ARCHIVIO SPETTACOLI

    Otello, E. De Capitani/L. Ferlazzo Natoli (2016)

    Titolo: Otello

    di William Shakespeare
    con Elio De Capitani Federico Vanni,
    traduzione Ferdinando Bruni
    scene e costumi Carlo Sala
    musiche originali Silvia Colasanti
    suono Giuseppe Marzoli
    luci Michele Ceglia
    regia Elio De Capitani e Lisa Ferlazzo Natoli
    produzione Teatro dell’Elfo

    Rileggere Otello spogliandolo della ‘tradizione’, tornare al cuore del meccanismo drammatico e delle parole.
    Dopo Sogno di una notte di mezza estateAmleto e il Mercante di Venezia, Elio De Capitani continua il suo lavoro registico su Shakespeare, per questo spettacolo in particolare totalmente condiviso con Lisa Ferlazzo Natoli.
    Ciò che colpisce nella messinscena di Otello è un tono diffuso di tragica normalità, quella del protagonista, un generale disorientato che più che cadere nelle trappole di Jago, frana in se stesso nelle sue debolezze, nei dubbi che lo porteranno a vedere il marcio in un’essenza di purezza, quale prima considerava Desdemona. La normalità di Jago, manipolatore intelligente dai molti e ‘necessari’ assassinii, risiede nel fatto che egli è semplicemente il male, gratuito, fine a se stesso, che stupefà e spaventa perché può abitare in chiunque. E ogni mossa pesa sull’ordito fitto dei sentimenti fino a distruggerlo.

    “Mettere in scena Otello oggi è un modo per fare i conti con la singolare attrazione che la vicenda del Moro esercita in tutti noi, come un congegno misterioso messo lì per “innescare” una risposta emotiva sui presupposti ideologici e i fantasmi dell’inconscio collettivo con cui una società costruisce i propri parametri proiettando “fuori di sé”, sullo straniero, tutto ciò che ha di inconfessabile: moralismo puritano, voyerismo sessuale e sessuofobia, per dare fondamento e giustificazione alla propria xenofobia, alla misoginia e alle tante forme d’intolleranza sociale e privata di cui si compone.”

    SGUARDAZZI/RECENSIONI