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    ARCHIVIO SPETTACOLI

    Uno nessuno e centomila, Pirandello – Manfridi – Cauteruccio (2009)

    Titolo: Uno nessuno e centomila

    di Luigi Pirandello 
    adattamento teatrale di Giuseppe 
    Manfridi
    con Fulvio Cauteruccio Vitangelo Moscarda, Monica Bauco, Anna Rosa, Laura Bandelloni Dida
    voci off Irene Barbugli, Roberto Gioffrè, Riccardo Naldini, Carlo Salvador, Tommaso Taddei
    ideazione scenica Giancarlo Cauteruccio
    scena e luci Loris Giancola
    costumi Massimo Bevilacqua
    elaborazioni video Stefano Fomasi
    fonica Lorenzo Battisti
    regia Giancarlo Cauteruccio

    Il soggettivismo di Luigi Pirandello, che un secolo fa apriva al linguaggio creativo l’analisi delle nevrosi che caratterizzano il Novecento, mi conduce in un territorio teatrale che non mi appartiene, ma che mi fornisce l’occasione per un nuovo percorso di indagine, alle prese con le inevitabili questioni di un’identità compromessa.
    “Uno, nessuno e centomila” non è però una drammaturgia teatrale, e questo mi conforta. È un romanzo umoristico, come lo stesso autore definiva l’opera, l’ultimo della sua produzione letteraria, in cui si ha la sintesi dei temi legati al relativismo soggettivo che ha permeato tutta la sua letteratura. Per compiere questo esperimento di avvicinamento a Pirandello mi avvalgo dell’adattamento di Giuseppe Manfridi con l’intento comunque di interferire con esso, facendolo attraversare da alcune pagine del romanzo, e con la necessità di filtrarlo attraverso un’idea scenica che restituisca i segni del mio modo di disegnare il teatro. Un accostamento difficile, certo, un azzardo forse. Allora perché? Quali le ragioni di questa scelta? La prima è sicuramente il desiderio della sfida che contraddistingue il mio lavoro, che mi attrae anche quando non c’è alcuna certezza di farcela; poi il desiderio di mettere in gioco il mio immaginario astratto insieme alla passione attorale di mio fratello Fulvio, generando ancora una volta un conflitto espressivo, vitale nel comune viaggio che abbiamo intrapreso da anni.
    E ancora la curiosità verso l’opera pirandelliana, finalmente non più vincolata, che così può essere frequentata liberamente anche da un artista come me che ha prediletto finora altre scritture. Ma in fondo la ragione più profonda risiede nel legame con un testo che Maurizio Grande anni fa scrisse per me, immaginando un incontro sulla scena tra Luigi Pirandello e Samuel Beckett (al tempo ancora in vita), un testo che sicuramente affronterò in futuro e che ancora oggi mi guida. Dopo il primo studio presentato a marzo 2009, sono di fronte ad un ulteriore esperimento di messa in scena di “Uno, nessuno e centomila”, e forti segni beckettiani mi sostengono, in particolare la Winnie di “Giorni felici”, assieme a Estragone o Vladimiro, per dar vita a un Vitangelo Moscarda alla ricerca di sé stesso, di una, nessuna e centomila identità, condizioni, assenze, fallimenti…
    Giancarlo Cauteruccio

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