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    ARCHIVIO SPETTACOLI

    Nel labirinto. Discorso sul mito, V. Continelli (2018)

    Titolo: Nel labirinto. Discorso sul mito

    Di e con Vittorio Continelli
    Musiche Ares Tavolazzi
    Produzione Fondazione Teatro della Toscana

    Raccontare storie è la ragione per cui si sale sul palco, ascoltare storie, guardare le immagini che evocano e riconoscersi in esse è quella per cui ci sediamo in platea.
    Nel Labirinto è un racconto fatto di storie, storie antiche che ancora ci parlano attraverso simboli e nomi che conosciamo tutti: i nomi degli dèi e degli eroi di Grecia, i simboli della civiltà europea e mediterranea.
    Un dio, il più grande di tutti, assume la forma di toro per rapire una principessa mediorientale, la porta con sé da oriente a occidente, la rapisce su una spiaggia della Fenicia e la nasconde sull’isola di Creta, al centro del Mare Nostro. Lì i due si amano e dànno origine a una stirpe.
    Il dio è Zeus, la principessa si chiama Europa.
    Da questo primo furto d’amore nascono la civiltà cretese e minoica, poi quella ateniese, infine quella europea. Dall’amore del re degli dèi per una principessa orientale scaturisce la prima scintilla del pensiero occidentale.
    Dopo questi eventi verranno regni maestosi, altri amori, conflitti e invenzioni ardite come il Labirinto di Creta, all’interno del quale vivrà per molti anni Asterione, il Minotauro. 
    In quel labirinto sta la cattiva coscienza di Minosse, re dell’isola, in quel labirinto abitano ancora oggi storie terribili e luminose. Nel Labirinto stanno l’ingegno e la violenza, l’amore e il coraggio. Nel labirinto si dipanano storie che ci appartengono sempre malgrado il tempo trascorso.
    Anche il mostro è destinato a venire sconfitto, verrà ucciso da un eroe, Teseo. L’eroe che porta nel nome il segno del dio che ha dato origine alla storia: Zeus, Teseus.
    Teseo libererà il continente che porta il nome di Europa dalla schiavitù che l’assoggetta a un’isola. Riuscirà grazie all’amore di Arianna per lui, grazie a un filo magico che gli permette di attraversare il dedalo e di compiere l’impresa.
    È l’origine di un nuovo mondo, il nostro.
    Storie legate tra loro eppure autonome, storie di partenze, di approdi e di cambiamento, come da migliaia di anni accade nel Mediterraneo. Le tiene insieme un attore che si muove nel racconto svolgendo e riannodando il filo che le collega a noi e al nostro immaginario.
    Storie che ci rammentano che la parola Europa arriva dall’estremità orientale del mare nostro, che Europa era una principessa dalla pelle scura, che le terre e le città sono approdo.
    Il mare è sempre stato strada praticata dagli uomini, dalle loro storie e dai loro dèi. E queste storie ci parlano ancora, ci accompagnano da migliaia di anni, ci portano per mano. Inconsapevolmente noi portiamo esse per mano ampliandone i confini, modificandole, servendocene come mappa o guida o entrambe le cose.

    Vittorio Continelli

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