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    ARCHIVIO SPETTACOLI

    La dolce guerra, Ferrari-Arenella (2015)

    Titolo: La dolce guerra

    Di e con Elena Ferrari e Mariano Arenella.
    Disegno luci Vanni Vallino.
    Costumi Norma Uglietti
    Compagnia Ferrari-Arenella

    “Non conta quel che è avvenuto davvero, conta quel che noi ne pensiamo. Possiamo fingerci la realtà che ci pare. E immaginarci, così, socialmente utili”

    Lo spettacolo “La dolce guerra” ha come protagonisti un pioniere del cinema italiano e una maestra elementare. Olmo ed Ada amano il proprio lavoro. Ogni giorno lui si affanna per girare una scena del proprio film, lei per educare i bambini a diventare dei giovani “italiani”. Possono farlo. Il periodo storico in cui vivono è carico di entusiasmo, la fiducia nel futuro è alta, e la loro vitalità sarà sicuramente premiata.
    Ma come si racconta una storia vera? Quali immagini devono rimanere impresse nella pellicola? Quali sono le parole che devono essere dettate durante una lezione?
    Senza rendersene conto, ottengono dei successi inaspettati, e convincono milioni di persone ad abbandonare lo splendore della Belle Epoque per vivere gli orrori della guerra. Fino a quando la guerra non li coinvolgerà direttamente e, vittime della loro stessa manipolazione, entreranno in una terra di disperazione che li porterà a spegnere la cinepresa ed a strappare ogni pagina dettata.
    E’ facile raccontare la realtà. Difficile è capire quale realtà raccontare.
    Le vicende dei due protagonisti scelti prendono spunto dalle biografie di personaggi storici realmente esistiti: lui segue le orme di Giovanni Pastrone, pioniere del cinema italiano, che con la sua precisa determinazione e la sua visionaria creatività, trasformò la produzione cinematografica da banale divertimento a industria mondiale e Luca Comerio, primo fotoreporter d’assalto e unico cineoperatore autorizzato a raggiungere il fronte.
    Lei quelle tracciate da Fanny del Ry, una giovane maestra, che venuta in contatto con Maria Montessori e le sue teorie, si staccò dal panorama pedagogico comune portando nella scuola il suo rivoluzionario impegno femminista e antimilitarista.

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