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    ARCHIVIO SPETTACOLI

    Sei personaggi in cerca d’autore, L. De Fusco (2017)

    Titolo: Sei personaggi in cerca d'autore

    di Luigi Pirandello
    regia Luca De Fusco
    con Eros Pagni, Angela Pagano, Gaia Aprea, Paolo Serra, Maria Basile Scarpetta, Silvia Biancalana, Paolo Cresta, Federica Granata, Gianluca Musiu, Alessandra Pacifico Griffini, Giacinto Palmarini, Federica Sandrini, Ivano Schiavi, Enzo Turrin

    scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
    luci Gigi Saccomandi
    musiche originali Ran Bagno
    regista assistente Alessandra Felli
    scenografo assistente Davide Amadei

    coproduzione Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Genova

    Iniziato nel 2010 con la messa in scena di un Pirandello ritenuto minore come Vestire gli ignudi e passato attraverso due Shakespeare invece ‘maggiori’ come Antonio e Cleopatra e Macbeth e un capolavoro greco come Orestea, il mio lavoro di contaminazione tra teatro e cinema giunge ad una sorta di naturale conclusione concettuale con la messa in scena di Sei personaggi in cerca di autore, massima riflessione sulla natura stessa del teatro nella drammaturgia del Novecento.
    Negli spettacoli che ho citato lo spettatore vede gli attori compiere delle azioni e contemporaneamente li vede ripresi dalle telecamere in diretta e proiettati sulla scenografia.
    È come se lo spettatore assistesse contemporaneamente a due spettacoli, uno teatrale e uno cinematografico. Restano quindi le piccole figure reali viste ad occhio nudo, come sempre a teatro, ma appaiono anche dei giganti onirici proiettati su velari o sulle pareti fisiche del teatro. L’intuizione (che ha portato a grandi consensi di pubblico e critica) sembra adattarsi in modo speciale a Sei personaggi in cerca di autore. A ben vedere questi sei personaggi che si offrono alla rappresentazione sembrano provenire dal mondo del cinema e chiedere di far sfociare il cinema nel teatro. La scenografia dello spettacolo sarà basata su un grande specchio che sarà sistemato sul palcoscenico apparentemente per delle prove di danza alla sbarra. Questo specchio è in realtà anche un grande schermo cinematografico. All’inizio i sei personaggi, invece di provenire dalla sala come sempre, escono dallo schermo come i protagonisti diBroadway Danny Rose di W. Allen. Essi infatti provengono dal cinema. Non è un caso che tutte le obiezioni del capocomico alla irrapprensentabilità della storia dei sei personaggi, cadono di colpo se si pensa la loro storia in termini filmici. Il capocomico obietta che nella storia ci sono troppi flashback? Questo invece è tipico del cinema.
    Gli attori si lamentano che nelle scene intime i personaggi parlano a voce troppo bassa e i personaggi rispondono che certe cose non si possono dire urlando? A cinema gli attori usano toni simili a quelli della vita e nelle scene intime usano quindi toni intimi.
    Il capocomico obietta che nel finale (la scena della morte della bambina nel laghetto) accadono troppi fatti contemporaneamente e che a teatro le cose accadono una alla volta? Questo non è assolutamente un problema per il cinema, che anzi mescola di continuo le vicende narrate attraverso il montaggio alternato.
    Quando i personaggi proveranno a rappresentare le scene madri della loro vicenda esse appariranno recitate quindi teatralmente ma anche proiettate in diretta mostrando un potere evocativo e magico che naturalmente gli attori della compagnia non sapranno ripetere, non solo per la loro inattendibilità fisica e per la loro estraneità ‘professionistica’ alla vicenda, ma perché la natura stessa della vicenda dei Sei personaggi si rivelerà più adatta in effetti ad una versione cinematografica che teatrale.
    Riletto in questo modo, il capolavoro pirandelliano rivela essere anche una riflessione sulla natura di due linguaggi, quello teatrale e quello cinematografico, il cui confronto si affacciava prepotentemente alla ribalta negli anni della stesura del testo. In quegli stessi anni Pirandello descriveva la natura del linguaggio filmico come linguaggio visionario. Ed in effetti i nostri Sei personaggi saranno presentati non come fantasmi, ma come vere e proprie visioni.
    In questo senso saranno pensate anche le luci chiaroscurali di Gigi Saccomandi per i personaggi contrapposte a quelle più normalmente teatrali della compagnia. Nella stessa linea i costumi, firmati come le scene da Marta Crisolini Malatesta, che saranno anni ’30 ed invernali per i personaggi e anni ’50 ed estivi per la compagnia, perseguendo una linea di netta demarcazione tra i due gruppi.
    Alla compagnia stabile del Teatro, in cui svettano Gaia Aprea e Paolo Serra per gli importanti ruoli affidatoli, si affianca un prestigioso artista ospite quale Eros Pagni, col quale personalmente riprendo una collaborazione molto felice risalente alla mia direzione dello Stabile del Veneto ma col quale il nostro Stabile ha già realizzato un grande successo quale Il sindaco del rione sanitàfrutto, come in questo caso, della coproduzione tra due teatri tradizionalmente alleati, quali gli Stabili di Napoli e Genova.
    Luca De Fusco

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