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    ARCHIVIO SPETTACOLI

    Lo Stallo, Sandro Luporini (2018)

    Titolo: Lo Stallo

    di Sandro Luporini
    con David Riondino e Chiara Riondino
    musica Luca Ravagni – KhoraKhanè
    Una produzione DeepSide Music e MPL Communication

    Nuovo spettacolo teatrale di Sandro Luporini, pittore e scrittore viareggino che è stato per oltre trent’anni coautore di Giorgio Gaber, e che con lui ha inventato il Teatro Canzone.Lo spettacolo, un’alternanza di canzoni e monologhi nella tradizione del Teatro Canzone, sarà interpretato da David Riondino, che firma anche la regia, e dalla sorella Chiara Riondino, cantante dalla voce profonda, potente e straordinariamente espressiva. Con loro sul palco, il gruppo musicale dei Khorakhanè e il polistrumentista Luca Ravagni, già musicista per Giorgio Gaber. La produzione è di DeepSide Music e MPL Communication.
    Lo Stallo, il cui titolo allude a quella particolare conclusione del gioco degli scacchi in cui «la partita non ha vincitori né vinti, è immobile, eternamente sospesa», è il racconto di un uomo che si sente incapace di un gesto qualsiasi che possa ridare un senso al mondo e alla vita.
    David e Chiara Riondino, tra serie riflessioni e momenti comici, ci accompagnano in un viaggio nel nostro presente, nelle nostre nevrosi, negli aspetti più intimi della vita. La difficoltà di amare, la questione femminile, la mancanza di slanci vitali, la sessualità, la solitudine, la vecchiaia, il dilagare assurdo e irrazionale della violenza, la morte, sono tutti temi che Luporini, con il suo testo, ci costringe ad affrontare, con analisi spietate e l’intelligente leggerezza dell’ironia.
    E così, se all’inizio dello spettacolo ci si chiede se «il buio che vedo e che forse c’è / non è nel mio tempo ma è dentro di me», alla fine si ammette che, seppure messi costantemente alla prova dalla complessità dell’esistenza, c’è ancora qualcosa che possiamo fare, qualcosa che dipende soltanto da noi.
    È per dirci questo che, dopo quattordici anni di silenzio, Sandro Luporini, all’età di 87 anni, è tornato a scrivere per il teatro. Per raccontarci, con l’autoironia e la profondità che per oltre trent’anni hanno emozionato il pubblico italiano, di sé e di noi.

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