ARCHIVIO SPETTACOLI

    Menecmi, Teatro Plautino Europeo (2019)

    Titolo: Menecmi

    testo Plauto
    regia Cristiano Roccamo
    con Massimo Venturiello, Massimo Boncompagni, Simone Cástano, Gianluca d’Agostino, Rossella Amato
    musiche originali Sara Castiglia
    scene Matteo Soltanto
    costumi Gloria Fabbri e Micol Bezzi
    direttore organizzativo Riccardo Bartoletti
    direttore di scena Antonio Salerno
    organizzazione Valentina Santi
    tecnica Eric Castiglia
    produzione Teatro Plautino Europeo

    Sinossi 
    Dopo la scomparsa di Menecmo I a Taranto, il fratello gemello viene ribattezzato con il nome di Menecmo II. Nel frattempo, Menecmo I si ritrova ad Epidamno, dove diviene adulto, prende moglie e anche un’amante; i suoi loschi affari scivolano tranquilli e inosservati fino all’arrivo in città di Menecmo II, accompagnato dal suo servo Messenione. L’ omonimia e l’aspetto identico dei due fratelli genera una serie esilarante di fraintendimenti, palesi al pubblico ma ignorati dai protagonisti, e per questo capaci ancor più di alimentare l’attenzione degli spettatori. 
    I qui pro quo fra i personaggi proseguono fino allo scioglimento finale, momento lieto in cui i due Menecmi si incontrano per realizzare, finalmente, la radice comune e la sfortunata maturazione diversa dei loro destini. 
    La messa in scena è fedele alle originarie indicazioni del commediografo; l’allestimento è essenziale, le entrate e le uscite scandiscono il ritmo di una commedia a tutti gli effetti.
    Gli attori sono cinque, e come da tradizione i ruoli interpretati sono di più. La recitazione è spensierata e vivace, e riesce a rendere perfettamente la trama di intrighi della commedia. Le dinamiche fra servi e padroni, i litigi e le passioni plautine sono gradevolmente accentuate dallo spettacolo, il quale è brillante nell’accostare azzeccate improvvisazioni a perle linguistiche cadute oramai in disuso.

    Note di regia 
    Questo testo di Plauto è ritenuto essere fra i più antichi ed esemplari modelli della commedia degli equivoci, in cui i personaggi sono di regola immischiati in un susseguirsi di malintesi perfetti. Anche in questo allestimento, ho lavorato insieme agli attori per costruire uno spettacolo che non fosse solo di parola, quella parola che comunque rimane il pilastro del genio plautino e del nostro Menecmi. Così come è lecito pensare che nell’antichità le rappresentazioni plautine non fossero semplicemente dialoghi (i cantica ne sono un esempio) è stato lecito costruire lo spettacolo usando il canto, la fisicità degli attori, la musica, le maschere latine e della Commedia dell’Arte. 
    Lo spettacolo ci fa comprendere come Plauto sia ancora oggi di estrema attualità, nelle parole, nei temi, nei personaggi, ed in tutto ciò che lo spettatore “vive” nel leggere e nell’assistere alle opere plautine. (Cristiano Roccamo)

    SGUARDAZZI/RECENSIONI