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    ARCHIVIO SPETTACOLI

    Regalo di Natale, M. Cotugno (2019)

    Titolo: Regalo di Natale

    di Pupi Avati
    con Gigio Alberti, Filippo Dini, Giovanni Esposito, Valerio Santoro,Gennaro Di Biase
    adattamento teatrale Sergio Pierattini
    scenografie Luigi Ferrigno
    costumi Alessandro Lai
    luci Pasquale Mari
    regia Marcello Cotugno
    produzione La Pirandelliana

    Marcello Cotugno dirige Gigio Alberti, Filippo Dini, Giovanni Esposito, Valerio Santoro, Gennaro Di Biase, nell’adattamento teatrale di Regalo di Natale di Pupi Avati.
    La celebre notte di poker tra quattro amici racconta il trionfo del singolo sul collettivo, la metafora del successo di uno conquistato a spese di tutti, il simbolo di una teatralità doppia e meschina, amara una riflessione su come stiamo diventando o su come forse siamo già diventati.

    Originariamente ambientato negli anni ‘80, Regalo di Natale è stato trasposto nel 2008, anno in cui la crisi economica globale si è abbattuta sull’Europa segnando profondamente la società italiana. In risposta a recessione e precariato, il gioco d’azzardo vive una stagione di fulminante ascesa, e, dalle slot che affollano i bar e al boom del poker texano, si moltiplicano i luoghi e le modalità in cui viene praticato. I soldi facili sono la chimera inseguita anche dai nostri protagonisti, in un crescendo di tensione che ci rivela mano dopo mano come, al tavolo verde, questi uomini si stiano giocando ben più di una manciata di fiches.

    Quattro amici di vecchia data, Lele, Ugo, Stefano e Franco, si ritrovano la notte di Natale per giocare una partita di poker. Con loro vi è anche il misterioso avvocato Santelia, un ricco industriale contattato da Ugo per partecipare alla partita. Franco è proprietario di un importante cinema di Milano ed è il più ricco dei quattro, l’unico ad avere le risorse economiche per poter battere l’avvocato, il quale tra l’altro è noto nel giro per le sue ingenti perdite.

    Tra Franco e Ugo però, i rapporti sono tesi; la loro amicizia, infatti, è compromessa da anni, al punto tale che Franco, indispettito dalla presenza dell’ormai ex amico, quasi decide di tornarsene a casa. La sola prospettiva di vincere la somma necessaria alla ristrutturazione del cinema lo fa desistere dall’idea.

    La partita si rivela ben presto tutt’altro che amichevole. Sul piatto, oltre a un bel po’ di soldi, c’è il bilancio della vita di ognuno: i fallimenti, le sconfitte, i tradimenti, le menzogne, gli inganni. È uno tra i più bei film di Avati, lucido, amaro, avvincente.

    SGUARDAZZI/RECENSIONI