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    ARCHIVIO SPETTACOLI

    Sopra di me il diluvio (E. Cosimi, 2014)

    Titolo: Sopra di me il diluvio
    Regia: Enzo Cosimi

    prima assoluta biennale di venezia 2014


    regia, coreografia, scene, costumi enzo cosimi
    collaborazione alla coreografia paola lattanzi
    interprete paola lattanzi
    video stefano galanti
    musiche chris watson, petro loa, jon wheeler
    frusta sciamanica cristian dorigatti
    disegno luci gianni staropoli
    organizzazione maria paola zedda

    in collaborazione con fondazione teatro comunale città di vicenza, arteven, a.c.s. abruzzo circuito spettacolo, milano teatro scuola paolo grassi

    Tournée:

    http://enzocosimi.com/events/

    Dopo la creazione Welcome to my world  dedicato all’idea della fine del mondo, del verificarsi di una nuova Apocalisse, prendo nuovamente ispirazione dal rapporto doloroso dell’Uomo con la Natura nella società contemporanea.

    Ripensare l’opera come un luogo di magia e di perdita di certezze. Dare spazio ad un’arte della coreografia  che contenga una componente tecnica rigorosa,  sperimentale, attraverso la quale indirizzare una riflessione sul mondo in cui viviamo in rapporto alla Natura e a percepirlo in termini sensoriali.

    Esaurito il paradigma della postmodernità, si ipotizza l’apparire di un Nuovo Uomo che si affaccia ad un paesaggio arcaico, tribale di cui il continente africano rappresenta l’emblema. Un’Africa urlata, violata che, nonostante i massacri senza fine  a cui è sottoposta da sempre, riesce a restituirci una visione di speranza.

    Anche questo lavoro, come Welcome to my world, focalizzerà una scrittura di danza scarna, ossuta, un campo percettivo vuoto in cui si vive in uno stato irreale, visionario. Partiture di gesti, movimenti, in apparenza semplici ma che riportano alla complessità del lavoro sulla “presenza”, sull’atto performativo, sulla percezione del sistema nervoso a discapito di quello  muscolare. Amplificare in scrittura coreografica fenomeni naturali che tendiamo a considerare scontati e renderli visivamente  come campi che sconfinano verso una spiritualità laica, una metafisica del corpo, un pellegrinaggio di meditazione.

    SGUARDAZZI/RECENSIONI