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    ARCHIVIO SPETTACOLI

    L’armata Brancaleone, Latini (2020)

    Titolo: L'armata Brancaleone

    drammaturgia e regia Roberto Latini
    musica e suoni Gianluca Misiti
    luci e direzione tecnica Max Mugnai
    con Elena Bucci, Roberto Latini, Claudia Marsicano, Ciro Masella, Savino Paparella, Francesco Pennacchia, Marco Sgrosso, Marco Vergani, Enzo Vetrano

    produzione Teatro Metastasio di Prato, Emilia Romagna Teatro Fondazione

    L’ armata Brancaleone non è un film. Forse, non lo è mai stato.
    L’amata Armata è qualcosa che nel tempo è riuscita in un altrove; ne è uscita più volte, e ci ha chiamati lì fuori, a raggiungerla, aspettandoci.

    Age e Scarpelli e Monicelli hanno inventato un’immaginazione.
    Hanno convocato parole e le hanno rinominate, ribattezzate, nella grammatica aulico-burina di bambini adulti impegnatissimi nella serietà di un gioco antico e modernissimo.

    Per certe altezze bisognava avere chiara la sensazione della strada, di stracci e polvere, bastoni e rabdomanti.
    Per leggere la leggerezza bisogna scrivere con gli occhi.
    Riscrivere.
    L’Armata sembra avere uno spettatore ideale: noi bambini, al riparo dall’età, che inquadriamo ogni inquadratura dal nostro punto di vista.

    Quanto lì davanti si ricostruisce allora nelle sfumature del presente, del qui e ora, dell’altrove, come il teatro che si finge nel teatro.

    Arrivo al pensiero dell’Armata e mi sembra così naturale averne tentazione.
    Per gli anni passati alla ricerca della parola senza le parole, a scavare tra il senso e suono, a cercare di toccarle le parole, tra il respiro e la capacità che hanno i grandi testi di tacersi, dopo i recenti Pirandello, Cantico dei Cantici, Goldoni, la maestria di Testori, arrivo a Brancaleone sperando di esservi ammesso come un bambino tra bambini che giocano in cortile.
    Roberto Latini

    SGUARDAZZI/RECENSIONI