Un disegno in particolare mi commosse: una bimbetta fa una linguaccia e sotto c’è scritto, di pugno di Schiller – La mia bimba abbia una vita nella libertà e che le sia risparmiato il destino di Luise Millerin! – Un padre sogna per la sua bambina un destino di libertà, mentre nella sua testa di poeta drammatico infuria la passione di un destino di schiavitù e ribellione. Guardando quel disegno ho sentito forte la consapevolezza che Arte e Realtà si saldano e si giustificano a vicenda: Intrigo e amore continua a parlarci dalla pace di quella casa borghese di Weimar”.

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