ARCHIVIO SPETTACOLI

    Romeo e Giulietta 1.1 La sfocatura dei corpi, R. Zappalà (2016)

    Titolo: Romeo e Giulietta 1.1 La sfocatura dei corpi

    coreografia e regia Roberto Zappalà
    musica John CageSergei ProkofievPink Floyd
    interpreti Gaetano MontecasinoValeria Zampardi
    testi a cura di Nello Calabrò
    luci e costumi Roberto Zappalà
    direzione tecnica Sammy Torrisi
    management Maria Inguscio
    produzione Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza – Centro di Produzione della Danza
    in coproduzione con Orizzonti Festival. Fondazione
    in collaborazione con Le Mouvement Mons Festival (Belgio)
    con il sostegno di
    MiBACT Regione Siciliana Ass.to del Turismo, Sport e Spettacolo

    Dopo la festa/compleanno del quarto di secolo e gli ultimi anni ricchi d’intensa produttività Roberto Zappalà inizia un nuovo progetto dal titolo “Antologia”. Con “Antologia” si intende recuperare i lavori più interessanti che hanno lasciato un segno nel tempo e nella costruzione della linea coreografica di Zappalà e della compagnia. Il progetto non ha soltanto il compito di “recuperare” e di “rivisitare”, ma anche quello di originare attraverso un nuovo “contatto” nuove visioni; dove anche il “semplice” cambiamento degli interpreti può fare da primo mobile per un diverso approccio alla creazione da parte del coreografo. Tutto ciò non solo determinerà una riflessione sul passato ma inevitabilmente porterà a riflettere sul futuro.

    “La sfocatura dei corpi” era il titolo del Romeo e Giulietta del 2006 che Roberto Zappalà ha deciso di riprendere e riportare in scena come primo spettacolo di “Antologia”.
    Una revisione che è anche e soprattutto un rinnovamento. Un Romeo e Giulietta 1.1

    Cosa ci fa sentire sfocati, quando ci sentiamo sfocati? Tecnicamente, (in ottica, fotografia, cinema), la sfocatura è una questione di distanza. La distanza tra il centro focale dell’obiettivo e “l’oggetto” inquadrato; se questa distanza è inferiore o superiore ad una certa misura l’oggetto risulta, appunto, sfocato.
    Riportando tutto ai due amanti di Verona ci sentiamo sfocati quando “percepiamo” che la distanza tra noi e il mondo, tra noi e l’amato non è quella giusta; quando la distanza che ci separa dall’essere amato è condizionata dal proprio essere nel mondo; quando siamo, ci sentiamo, crediamo di essere, troppo vicini, o troppo lontani. Siamo tutti Romeo e Giulietta.

    Nella versione 1.1 il coreografo ha spostato la propria messa a fuoco, concentrandola più che sulla coppia di innamorati, sulla loro individualità di esseri che vivono singolarmente un disagio soprattutto sociale. Nelle note vicissitudini shakespeariane si arriva all’amore sublimato dalla morte (e viceversa), la versione 1.1 vuole riflettere e al contempo “ribellarsi” ad un tempo storico (oggi) dove la pulsione di morte è sublimata solo da se stessa e contrapporle passione e rispetto nei confronti della vita. Una riproposizione di Romeo e Giulietta che non vuole “parlare” d’amore ma essere un atto d’amore verso la vita.

    Si ringrazia Simone Viola per i movimenti di danze da sala e Stefano Tomassini per aver seguito in qualità di studioso l’inizio del percorso di ripresa e rilettura dello spettacolo.

    SGUARDAZZI/RECENSIONI