asd
    ARCHIVIO SPETTACOLI

    Simurgh, Teatro dei Venti (2014)

    Titolo: Simurgh

    Una produzione Teatro dei Venti
    co-prodotta da  Teatro nel Bicchiere – Petit Festival Itinerante; Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola; CERS – Consorzio Europeo Rievocazioni Storiche
    con il sostegno di  Regione Emilia Romagna
    Regia Stefano Tè
    Consulente alla regia Mario Barzaghi
    Musiche Igino L. Caselgrandi, Luca Cacciatore
    Consulente alla drammaturgia Francesco Chiantese
    Luci Nicolò Fornasini
    Costumi e accessori Teatro dei Venti
    Macchine teatrali Teatrini Indipendenti Factory

    Un mito che viene dal Medio Oriente, dal poema “Il Verbo degli uccelli” un testo persiano del 1177 di Farid al-Din ‘Attar, e narra della caduta della “città degli uccelli” in mezzo agli uomini e della nascita della loro guida, Simurgh.

    Dalla caduta sulla terra ai tentativi di tornare a volare alle lotte fratricide, tra due fazioni, il pubblico avrà modo di veder nascere davanti ai propri occhi Simurgh, una macchina teatrale volante, manipolata dagli attori in scena.

    Simurgh è un sogno, una visione che nasce e svanisce davanti gli occhi del pubblico grazie a otto attori, due musicisti e a quegli elementi del teatro di strada capaci di donare al sogno lo stupore della magia.

    Simurgh è una suggestione per parlare del volo, dei tentativi e delle cadute e per metterle in scena con gli strumenti del teatro di strada: i trampoli, le macchine teatrali, l’interazione con la musica. Proseguiamo così la ricerca espressiva del Teatro dei Venti.

    Chiamiamolo ‘di strada’, ‘di piazza’, ‘urbano’, per noi è il sogno del teatro in mezzo alla gente, come una sorpresa.

    Musica dal vivo

    Coreografie e azioni sceniche si intrecciano con le musiche originali composte da Luca Cacciatore e Igino L. Caselgrandi, con un amalgama di sax, flauti, batteria e percussioni, con suggestioni provenienti da musiche dell’Epiro, dalle montagne di Bulgaria e Macedonia e altre contaminazioni etniche in dialogo con l’azione scenica.

    La scelta di utilizzare il campo di ricerca della musica etnica è volta proprio a cogliere la vitalità, il dinamismo e la potenza degli attori sui trampoli, che hanno interagito con noi sia dandoci coreografie e spunti precisi, ma anche rendendosi ricettivi a proposte musicali.

    Nel particolare: le ritmiche della batteria, secondo la funzione classica di questo strumento, strutturano e creano il luogo fisico dei movimenti degli attori, le melodie degli strumenti a fiato, di volta in volta, seguono i movimenti, o li anticipano, li dirigono o si fanno dirigere dagli stati d’animo della vicenda e dei suoi protagonisti.”

    SGUARDAZZI/RECENSIONI