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    ARCHIVIO SPETTACOLI

    Troubleyn/ Jan FabreDrugs Kept me alive – Troubleyn/Jan Fabre (2018)

    Titolo: Troubleyn/ Jan FabreDrugs Kept me alive

    Troubleyn/Jan Fabre
    Testo, regia, coreografia Jan Fabre
    Performer Antony Rizzi
    Drammaturgia Miet Martens
    Costumi Andrea Kränzlin
    Coordinamento tecnico Geert Van der Auwera
    Tecnico Tim Thielemans
    Promozione e coordinamento tournée in Italia Aldo Grompone
    Produzione Troubleyn/Jan Fabre
    Con il Supporto di Flemish Government and the city of Antwerp

    Drugs kept me alive è un monologo su un sopravvissuto — un uomo, che esplora tutte le vie di fuga. L’ago della sua bussola lo porta verso tutte le scorciatoie tra paradiso ed inferno così che il protagonista resti sempre un passo avanti alla minaccia della falce della morte. La sua velocità è la sua arma segreta, il suo senso dell’umorismo è una potente droga ed i suoi complici hanno assunto i propri gloriosi nomi dal mondo superiore: loro sono ecstasy, ketamina, GHB, Popper, Speed, Cocaina, 2C-B, 2C-1, 2C-7, …

    Con questi cristalli inalabili, succhia sangue e appanna cervello, balza giù all’interno del magma di ciò che lo mantiene vivo: quel vorticoso desiderio di intossicazione costante. Viaggia su una gigantesca barca volante, ben sopra le nuvole, ormeggiando nei castelli di nuvola, che sembrano in continuo mutamento. Crea fate Morgana che sembrano avvilupparlo amorevolmente e che ispirano una felicità intensa. Eppure è proprio questa eterea intensità che alimenta il suo desiderio smanioso. Un’intensità che è colma di una certa purezza: è pura estasi. Che strana sensazione che qualcosa possa essere così vago e allo stesso tempo così chiaro. Come una bolla di sapone, che puoi lentamente avvolgere intorno alla tua pelle, così che tu sia gradualmente sommerso concedendoti di sparire. Questa bolla è la sua seconda natura, una capsula dove il silenzio è assordante e dove la morte non può toccarlo.

    Ma il piacere estremo, uno stato che è oltre l’estasi è all’improvviso a portata di mano quando le droghe del mondo superiore si mescolano a quelle del mondo inferiore.

    In Drugs kept me alive Jan Fabre descrive un mortale, una vita che sta tentennando sul margine della morte. Più vicini alla morte, più pillole, bustine e bevute sono necessarie per sostenere questa vita. Questa è la condizione del protagonista in questo monologo: ha guardato la morte in faccia e ha deciso che è pronto per una partita a poker con la malattia nel suo corpo: le droghe mi hanno mantenuto vivo.

    Il monologo è stato scritto per Tony Rizzi, un performer nato, con il quale Fabre ha anche collaborato in The Sound of one hand clapping, Glowing Icons, Da un altra faccia del tempo, Histoire des Larmes, Orgy of Tolerance.

    SGUARDAZZI/RECENSIONI