ARCHIVIO SPETTACOLI

    Mauser, Müller-Marconcini (2017)

    Titolo: Mauser

    di Heiner Müller
    regia Dario Marconcini
    aiuto regia Paola Marcone

    con Giovanni Buscarino, Giovanna Daddi, Paola Marcone
    e con Edoardo Altamura, Irene Falconcini, Silvia Frino, Francesca Galli, Meryem Ghannan, Francesco Grumetti, Viviana Marino
    luci e scene Riccardo Gargiulo, Maria Cristina Fresia
    costumi Giovanna Daddi

    produzione Associazione Teatro Buti

    O Germania pallida madre!
    O scrittori del dopo-Brecht, che vi siete caricati sulle spalle le colpe, le ferite, le lacerazioni e le dolorose esperienze del nazismo! O Romanticismo tedesco quando esso significa simpatia per la morte e la notte! Tutto questo si riflette in questo testo di Heiner Müller, dove ogni parola è come ferro rovente che si incide sulla carne. Lui, il Berlinese, in quella città dove a ogni angolo ci sono le testimonianze degli orrori del nazismo, dagli uccisi alla nuca che vanno a riempire le fosse comuni, fino ai forni crematori. Eppure questo non è un dramma storico. Questo testo si apre a uno spazio radicalmente diverso e più ampio rispetto a quello della cronaca storica (gli orrori del nazismo o le purghe staliniane), tanto da risultare paradossalmente attuale, basti pensare ai sanguinari fanatismi di carattere politico, filosofico e religioso dei nostri giorni. Mauser è la pistola che l’eroe della Rivoluzione usa per uccidere gli oppositori con un colpo alla nuca. Dopo tanto uccidere, questo campione si accorge di essere diventato una macchina e chiede di essere sollevato dall’incarico. Il carnefice diventa vittima e come tale, in un ultimo anelito di speranza, chiede alla Rivoluzione che cosa è l’uomo e che cosa sa dell’uomo: questo, che è il tema dell’incompatibilità tra l’esistenza e l’ideologia, se essa si discosta dalle leggi eterne della morale e della pietà. Questi e altri temi, come quello della disfatta delle illusioni rivoluzionarie e l’inutilità del sacrificio personale, oppure l’uccidere per far cessare le uccisioni, rendono questo breve testo ricco di suggestioni e di riflessioni che riguardano anche l’essere uomini oggi.

    È in questo materiale così incandescente che mettiamo le mani, aiutati da un gruppo di giovani attori, che cercano insieme a noi di lottare e di esorcizzare con la loro spensieratezza, la pericolosità e le insidie di ideologie deviate. Presentiamo questo lavoro come un primo studio di approccio al teatro di Heiner Müller, con la speranza di arrivare poi a penetrare meglio la sua poetica, dove il vero piacere della scrittura è la catastrofe, anzi, il piacere della catastrofe: «Noi esistiamo grazie a una situazione catastrofica e conflittuale della realtà».

    SGUARDAZZI/RECENSIONI