ARCHIVIO SPETTACOLI
Quella musica ricordo, R. Sarti e M. Mastroeni (2015)
Titolo: Quella musica ricordoRegia: Massimiliano Mastroeni Rosa Sarti
liberamente tratto da Sonata a Kreutzer di Lev Tolstoj
di e con Rosa Sarti e Massimiliano Mastroeni
musiche di Konrad Tavella
Compagnia La Carovana di Ermes
Una produzione Ermes Teatro
Lo scompartimento semi–vuoto di un treno, ai giorni nostri, quattro sconosciuti. Un piccolo accadimento di poco conto, una donna piuttosto procace che passa per la carrozza creando un po’ di confusione, dà inizio, in questa prima parte dello spettacolo, al flusso di coscienza di ognuno: c’è chi riflette, chi parla a telefono o con il vicino di treno, dando allo spettatore la possibilità di spiare, come dal buco di una serratura, un po’ della vita di ognuno: relazioni, aspirazioni, sogni, abiezioni.
La linea di racconto principale appartiene ad uno dei quattro, un uomo senza nome che riflette senza parlare direttamente a nessuno. Durante il viaggio, dentro sé stesso si mischiano ricordi, rancore, la sua filosofia di vita e soprattutto, l’immagine di una donna, sua moglie.
Fino a quando sul treno sale la Polizia, che sta cercando proprio lui.
Nella seconda parte dello spettacolo l’azione si sposta fuori dal treno, in un meccanismo quasi cinematografico: un valente commissario ci guida attraverso l’indagine che porterà a scoprire la verità circa l’uomo del treno, sua moglie, e una musica misteriosa che sembra aver scatenato l’inferno all’interno delle loro esistenze.
TOLSTOJ E LA SONATA A KREUTZER
Tolstoj percepiva in questa sonata di Beethoven un’energia sessuale. La musica è capace di donarci le sensazioni più diverse. In questa sonata lui percepiva la tentazione, l’abiezione che ne deriva, il rimorso che comporta. E il conflitto con una società basata sulla religione e la famiglia. Non a caso ha scelto questo come motivo scatenante della furia di Pozdnysev, quando vedendo la moglie che suona in perfetta sintonia con l’amico da lui presentatole, decide di maturare in sé la voglia, che fa diventare realtà, di ucciderla. Vissuta spesso come sottofondo nella quotidianità, rivela nel romanzo la sua funzione maieutica.
Tira fuori cioè, come una levatrice, sentimenti (e in questo caso ossessioni) che sembravano sepolte.
Per portarle alla luce e farle esplodere in tutta la loro violenza. Il romanzo sarà pubblicato, dopo molte revisioni, nel 1891.”Scritta con cattiveria”. Sarà questo il commento della moglie di Tolstoj, Sonja, con la quale ebbe una relazione profonda e tormentata, soprattutto nell’ultima parte della sua vita.