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    ARCHIVIO SPETTACOLI

    Tre alberghi, S. Sinigaglia (2016)

    Titolo: Tre alberghi
    Regia: Serena Sinigaglia

    di Jon Robin Baitz
    traduzione Masolino D’Amico
    regia Serena Sinigaglia
    con Francesco Migliaccio, Maria Grazia Plos 
    scene Maria Spazzi
    costumi Erika Carretta
    suono e luci Roberta Faiolo
    produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

    Ken e Barbara. Un marito, una moglie. Un tempo, carichi di ideali sognavano di cambiare il mondo, militavano nei Peace corps.
    Poi si cresce, e Ken sogna di cambiare quel Terzo Mondo che ha conosciuto, lavorando dentro una multinazionale che sforna prodotti adatti a quei paesi. Ma una multinazionale fa affari, business e Ken, senza quasi che se ne accorga, cambia pelle: ora è uno di quei tagliatori di teste, che la Ditta manda in giro per il mondo a licenziare chi non funziona più… o chi si è reso conto che la baby formula un latte in polvere per le madri africane, forse non fa loro troppo bene! «L’uomo che ho sposato e l’uomo che vende la baby formula alle madri africane non sono la stessa persona» confessa Barbara, che lo segue, moglie di quel dirigente ormai lontano da lei. E poi c’è un figlio e un dramma.
    E questa donna, moglie, madre, un certo giorno, guardando davanti a sé una platea di altre mogli di colleghi del marito, sente la necessità di vuotare il sacco e raccontare quella parte della sua vita, non propriamente luminosa, legata alla Ditta.
    E questo non è proprio quello che ci aspetterebbe dalla moglie di uno dei massimi capi di una multinazionale! Con questa nuova situazione, adesso, Ken deve fare i conti. Dalle stanze di questi tre alberghi, marito e moglie raccontano tre fasi della loro vita, che investono lo spettatore con la violenza del lampo di un flash: il successo di Ken, la denuncia di Barbara, la fuga di lui verso, forse, il ritorno a un’età dell’innocenza.

    Guarda con schiettezza e oggettività al nostro tempo Jon Robin Baitz, scrittore, sceneggiatore e produttore statunitense.
    Nato a Los Angeles nel 1961, Baitz è cresciuto fra gli Stati Uniti, il Brasile ed il Sud Africa: un’evoluzione e formazione composita, dunque, basata su una moltiplicazione di stimoli e riferimenti, che fa di lui un osservatore attento, aperto e acuto. La penna, molto presto, diviene il suo strumento per eccellenza: attraverso la scrittura, infatti, analizza le relazioni interpersonali ed i problemi del presente. La sua è una drammaturgia ‘del mondo’, che supera confini e appartenenze sociali o culturali per concentrarsi su argomenti di potente universalità, siano essi radicati nell’intimo di un rapporto privato o gli vengano ispirati da questioni che riguardano la collettività intera.
    Ciò assieme al suo stile secco ed essenziale, talvolta spietato nella sua sincerità, fa di lui un autore amato e pluripremiato sia nell’ambito drammaturgico (che predilige) sia in quello della sceneggiatura, che gli ha donato la fama internazionale (sue, fra l’altro, la celebre serie tv Brothers & Sisters e la recente The Slap).

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